Ogni anno, due giorni prima della disputa di Wrestlemania, si tiene la cerimonia della Hall Of Fame della WWE. Un riconoscimento tanto importante quanto gratificante per ogni performer legato a questo mondo, capace di rendere indelebile il passaggio di un determinato personaggio nella storia della compagnia di wrestling più importante al mondo. Quello che è certo, però, è che non sempre tutti i nomi siano stati del tutto meritevoli di questo riconoscimento: col fatto che, ogni anno, la federazione sia tenuta a decidere un numero vicino alla decina di personaggi del passato da inserire nell’arca della gloria, è pure normale che vi siano figure meno degne di questo premio rispetto ad altre. È anche vero che, nella classe di una singola annata, non sia possibile inserire solo dei Main Eventer, anche perchè, se la WWE decidesse di fare così, avrebbe esaurito i nomi capaci di scaldare il pubblico già da tempo. Così com’è necessario che ci sia un top name per ogni edizione, è pure importante presentare nella lista una serie di buoni gregari.

Detto questo, oggi andremo ad analizzare la classe del 2018 di questa particolare celebrazione, sottolineando i lati positivi e i lati negativi dell’edizione di quest’anno, passando in rassegna ogni nome, a partire dall’ultimo in ordine d’annuncio, fino ad arrivare alla vera e propria attrazione principale, indicando se i wrestler che verranno inseriti per questa annata rispettino i paramentri da me sopra indicati (piccola nota, non commenterò l’ingresso di Kid Rock e il Warrior Award).

6) Mark Henry

Assolutamente d’accordo con questa decisione. Mark Henry è un lottatore che ho sempre apprezzato, nonostante non spiccasse per il proprio atletismo e la sua velocità d’azione. Un esempio per ogni essere umano: l’ex campione dei pesi massimi si è sempre messo a disposizione del prossimo, facendosi trovare pronto in ogni occasione nel momento di aiutare un wrestler più giovane ad emergere. Un elemento carismatico e fondamentale per lo spogliatoio, un po’ la chioccia ideale per i performer alle prime armi. Oltre ad aver dimostrato di essere una persona dal cuore d’oro, The World Strogest Man si è reso pure celebre per qualche momento memorabile, che rimarrà alla storia sia nel bene che nel male: che dire del suo ultimo regno da campione mondiale, a livello di interpretazione del personaggio ha dimostrato di saperci fare davvero; per non parlare dell’idolatrato promo post-Wrestlemania 29, dove, oltre ad indossare la tanto amata giacca color salmone, ha tirato fuori una delle prestazioni al microfono migliori di sempre; invece, se qualcuno volesse ricordare questo lottatore col sorriso stampato sulla bocca, che dire della relazione con Mae Young, con la quale ebbe una mano come figlio. Insomma, Henry è in grado di soddisfare tutti, per questo il suo ingresso è azzeccatissimo. Se proprio dovessi fare una critica, non avrei riservato a questo lottatore l’ultimo slot della Hall Of Fame di quest’anno, ma alla fine non è niente di grave.

5) Hillbilly Jim

Putroppo, non conosco molto bene questo personaggio, ma c’è l’articolo storico di Giovanni ad aiutarmi. Hillbilly non è stato sicuramente un nome capace di assicurare la vendita migliaia e migliaia di biglietti. Però, come già detto, una classe della Hall Of Fame come si deve non dev’essere formata solo da superstar del calibro di Hulk Hogan, “Macho Man” Randy Savage o Ultimate Warrior, tanto per citare alcuni wrestler appartenenti al periodo di Hillbilly. Nonostante non sia stato mai campione mondiale, possiamo parlare di un vero e proprio campione di tutti, dato che lui stesso ha incarnato la figura dell’appassionato di questa disciplina ritrovatosi quasi per puro caso a calcare un ring di wrestling. Un vero e proprio veterano del ring, che non ha mai voltato le spalle alla WWE, nonostante non fosse uno dei pezzi pregiati. Come già detto, un ottimo gregario. Un lottatore che, nel bene o nel male, merita un piccolo spazio nell’arca della gloria.

4) Jeff Jarrett

Sicuramente, questa è l’introduzione che strizza più l’occhio agli appassionati del wrestling non-WWE, dato che Double J non è stato solo uno dei capisaldi della TNA, ma ha fatto pure parte di una delle fazioni più importanti del pianeta e della storia, il Bullet Club. Tuttavia, seppur andrò contro corrente, dal mio punto di vista, poteva essere degnato di questo riconoscimento qualcuno di più rappresentativo. Con questo non voglio dire che l’ex campione intercontinentale non sia un pezzo di storia del wrestling, anzi, soprattutto nel mondo delle indipendenti, Jarrett è stato uno dei volti più importanti per aiutare ad affermare il movimento, ma, proprio per questo, la Hall Of Fame WWE non la trovo molto sensata per lui. È anche vero che, se la federazione stesse a prendere in considerazione questo aspetto ogni anno, gente del calibro di Sting, per dirne uno su tutti, non avrebbe mai avuto la possibilità di ottenere l’inserimento nell’arca della gloria. Apprezzo molto le sue qualità, sia come wrestler, sia come promoter, ma forse non è il nome perfetto per questa determinata Elite della compagnia di Stamford.

3) Ivory

Anche in questo caso, sono d’accordo con la decisione. Il nome di Ivory può essere sicuramente uno dei meglio spendibili in questo determinato periodo storico, soprattutto per quanto riguarda l’interesse dei mass-media. Infatti, stiamo parlando di una tre volte campionessa femminile e di una vera e propria veterana del wrestling. Allo stesso tempo, la scelta può essere definita come molto azzettacata in termini di marketing, perchè, nell’ultimo periodo, è stata prodotta una serie originale Netflix chiamata “GLOW”, basata sulla storia dell’omonima promotion di wrestling, federazione della quale la stessa lottatrice presa in questione fece parte. Per questo, la WWE può cavalcare l’onda di successo mediatico generata da questa serie, presentando come ingresso nella sua Hall Of Fame una lottatrice che ha fatto veramente parte di questa trasmissione. Una buona scelta sotto più punti di vista. Certo, non è sicuramente uno dei nomi più importanti della WWE per quanto riguarda il wrestling femminile, ma è anche vero che gente come Trish Stratus o Lita abbia già ricevuto questo premio alla carriera. Nulla da contestare.

2) The Dudley Boyz

Per loro non vale lo stesso discorso di Jarrett: nonostante la loro esperienza nelle indipendenti, soprattutto in TNA, ROH, ma, in particolare, nella ECW, abbia rappresentato una parte importante della loro carriera, hanno lasciato la loro impronta in questa compagnia. Non vi devo neanche dire perchè i Dudleys siano davvero un team meritevole per questo spot: mi basta ricordare i 9 titoli di coppia vinti solo nella federazione di Stamford, ma, soprattutto, i TLC di inizio anni 2000 con The Hardy Boyz e Edge & Christian. Un team che sa dare spettacolo, in particolare per la loro indole hardcore, che li rende unici nel loro genere (almeno in WWE), specialmente quando ci sono i tavoli coinvoti nella contesa, e, anche questa volta, non sto nemmeno a darvi le motivazioni di questa mia constatazione, le sapete già. Un tag team storico, che non merita solo la Hall Of Fame targata WWE, ma anche un riconoscimento a livello generale per quanto riguarda la disciplina. Storici ed unici, non c’è altro da dire.

1) Goldberg

Dulcis in fundo. Paradossalmente , l’headliner dell’edizione di quest’anno è pure il campione universale uscente, dato che Brock Lesnar gli strappò questa cintura a Wrestlemania 33. Non penso di essere troppo impopolare questa volta: Goldberg non è assolutamente l’uomo giusto per questo ruolo. Da ricordare che quest’uomo sia stato un vero e proprio prodotto della WCW, della quale è diventato un membro storico, soprattutto grazie alla sua winning streak. Da notare pure come le sue migliori prestazioni le abbia offerte proprio nella federazione precedentemente citata, cosa non replicata in WWE. Infatti, dal suo approdo avvenuto nel 2003 dopo numerosi tira e molla, The Man non è mai riuscito a fornire una di quelle sue classiche prestazione di esplosività e potenza fornite nelle federazione madre della NWO. Un personaggio che non ha avuto rapporti idilliaci con la federazione in passato e che più volte le ha mancato di rispetto, come dimostra il match di Wrestlemania 20. Un wrestler che, dal suo ritorno avvenuto nel 2016, seppur si sia dimostrato maturato e di aver acquisito un minimo di buon senso, non ha mai regalato uno spettacolo degno di essere chiamato match di wrestling, eccezion fatta per il match dell’anno scorso del Grandaddy Of Them All, che, personalmente, ho apprezzato. Semplicemente, più per il suo passato che per il suo presente, Goldberg non merita al 100% di far parte della Hall Of Fame WWE.

E voi, siete d’accordo con me? Quali superstar vi piacerebbe che venissero inserite nell’arca della gloria? Chi sostituireste dei membri della classe di quest’anno? Al posto di chi?

The Notorious