Eli Drake rinnova con Impact Wrestling, allungando il suo contratto a lungo termine. Questa è certamente una notizia importantissima perché mette una base, un tassello ben piantato sul terreno della crescita del prodotto. Lasciarlo andare sarebbe stato un grosso errore, così come sarebbe un grosso errore privarsi degli oVe, il cui contratto è in scadenza a breve.

Ci voleva, questa cattiveria. Quando i fratelli Crist debuttarono sul ring di una Impact ancora in cerca d’autore, non tutti avevano una corretta percezione di quanto potessero essere decisivi per uno show. Per molti non sono ancora niente di che, ma bisogna averli conosciuti nelle indy per comprenderne a piene mani la qualità. Il loro regno non è stato molto seguito, da face non avrebbero mai potuto funzionare. Poi con l’arrivo di Sami Callihan sembra quasi che si siano sbloccati, consentendo alla compagnia di dotarsi tanto di match pazzi quanto di utili incontri per lanciare altri ragazzi. Perché questo sono i Crist: worker di valore che sanno mettere over gli avversari, fanno il possibile per seguire alla lettera le richieste di booking. A differenza di quanto esprimono altrove, stanno comunque rendendo al 50/60% delle loro possibilità ma un programma televisivo è ben diverso da uno show indy dove i fan chiedono di rispettare in pieno la tua essenza.

Poi c’è Callihan, che è diventato il grimaldello che Impact sta usando per scardinare i suoi paletti. Posto che è sempre stato una mina vagante col cervello schizofrenico, l’errore compiuto con Eddie Edwards ha dato vita a quella valanga utile al programma per sciogliersi un po’. Dopo il Barbed Wire Massacre, i booker avevano quasi posto dei paletti alla violenza e all’incisività di un heel. Tutti i cattivi erano utilizzati alla stessa maniera, quasi ininfluenti davanti a face di qualità che potevano avere, prima o poi, la loro rivincita. Sami invece perde, a volte anche male. Però quella sconfitta arriva dopo una sequenza lunga di soprusi, colpi proibiti, attacchi violenti. Si libera un po’ la natura del suo personaggio, quello noto a tutti da almeno 10 anni. Perché castrarlo? Perché rinchiuderlo in un recinto?

Callihan ha bisogno di uscire e il feud con Pentagon ha mostrato il massimo delle sue potenzialità. Che sarà mai smascherare un atleta di prestigio? Nella concezione classica del wrestling è una mancanza di rispetto alta da punire ad ogni costo. E Sami perderà, perché deve perdere. Ma avrà compiuto il suo lavoro, perfetto come sempre. In attesa di salpare sulla Jericho Cruise e portare il nome di Impact altrove, per altre sfide ed altra cattiveria. Guai a liberarsi di lui, personaggi e wrestler così non li fanno più da tempo.

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.