Brock Lesnar, l’attuale WWE Champion, è uno dei motivi di maggior interesse al servizio della Federazione. Alla luce delle difficoltà contrattuali legate al suo rinnovo, varrà la pena promettergli la luna per non lasciarlo scappare? Più fiammeggiante del vestito di Katy Perry, ecco a voi l’editoriale odierno!

The Next Big Thing. The Beast Incarned. The One in 21 and 1. The Conqueror. Mille sono i nomi di questo fantastico performer, mille sono i motivi per i quali, ovunque è andato, ha sempre fatto la differenza ottenendo, in cambio, fior fior di quattrini, yen o similari. Ma perché? Cos’ha di così speciale?

Perché Lesnar è un atleta totale. Nonché un uomo estremamente feroce…e questa sua ferocia, si sa, si traduce in un carisma di tipo fisico che è impossibile racchiudere in un’ampolla, o in una frase. Vedendo Brock Lesnar, viene voglia di vederlo menare qualcuno: un po’ come Mr. T negli anni ’80, o come Bud Spencer negli spaghetti western. Lesnar è speciale, così come lo è gran parte dell’aura che lo circonda che riesce ad attrarre, come un irresistibile buco nero, l’attenzione di un pubblico davvero vastissimo.

Lesnar è stato, infatti, uno dei pochissimi artefici del successo globale della UFC, portando con se una fanbase dal wrestling a dir poco enorme (me compreso) che guardando i vari Anderson Silva, George Saint Pierre, Randy Couture e via discorrendo è divenuta fan non solo di Brock, ma delle MMA in generale, attuando un lapalissiano ma mai ufficialmente riconosciuto crossover. Lesnar, dunque, vale tanto oro quanto pesa. Ma non è che l’oro posato sul suo piatto dalla WWE eccede nettamente il numero che compare sulla sua bilancia dopo Natale?

Nel 2012, come riportato da Dave Meltzer, Brock firmò con la WWE un accordo annuale per circa 5 milioni di dollari, spalmati su 3 match in PPV e sporadiche apparizioni televisive. Più gli extra legati al merchandising, ovviamente. Tradotto in soldoni: circa 1,7 milioni a match. Non male direi.

Nel Gennaio del 2013, una volta scaduto il contratto, Lesnar ha firmato un rinnovo con condizioni (presumibilmente) similari, dalla durata biennale. Contratto che, facendo due conti, dovrebbe scadere quest’anno subito dopo Wrestlemania 31. Nel frattempo, Lesnar è divenuto Campione WWE ed ha giustappunto terminato la più grande Streak che il wrestling abbia mai conosciuto e mai conoscerà, raccogliendo il più grande onore che possa mai essere concesso ad un wrestler da qui alla fine dei giorni. Una bella iniezione di fiducia da parte della WWE, non c’è che dire.

Tralasciando momentaneamente il discorso legato a WMXXX, il dare la Cintura a Lesnar è stata a mio avviso una mossa tutto sommato azzeccata, con il proverbiale senno di poi. Vero è che è “brutto” non vedere il Campione WWE ogni settimana a Raw, tuttavia la Cintura alla vita di un Cena o di un Orton qualsiasi, nel corso dell’ultimo biennio, ha perso di gran lunga il suo valore intrinseco, svilendo il peso specifico legato all’esserne il detentore.

Proprio per questo, e proprio perché Lesnar è un lottatore speciale, un po’ della “specialità” è tornata ad essere anche della Cintura. L’ultimo match a tre valido per il Titolo che abbia avuto un’importanza ed un coinvolgimento emotivo così alti risale a Wrestlemania XX (ed il successivo Backlash), in cui gli attori erano HBK, HHH e Benoit nel pieno della loro maturità atletica…non male per Lesnar, Cena e Rollins oserei dire. Dunque verrebbe da dire che la WWE ha ragione e Brock vale tutti i soldi spesi per averlo riportato a casa. Ma c’è un però.

La WWE ha puntato, una volta fatto “all in” sul Network, tutte le fishes a sua disposizione, cambiando totalmente modello economico. Con un modello basato sui PPV, l’obiettivo era tutto sommato semplice: creare un “evento” così ben costruito da risultare essere quasi imperdibile, costringendo gli spettatori settimanali a quello sforzo monetario extra per poter vedere qualcosa di speciale. Da qui le sorprese durante i PPV, le faide culminate in tale sede, match a stipulazione speciale (come la Rumble) il cui interesse prescinde dal contorno in cui sono inseriti. In un contesto del genere, vedasi The Rock a WM28, ha senso investire molto per avere un’attrazione speciale in grado di far capolino quando “conta”, in modo da poter rientrare con il consistente compenso sicuramente elargito al Rock, Brock o Steve che dir si voglia.

 Con il Network qualcosa è cambiato: il traino economico non è più l’evento in se ma il prodotto in generale, globalmente suddiviso in puntate televisive ed “eventi speciali” che tuttavia devono necessariamente essere parte integrante di un processo creativo in grado di appassionare, a prescindere da graditi ritorni o match a 5 stelle annunciati.

In questo contesto, è più difficile giustificare (a se stessi ed agli azionisti) uno stipendio come quello di Brock, considerato quanto poco è effettivamente impiegato all’interno del prodotto. Senza contare che, impiegarlo di più, significherebbe innanzitutto renderlo più “ordinario” e dunque meno pregiato, ma anche pagarlo molto di più, per soddisfare la su sete di guadagno. Perché la forza di Brock, in questo scenario, è proprio la fila di pretendenti già armati di mazzo di fiori e cioccolatini in caso di passaggio da “relazione ufficiale” a “single” su Facebook.

Brock ha il potere di rifiutare un’offerta diversa, presumibilmente ridimensionata, da parte di Vince. In UFC, qualche anno fa, Brock guadagnava quasi 3 milioni ad evento e, se proprio vogliamo dirla tutta, in questo momento storico la UFC (compagnia assolutamente PPV Oriented, contrariamente alla WWE) ha bisogno di Brock molto più di quanto non ne abbia bisogno la WWE. Lesnar, con l’avversario giusto e con la storia legata al suo ritorno, potrebbe tranquillamente essere in grado di far superare gli 800mila acquisti in PPV, sfiorando forse il milione. Moltiplicando l’importo per 60 dollaroni cadauno, la UFC vedrebbe gli eventuali 3 milioni (o più chissà), assolutamente ben spesi. Senza contare che la Bellator, seconda compagnia di MMA al mondo, (con la nuova gestione di Scott Coker ed il portafoglio Viacom alle spalle) sarebbe ben lieta di opporre strenua resistenza alla UFC, per potersi garantire i servigi del gorilla albino più caro del mondo e proseguire nel trend volto ad accaparrarsi tutti i “nomi” rimasti disponibili. Kimbo Slice Vs Brock, per quanto assurdo, sarebbe un moneydrawer mica da ridere.

Detto questo dunque, la WWE potrebbe concretamente perdere Lesnar per un mero discorso legato al rapporto costi/benefici. Il problema è che, un anno fa, la WWE ha investito tantissimo in questo lottatore concedendogli uno dei più grandi onori della storia del wrestling, speranzosa di poter coglierne i frutti quest’anno mandandolo in pasto al nuovo che avanza. Ed una vittoria contro Lesnar da parte del “prescelto”, in questo momento storico in cui Brock è già con un piede nell’ottagono e la persona in questione è abbastanza acerba, sarebbe un discreto spreco di quanto investito appena un anno fa.

WM XX insegna.

P.S. Dana White che dichiara di aver parlato con Lesnar “4 settimane fa”. Triple H che si lascia sfuggire che Brock possa avere “unfinished business” altrove. Lo stesso atleta che ha uno stato di forma fisico molto vicino alle 265 libbre, limite per entrare nei pesi massimi UFC. Se due indizi fanno una prova, figuriamoci tre…

Danilo