La WWE sta vivendo per certi versi un periodo di assestamento dopo il brand split, con qualche carenza nella parte alta della card e la valorizzazione di una vecchia conoscenza del wrestling: i jobber. Possibile che (quasi) nel 2017 ci sia un ruolo più che marginale per questi lottatori?  Più strategico di una crisi di governo, ecco a voi l’editoriale odierno!

Partiamo dalle stelle, prima di cominciare a scendere giù che più giù non si può. Osservando il lavoro egregio svolto sino ad ora da Charlotte e Sasha Banks, non ho potuto che fare una considerazione tra me e me, che gradirei condividere con voi. Le donne in WWE, anzi, QUESTE donne in WWE hanno avuto un tempismo pressoché svizzero per emergere. Non solo perché questa è senza dubbio alcuno la faida maggiormente epocale della storia del wrestling femminile (Trish e Lita comprese), ma queste due performer possono tranquillamente rivaleggiare, forse per la prima volta nella storia, con le loro controparti maschili in quanto caratura dei personaggi, workrate e lavoro al microfono. Per la prima volta, non si valuta una faida e non si valutano delle performer relazionandole alle loro colleghe, ma facendo un discorso ad ampissimo respiro: Charlotte e Sasha sono assolute e, soprattutto la prima, pista l’80% del roster maschile in quanto a talento. Tempismo, dicevamo.

Le donne sono oggi il main event, ed a ragion veduta…ma non solo per propri meriti. Mi spiego meglio. Se vi fosse stato un Undertaker, un Edge, un Daniel Bryan, un CM Punk, un Triple H, uno Shawn Michaels, un John Cena in quel dell’attuale RAW, oggettivamente l’inserimento di Sasha e Charlotte nella parte maggiormente alta della card sarebbe stato più problematico. Intendiamoci, come ho scritto sopra stiamo assistendo ad una faida letteralmente epocale, ma allo stato attuale mi sento di poter affermare con ragionevole certezza che il main event sia occupato da queste due stupende performer anche per una certa opacizzazione in termini di starpower dei loro paritetici maschili.

Con Bàlor infortunato, Rollins che ha perso notevolmente momentum alla luce di un turn face gestito veramente maluccio, Roman Reigns che appena si avvicina alla zona main event viene fischiato fuori dai palazzetti e Cena, Ambrose e Styles virati verso Smackdown, attualmente il peso della zona alta della card si poggia quasi interamente sugli ottimi Owens e Jericho. Il primo, tuttavia, è ancora un main eventer in divenire, per una questione meramente di tempo ed esperienza e non per mancanza di personalità o talento, mentre il secondo, per quanto perennemente proteso verso l’eccellenza, resta comunque un performer a scadenza, a causa dei suoi numerosi impegni ed interessi extra ring: questo contesto di transizione, come dicevamo all’inizio, è stato terreno fertile per far ulteriormente sbocciare Charlotte e Sasha come main eventer fatte e finite, in grado di portare avanti la faida maggiormente di rilievo dell’intero show con grande personalità. A questo punto tappatevi il naso e sturate le orecchie, stiamo per perdere quota in modo precipitoso.

Il ritorno dei jobber di successo nell’era moderna, di fatto, è avvenuto con Ryback qualche annetto fa. Un performer a tratti discreto ed a tratti modesto del Nexus, dotato tuttavia di una fisicità imponente ed uno stiffissimo lariat, grazie ad una lunga, lunghissima serie di jobber match riesce ad andare over, occupando addirittura il main event in PPV contro il Campione WWE maggiormente longevo dell’epoca moderna. Dopo di lui, una gestione simile l’ha ricevuta, ed anzi la sta ancora ricevendo, Braun Strowman, che nonostante i limiti palesi di mobilità e workrate, in chiave puramente mark è un vero e proprio tritatutto, temuto da molti ed evitato da tutti: un risultato davvero notevole, se pensiamo alla versione decisamente meno over dello stesso, identico personaggio durante il periodo trascorso come membro della Wyatt Family. Un esperimento simile è stato tentato anche con Nia Jax ma, in tutta sincerità, l’aggressività della sua offensiva non è stata per nulla esaltata dalle vittime sacrificali fornitele, soprattutto visto l’impietoso confronto con il mastodontico Braun. Ma il vero paradiso dei jobber, signori, ha un colore azzurro cielo.

James Ellsworth è sicuramente l’esempio maggiormente emblematico, ma non è il solo. Rhyno e Slater sono senza dubbio dei jobber “elevati”, un gradino sotto troviamo i vari Ascension, Hawkins, Vaudevillains e nel seminterrato infine scorgiamo gli Headbangers e la Spirit Squad. Ellsworth merita in effetti un discorso a parte, in quanto è stato inserito in modo sorprendentemente efficace nel main event program tra Ambrose ed AJ, donando alla faida almeno un mese e mezzo/due di vita in più rispetto a quanta ne avrebbe avuta al netto del chinless one. La sua scomoda presenza comedy è fantastica per una serie di motivi, in particolare per il suo look: JE è decisamente al di sotto di standard atletici, fisici ed estetici rispetto anche ai tre quarti del pubblico, figurarsi del roster…più underdog di così, insomma, si muore.

Grossa importanza nello show blu la hanno anche tutti gli altri nomi sopra menzionati. In uno show dove le star, quelle vere, non si contano nemmeno sulle dita di una mano, la presenza di tanti corpi “sacrificabili” serve senza dubbio alcuno a far emergere i performer veri, quelli in grado di mandare avanti lo show: ma senza il sacrificio morale di chi accetta di buon grado di essere pagato solo per essere schienato, nessuno sarebbe in grado di emergere in fretta ed in modo convincente.

Sono curioso di sentire la vostra in merito.

Danilo