Le Survivor Series di quest’anno promettono abbastanza spettacolo, con una card abbastanza solida e ricca di nomi altisonanti. In tale ottica, su tutti spicca l’incontro che avrà luogo tra Goldberg e Brock Lesnar: la faida sta funzionando? Il match sarà all’altezza delle aspettative? Più plausibile di Bobby Lashley ministro della Difesa USA, ecco a voi l’editoriale odierno!

Anno 2004. Un giovane adolescente fan di wrestling, dopo aver visto il proprio beniamino Eddie Guerrero vincere finalmente il Titolo a lungo inseguito, ha la possibilità di assistere alla realizzazione di un altro sogno: un dream match tra due delle figure maggiormente dominanti della storia del business, Goldberg e Brock Lesnar. Uno scontro tra forze inarrestabili, tra Titani senza pari in quanto a carisma fisico e pura potenza.

All’epoca, la faida seguì un canovaccio piuttosto semplice: Goldberg (N°30) viene eliminato da Kurt Angle alla Rumble grazie ad un’interferenza di Brock Lesnar…e di tutta risposta, costa il Titolo di Smackdown proprio alla Bestia irrompendo durante il main event di No Way Out, interferenza che portò alla storica vittoria del Titolo di Eddie Guerrero. Di qui, la faida che portò a Wrestlemania la ricordo come surreale: sia a causa delle voci circa la partenza di entrambi i wrestler, sia per l’inserimento di Steve Austin come special guest referee, piazzato in quello spot proprio per salvaguardare almeno in parte la buona riuscita del match. Tentativo fallito, inutile dirlo.

L’incontro fu lento, svogliato e slegato in tutti i suoi spot, svolto in un clima di pura ostilità verso i due wrestler incapaci di impegnarsi anche solo un minimo per rendere quel disastro sufficiente almeno sulla carta. Celeberrimo lo spot in cui Lesnar manda a quel paese il pubblico, come ultimo atto di sdegno verso una casa che non sentiva più come propria. A vincere fu teoricamente Goldberg, e dico teoricamente perché nel post match il suo premio fu rappresentato da una sonora stunner, con tanto di beer bath in modo da suggellare l’oblio in cui sarebbe entrato di li a breve. Almeno nel wrestling.

I due hanno seguito carriere diverse: Lesnar tra Giappone, NFL (quasi) ed infine UFC come “Baddest man on the Planet” ed invece Goldberg più in sordina, con uscite pubbliche frequenti avvenute solo nell’ultimissimo periodo, come volto della Glory Kickboxing (arte marziale praticata in modo serissimo dall’ex Campione WCW). Così come per Ultimate Warrior e per Sting, tuttavia, il ritorno sotto l’ombrello WWE del buon Bill è avvenuto grazie ad un videogame. Ed in un momento di commistione pura tra realtà e fantasia, la faida ha ripreso forma quasi dal nulla, rendendo dei pixel carne pulsante “appena” 12 anni dopo.

Il giovane fan di cui sopra oggi si trova qui a scrivere un editoriale, e ciò che un tempo era stato un sogno svanito, anzi svilito, oggi è un angle sottoposto ad una critica maggiormente cinica e forse eccessivamente razionale. Sono sicuro che, nel momento in cui questi due personaggi “larger than life” faranno muso contro muso alle Survivor Series, l’adolescente mark che è in me verrà fuori in modo prepotente, ma allo stato attuale delle cose possiamo già tracciare una linea piuttosto definita, in attesa del faccia a faccia che avverrà il prossimo lunedì a Raw.

Partiamo da un assunto fondamentale: proporre Lesnar come heel a casa propria è stato un vero e proprio suicidio di booking, totalmente illogico e mal strutturato. Se nemmeno Paul Heyman riesce a far “suonare” il pubblico da superbo direttore d’orchestra quale è…signori, abbiamo decisamente un problema. Così come il problema esiste se il germe iniziale di un match di questa portata viene annunciato in modo sufficiente e svogliato tramite ESPN, mantenendo anche un atteggiamento possibilista circa l’approdo o meno in WWE: un’altra scelta davvero strana, sia in termini di tempismo che in termini di esecuzione. Detto ciò, potremmo anche parlare invece dei momenti positivi che ci sono stati in queste settimane.

Innanzitutto l’ovazione ricevuta dal rientrante Golberg è andata oltre le più rosee aspettative di Vince e soci, così come anche la capacità microfonica dello stesso, autore di un promo assolutamente oltre le sue corde di 15 anni prima: il concetto passato è stato estremamente semplice, ma è bastato a riproporre in modo efficace questo personaggio ad una generazione che, almeno in parte, non lo ha mai visto se non in video low definition di qualche lustro fa.

Anche la storia, nella sua semplicità, esiste e funziona: Lesnar ha esercitato un dominio pressoché totale sui nomi più altisonanti della storia recente, e la sua ultima sconfitta non vendicata (quelle contro Cena, Taker e HHH hanno visto comunque Brock come vincitore finale) è proprio quella contro Bill Goldberg subita a Wrestlemania XX. Essendo Goldberg un talento con pochissima prospettiva futura, alla luce dei suoi 50 anni suonati, spendibile al più per una difesa Titolata di transizione se i numeri delle Series dovessero essere confortanti, direi che questo match offre l’occasione giusta affinchè Lesnar possa vendicare la sua ultima “guerra persa”, con susseguenti faide future. Su questo punto, farei un’ultima considerazione prima di chiudere.

Lesnar ha acquisito uno starpower spaventoso, dovuto appunto ad una serie di vittorie importanti avvenute in modo dominante. Alla luce di ciò, ed in considerazione della probabile vittoria contro Golberg, chi potrebbe essere il talento futuro in grado di raccogliere i frutti di questa lunga costruzione? Allo stato attuale, vedo tanti ottimo talenti ma ancora nessun “next guy” definito in modo netto e cristallino.

Staremo a vedere, sperando che il match tra Golberg e Lesnar possa essere racchiuso in un minutaggio limitato ma dall’alta intensità (non andrei oltre i 10/12 minuti, vista anche la ruggine intravista in due sole mosse effettuate da Bill a Raw) e confidando in un go home show all’altezza delle aspettative.

Danilo