Ben ritrovati nella rubrica che consente tutti voi di scoprire gli interpreti del wrestling italiano. Quest’oggi non andiamo a scoprire un wrestler, bensì un arbitro. ANDREA MALALANA infatti si è ben presto fatto notare da critica e addetti ai lavori grazie al suo lavoro in FCW, Rising Sun, ASCA, BWT, MAW e in NEW, importante federazione tedesca. Una crescita repentina per questo ragazzo che oggi andiamo a conoscere.

Chi è Andrea Malalana e come si avvicina al wrestling?
Innanzitutto vi ringrazio molto per avermi voluto intervistare, è un piacere. Ho 25 anni e sono appassionato e studioso della disciplina da ormai oltre 13 anni, e con “appassionato” non intendo uno di quelli che si limita a guardare, ma un appassionato che approfondisce, esamina, studia ogni singolo aspetto. Nel corso degli anni ho lavorato a praticamente ogni ambito non in-ring riguardante il pro wrestling, tra gestione siti web, forum, produzione e montaggi video professionali (ho lavorato anche per la WWE per 3 mesi, producendo un video che è stato trasmesso a SmackDown), writer, telecronache e doppiaggio, collaborazioni con sviluppatori della serie di videogiochi WWE e chi più ne ha più ne metta. E ora che ci rifletto, il wrestling ha drasticamente influenzato la mia vita in tutti i sensi. Tutte le mie altre passioni e competenze, dal web design alla produzione video, alla mia conoscenza madrelingua dell’inglese, sono o scaturite o si sono sviluppate esponenzialmente tramite il pro wrestling e a progetti ed esperienze relativi ad esso. Quindi oltre ad avere dato tutto me stesso al pro wrestling, il pro wrestling ha anch’esso dato tantissimo a me.

Perché hai scelto di fare l’arbitro, cosa ti ha attirato?
Ho scelto di intraprendere la carriera di arbitro perché, dopo tutte le mie esperienze passate e dopo aver visto del grosso potenziale nel wrestling italiano, ho finalmente deciso di “scendere in campo” (o forse dovrei dire “salire sul ring”?) e mettermi al servizio del pro wrestling in maniera attiva, diretta. Personalmente non ho mai avuto la vocazione di essere un lottatore e, non reputandomi idoneo fisicamente e mentalmente a perseguire quella carriera con il rispetto che merita, il ruolo dell’arbitro per me rappresentava e rappresenta “the next best thing”, contribuire da quanto più vicino possibile al prodotto senza.. beh, senza dover rischiare l’osso del collo ogni sera (forse)! Inoltre, ben sapendo che un arbitro degno di tal nome ha ben molte più responsabilità che “contare fino a 3”, il ruolo mi ha sempre affascinato ed è sempre stato qualcosa “in the back of my mind”, che sentivo di avere nelle mie corde. Insomma, la mia è stata proprio una scelta mirata e voluta, e non un “piano B” o qualcosa di capitato per caso.

Chi ti ha insegnato le basi e da chi prendi spunto?
Quando iniziai originalmente, la mia passione e il mio studio del pro wrestling di cui parlavo sopra mi permisero di avere già di mio un minimo di “basi” nonostante abbia debuttato senza che nessuno inizialmente mi allenasse (fatta eccezione per qualche dritta iniziale dall’arbitro ASCA Matt Di Fina, a sua volta allenato dal Bonner), ma ero ovviamente consapevole che c’era molto di più da sapere. Il mio essere un perfezionista di natura e il mio voler prendere il lavoro seriamente, con passione e con orgoglio (chi mi conosce sa che se faccio qualcosa do il 100% e deve essere perfetta, altrimenti non la faccio affatto) mi hanno spinto ad andare in autonomia alla ricerca maniacale di informazioni, seminari e approfondimenti curati da arbitri e veterani del settore dall’estero, setacciando in lungo e in largo il web e non solo. Sono andato ad inseguire le conoscenze direttamente “alla fonte” per quanto più possibile, studiando minuziosamente documentazione digitale e scritta – inutile dire che la padronanza dell’inglese è stata fondamentale. Oltre a tutto questo, c’è stata ovviamente anche l’esperienza diretta sul ring e nel backstage, che mi ha anche dato occasione di interagire e confrontarmi in diverse occasioni con veterani, tra cui Joe E. Legend, El Ligero, Alex Wright, oltre a preziosi consigli ricevuti dai miei esimi colleghi Bonner e Filippo Malvezzi.

Da chi prendo spunto? Da nessuno in particolare, ma posso dire che quando guardo il pro wrestling non lo “guardo” più, ma osservo e studio tutto ciò che concerne gli arbitri, dalle gestualità, alle piccole sfumature di cui l’occhio dello spettatore non può (e non deve!) accorgersi. E assorbo, perfeziono, integro nel mio bagaglio. Quindi forse è più corretto dire che cerco di prendere il meglio da tutti, sviluppando ed evolvendo il mio stile, e mettendoci ovviamente del mio. Anche perché ci sono alcune cose che non si possono imparare, devi sentirtele dentro, devi crederci. “You can’t manufacture passion”! Con il tempo ho costruito una sorta di mia “bibbia arbitrale” che è ora a oltre 20 pagine che contiene tutte le informazioni che ho imparato e raccolto e che continuo ad alimentare costantemente (forse un giorno la lascerò ai posteri…?). Non finisco mai di voler continuare a imparare e migliorare. Insomma… si può dire che prendo tutto ben poco seriamente…

Quando hai cominciato, cosa hai pensato? Cosa ricordi del tuo debutto in uno show vero e proprio?
Devo dire che, insolitamente per casi come questi, non ero nervoso. Cercai di prepararmi il più possibile nei giorni precedenti allo show e mi sentivo tranquillo e sicuro di me, ero concentrato e sul momento pensavo di “sapere quello che stavo facendo”. Ovviamente mi sbagliavo. Non perché qualcosa andò storto, anzi, fu una grandissima esperienza, andò tutto bene e a fine show ricevetti addirittura complimenti dagli addetti ai lavori. Ma perché con il senno di poi di già anche solo qualche mese dopo (una volta immagazzinata buona parte delle conoscenze di cui sopra), e riguardando la mia performance, mi resi conto che il giorno del debutto non ero lontanamente preparato a sufficienza per il compito. Se devo dire la verità, da persona che #RispettaIlWrestling, ad oggi probabilmente non manderei sul ring il me del debutto. E ci tengo a ringraziare Andrea Tagliabue e Giacomo Giglio per avermi aperto le porte verso questa strada e per aver riposto fiducia in me. Spero di averla ripagata con l’impegno e dedizione che ci ho messo negli anni, e soprattutto il giusto rispetto con cui ho preso questo lavoro.

In Italia hai acquisito una buona esperienza arbitrando in varie promotion. Ci puoi dare un pensiero su ciascuna di esse? Hai qualche aneddoto da raccontarci?
In tutte le promotion in cui ho lavorato mi sono sempre trovato molto bene, sia dal punto di vista umano che dal punto di vista professionale. Ho avuto modo di conoscere grandi persone prima che wrestler/addetti ai lavori, da cui impari sempre qualcosa ogni volta che ne sei a contatto, continuamente. Persone con filosofie diverse tra loro ma accomunate da un’adeguata formazione e una cosa fondamentale: il rispetto per l’Arte del Pro Wrestling e il volerla trattare con serietà e professionalità. Questa per me è la cosa più importante, e ciò include ovviamente anche il rispetto, la valorizzazione e il giusto riconoscimento per il ruolo dell’arbitro. Sono orgoglioso di aver sempre lavorato e di voler continuare a lavorare per realtà che condividono questa mentalità.
Per quanto riguarda un pensiero su ognuna di esse…

FCW: Beh, che dire, la FCW è la mia “casa”. E’ la federazione dove ho iniziato e che ho visto attivamente crescere mese dopo mese: tra ottimi prospetti dell’accademia, ospiti internazionali e una scenografia che vanta Titantron, impianto luci, fumo etc., offre senza dubbio uno dei migliori prodotti in Italia. Fiero di aver contribuito alla crescita della federazione, a cui per ovvi motivi sono quindi molto legato.
ASCA: Ogni supershow dell’ASCA è ormai una garanzia, offre atleti di qualità incredibile, sia europei che italiani, di fronte ad un altrettanto incredibile pubblico, di gran lunga il più caloroso e rumoroso sul suolo italiano. Esibirsi all’ASCA Dome è sempre un onore e una grande esperienza, oltre a un’ulteriore opportunità di crescita visti i nomi coinvolti.
BWT: Il Bologna Wrestling Team ha fatto la scelta di concentrarsi esclusivamente sul proprio vivaio interno e penso che ciò stia pagando eccome, visto il gran numero di ragazzi/e formati ottimamente dalla scuola Red Scorpion. Sono sempre stato accolto bene ed è un piacere collaborare con loro.
Rising Sun: La promotion è nata da meno di un anno ma si sta già affermando come una delle più valide e amate in Italia, forte di collaborazioni con diverse federazioni e talenti di alto livello coinvolti. Dai veterani alle più giovani promesse, c’è spazio per tutto il meglio che il pro wrestling italiano e europeo ha da offrire. Inoltre, presta la giusta attenzione e considerazione anche a ogni aspetto “fuori dal ring”. Felice e fiero quindi di essere stato scelto come Senior Referee di questa progetto.
MAW: Wrestling “aggressivo”, ma non per questo sacrificando lo storytelling, anzi, dandogli un ruolo altrettanto importante. E’ un prodotto differente che in Italia mancava e va ad aggiungere varietà all’offerta pro wrestling nel nostro paese. Anche qui sono stato voluto e accolto benissimo quindi non posso che parlarne positivamente.
EPW: Non ho ancora avuto il piacere di arbitrare per la EPW ma ho potuto collaborare con la federazione dietro le quinte e dare il mio contributo nei recenti show come parte dello staff, c’è un rapporto molto cordiale e non posso che essere un sostenitore del loro modo serio e professionale di trattare il Pro Wrestling, non solo per i professionisti di livello mondiale coinvolti ma anche per la grande scrupolosità nella produzione televisiva.

Tutte federazioni diverse ma, come dicevo, è sempre un grande piacere lavorare con ognuna di esse e sono loro grato per le esperienze e le opportunità che mi hanno dato. Tutte sono state fondamentali per la mia crescita, dandomi l’opportunità di lavorare con grandi talenti italiani e internazionali, trattandomi con rispetto e permettendomi di stringere rapporti di reciproca amicizia e stima. Inoltre, la maggior parte di esse sceglie di bookarmi nonostante io abiti lontano dalle loro sedi, quindi devo doppiamente ringraziarle.

Recentemente sei stato anche all’estero. Come vedi le differenze rispetto all’Italia? Cosa ti ha dato arbitrare fuori? Che aneddoti sono accaduti in queste occasioni?
Non penso sia corretto generalizzare e parlare di “differenza tra l’Italia e l’estero”. Sicuramente, in Italia il Pro Wrestling non è visto come un business come lo è ad esempio negli Stati Uniti, purtroppo manca la cultura generale in quel senso. Ma per il resto, in tutti i paesi esteri esistono (poche) federazioni di alto livello e (molte) federazioni di basso livello. Attualmente soltanto il Regno Unito fa eccezione e gode di una situazione per la maggior parte prosperosa. Detto questo, sono felice di aver avuto l’opportunità e la grande soddisfazione di arbitrare più volte per una compagnia appartenente alla prima categoria, la tedesca New European Championship Wrestling, federazione di Alex Wright la quale va in onda in mondovisione. Ho trovato un’enorme professionalità e cordialità da parte tutti gli addetti ai lavori, un’arena perfettamente adibita per il wrestling, una scenografia e produzione televisiva invidiabile a qualsiasi federazione, ordine e tempismi impeccabili, attenzione ai minimi dettagli. Sono stato fatto “sentire a casa”, valorizzato e apprezzato. E’ stata quindi un’esperienza di cui sono orgoglioso e ovviamente un’importante opportunità di apprendimento che mi ha permesso di prendere parte in prima persona a un’ambiente altamente serio e professionale, sia sul ring che dietro le quinte. Ma ripeto, non per questo bisogna generalizzare e pensare che all’estero sia tutto rose e fiori. Di sicuro, anche per le mie esperienze internazionali continuerò a mantenere gli stessi principi a cui faccio fede per quelle in Italia, la ricerca del rispetto per la disciplina, serietà e professionalità, non certo andare ovunque per il gusto di dire “sono stato all’estero”.

Come vedi il panorama italiano? Quali i pregi e quali i difetti? Cosa vorresti cambiasse e cosa vorresti rimanesse uguale?
La classica domanda da un milione di dollari. Penso che il wrestling italiano stia andando nella direzione giusta e stia facendo grossi passi avanti, il livello generale si è alzato notevolmente. Un’arma a doppio taglio è il gran numero di federazioni attualmente presenti, il che non è necessariamente un bene. Se è vero che da una parte può essere un fattore positivo in quanto offre ai wrestlers un’opportunità di aumentare la propria esperienza e visibilità (sempre che gli venga concessa la possibilità di muoversi senza malcontenti di altre federazioni), dall’altro inevitabilmente si va a frammentare il prodotto e di conseguenza a disperdere la qualità. E se ci sono anche solo alcune compagnie che lavorano male o fanno salire sul ring wrestlers senza adeguata formazione, oltre a mettere a rischio la loro incolumità, rovinano l’immagine della disciplina agli occhi del pubblico, dei media (come se già non bastasse), e di eventuali ospiti internazionali presenti, causando un danno all’intero panorama italiano, anche a tutte quelle federazioni che invece lavorano bene… E questo è l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno, dato anche che già di suo la stragrande maggioranza dei fan non si muove per andare a vedere altro che non sia la WWE. Dobbiamo invece cercare quindi di colmare il più possibile gap tra i due prodotti, offrendo sempre qualità, con costanza, se vogliamo “affezionare” e fidelizzare il pubblico.

E penso che questo stia pian piano accadendo negli ultimi anni. C’è stata un’apertura di mentalità rispetto al passato da parte di diverse federazioni che ora collaborano tra loro e lasciano più libertà ai propri wrestlers. Abbiamo avuto e continuiamo ad avere come ospiti importanti talenti internazionali, nonché seri professionisti che tengono seminari per i workers nostrani. I vivai di giovani italiani stanno crescendo sempre più grazie a diverse accademie ed allenatori di livello (ICW, FCW, BWT…). Abbiamo diverse promotion che mettono in mostra e valorizzano il meglio italiano ed internazionale (EPW, ASCA, Rising Sun…). Abbiamo atleti italiani che si allenano e si esibiscono all’estero. La produzione e la cura dei dettagli dentro e fuori dal ring sta migliorando. Inoltre, diversi siti web, come il vostro, stanno dedicando spazio al wrestling italiano.
Tutto questo sta facendo costantemente crescere il pubblico “regular” del movimento italiano. Dopotutto, se uno spettatore è contento alla fine di uno show, ci sono buone probabilità che si appassioni e che torni ancora. E ancora. Abbiamo dimostrato in più occasioni di avere in Italia un gran numero di talenti con niente da invidiare al resto dell’Europa o agli USA, e il mondo pian piano se ne sta accorgendo. Quindi, continuiamo su questa strada (con le dovute eccezioni del caso) e a coloro che sono consapevoli di questo e delle potenzialità del movimento nostrano, dico: meno parole e più fatti! Muovetevi e supportate il buon wrestling italiano, non soltanto quando c’è il grosso nome internazionale in card!

Sei l’unico arbitro in Italia con un proprio merchandise. Ci puoi spiegare come è nata la cosa?
E’ nata un po’ per caso. Ormai diversi mesi fa, parlando con i miei amici dello staff di Wrestling Revolution il giorno dopo l’evento Rise To Stardom, venne fuori la battuta “potete contare su di me”, riferito al mio ruolo da arbitro. Subito il pensiero andò al gioco di parole per un arbitro (“potete contare su di me… 1, 2, 3…”) e ci dicemmo: “Dovresti farne una maglietta!”. L’idea però in quel momento la accantonai, perché pensai appunto che essendo un arbitro, sarebbe stato inusuale e probabilmente sopra le righe avere del merchandise. Il motto però lo reputavo davvero geniale per non essere sfruttato, e vista anche la grande accoglienza che i fan mi riservano ad ogni evento in cui arbitro (a proposito, non ne ho ancora capito il perché, ma è bello vedere che anche la figura dell’arbitro non passa inosservata e che l’impegno venga apprezzato, quindi grazie a tutti!), alla fine dopo qualche mese mi sono detto “in fondo… perché no!?” e mi sono finalmente deciso a realizzare l’idea. Con l’aiuto e il feedback di diversi amici, il design ha preso forma (potete vedere il design finale a questo link) e ne ho stampato un campione che ho indossato all’evento ASCA/Rising Sun Unlimited Ambition. A quel punto ancora non ero sicuro se l’avrei tenuta solo per me stesso o se l’avrei proprio messa in vendita, volevo prima vedere la reazione dei fan e se c’era eventuale interesse. Risultato, per mia soddisfazione tutti ne sono rimasti positivamente colpiti e hanno dimostrato interesse nel volerla, quindi non ho potuto fare a meno che rimboccarmi le maniche (altro gioco di parole involontario) e produrle “ufficialmente”.

Dove ti vedi tra qualche anno? Quali sono i tuoi obiettivi?
Impossibile dire dove mi vedo tra qualche anno, sicuramente ho l’obiettivo di espandere i miei orizzonti e farmi conoscere ancora maggiormente all’estero. Sono consapevole e orgoglioso del mio valore, serietà e dedizione, e ho quindi intenzione di continuare a dimostrarlo agli occhi di quanti più professionisti possibili e sfruttare al massimo ogni opportunità. Un altro obiettivo è sicuramente anche quello di continuare a contribuire alla crescita del wrestling italiano, cosa che per quanto mi è possibile spero di stare già facendo oltre al mio ruolo di arbitro anche con l’organizzazione generale, la produzione e il montaggio video dei full show per alcune federazioni per cui lavoro. E continuare a crescere. Nella vita e soprattutto nel Pro Wrestling non si “arriva” mai, non si smette mai di imparare e imbattersi in nuove situazioni, e ogni evento in cui sono coinvolto è un’opportunità per arricchire il proprio bagaglio conoscitivo e vivere esperienze appaganti. Poi è chiaro, specialmente per un arbitro esiste soltanto una compagnia di wrestling al mondo che ti possa permettere un guadagno fisso. Non posso quindi che citare un mio caro collega: “Non succede, ma se succede…”

Dai appuntamento ai lettori per i prossimi eventi che arbitrerai..
Tempismo perfetto in quanto ho da poco annunciato sulla mia pagina Facebook un mio prossimo impegno di cui sono davvero orgoglioso: Sabato 28 Gennaio 2017 arbitrerò a 5 Star Wrestling: Dundee in Scozia, uno show nel quale saranno presenti alcuni dei migliori wrestler a livello internazionale, inclusi diversi ex WWE. Sarà un’importantissima esperienza e darò il massimo per onorarla e sfruttarla il più possibile. Sarò presente anche al già annunciato show congiunto del 25 Marzo Rising Sun + HOPE Wrestling (brillante promotion del Regno Unito), altro progetto di cui vado molto fiero e che rappresenta sicuramente un passo importante per il wrestling italiano, e a uno show in Francia che si svolgerà l’11 Marzo.
E ovviamente, mi vedrete ai prossimi eventi FCW, Rising Sun (tra cui uno imminente del 14 Gennaio), ASCA, MAW, e di eventuali altre federazioni con le quali si creerà una collaborazione. Per rimanere aggiornati su tutti gli show che mi coinvolgeranno, potete seguirmi sulla mia pagina Facebook. Vi ringrazio ancora per l’interesse dimostrato nei miei confronti e ringrazio i lettori di questa intervista, che chiudo citando l’hashtag del mio collega Filippo Malvezzi #RispettaIlWrestling. E ricordatevi… #YouCanCountOnMe

Grazie ad Andrea per la disponibilità e seguite gli aggiornamenti della sua pagina. A presto!

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.