Shinsuke Nakamura è un caso unico nella storia, chi lo paragona ad altri o pensa di sapere “come andrà a finire” corre il rischio di sottovalutarlo. Domenica avrà il suo secondo match in uno special event e potrebbe diventare nel giro di un mese number one contender. Certamente il titolare della valigetta MITB è un primo sfidante “sui generis”, ma sempre primo sfidante rimane. Un potenziale risultato che potrebbe essere capito da molti e frainteso da altri.

È qualcuno che nella noia e nella apatia di anni di push fallimentari a Roman Reigns e poco altro di rilevante, potrebbe essere non solo un wrestler innovativo in quanto tale, ma l’inventore di un nuovo “linguaggio”. Spiego. I wrestler della WWE, ma in generale, senza entrare troppo nei dettagli, vengono valutati per due macro aree: la capacità di lottare e realizzare match di livello e la capacità di intrattenimento. Con questo valutiamo tutti e possiamo dire che Bray Wyatt sia molto più bravo come intrattenitore che come lottatore oppure Finn Balor si esprima meglio sul ring che con un microfono in mano. Poi ci sono i grandissimi come HBK che uniscono queste due capacità alla perfezione e ce li fanno indicare in modo unanime come il “gold standard”.

Per capire compiutamente Nakamura in WWE, invece, dobbiamo fare un passo indietro, mollare i pre-giudizi e lo schema mentale che in maniera semplicistica ho scritto prima e provare a vederlo e giudicarlo con altri parametri. Nakamura ha uno stile di lotta che alcuni trovano “strano” e al microfono a stento si capisce il senso dei suoi promo. E allora perché la WWE ha pagato milioni di dollari per strapparlo alla NJPW? Al netto del suo, ammirevole, desiderio di provare una esperienza di professionale e di vita diversa. Il cosiddetto “Strong Style” perché è così tanto voluto dalla WWE? Pensate che Vince McMahon voglia fare “beneficienza” all’arte del wrestling? Lo Strong Style è l’ammodernamento di cui il wrestling americano necessitava da almeno un decennio. È il miglior modo possibile per andare a contrastare l’associazione tra wrestling e finzione nei nostri tempi. Il motivo per cui la WWE negli ultimi anni ha subito la crescita della UFC è stato, tra le altre cose, la crescita anagrafica di spettatori che non la trovavano più realistica.

Nakamura è in sintesi, nel progetto WWE, la “testa di ponte” che vuol far recuperare credibilità verso una fascia di pubblico che non si riconosce in figure come John Cena, Randy Orton che rappresentano il pro wrestling americano più classico (e che comunque deve essere tutelato) e che vorrebbero emozioni più forti o quanto meno avere la sensazione di vedere qualcosa di più realistico. Alla luce di questo non mi stupirei di vedere una vittoria netta di Nakamura e vederlo campione entro l’anno, ragioni di cuore e di testa fanno propendere per il giapponese, che non è solo un “lottatore bravo”, ma ha il potenziale di divenire la rivoluzione culturale che la WWE ha bisogno per stare al passo con i tempi.