5. BRAY WYATT vs RANDY ORTON

Negli ultimi mesi ho analizzato a fondo l’intera vicenda tra Bray Wyatt e Randy Orton che a Payback ha vissuto il suo ultimo capitolo tra risvolti che dopo il minidraft ha preso una piega del tutto diversa e inaspettata. L’idea dell’incontro nella casa degli orrori con un atmosfera tipica dei film di quel genere era palpabile ed ha funzionato, richiamando in qualche modo avvenimenti ed effetti speciali di cui la Lucha Underground si nutre principalmente. La musica di sottofondo, la casa infestata, il trattore che si muove da solo…uno scenario credibile e fattibile per tutti i dettagli captati nella lunga rivalità tra Randy e Bray. La seconda sfida sviluppatosi al centro del ring non ha pienamente convinto ma se l’intrusione di Jinder Mahal e dei suoi scagnozzi ha smorzato e annullato un adeguata fine della faida, il risvolto che ne è scaturito da credito e un senso logico a quanto accaduto tra Raw e Smackdown con questo intreccio di storyline. Payback, oltre ad incentrarsi sul concetto puramente della vendetta, aveva la funzione di mettere un punto finale su alcune questioni in sospeso per dare il via a nuovi percorsi. L’uscita trionfante e soddisfatta di Bray dalla sua dimora ha sottolineato come nessuno può domarlo all’interno delle sue mura, mentre la sconfitta al centro del ring di Orton ha evidenziato come Jinder e i suoi soci possono rappresentare un ostacolo per il WWE Champion.

 

4. CHRIS JERICHO vs KEVIN OWENS

Se per Wyatt ed Orton si è messo un punto definitivo, per la corona statunitense si è preferito invece prolungare la storia optando per un esito diverso da quanto si potesse immagine e di conseguenza con un risvolto sorprendente. Di fatti la pausa dal wrestling lottato di Jericho per dedicarsi alla sua ultima produzione musicale, faceva pensare al successo definitivo di Owens ma Payback ha saputo anche stupire. Non c’è stata soltanto la vittoria di Chris e la conquista del titolo US, ma anche il tapout da parte di Owens con una gestione davvero fine del dito leggendario, che nella storia tra KO e Y2J è sempre stata presente, e ultimamente anche con un ruolo più che fondamentale. L’incontro per il titolo US è stato quello con la durata maggiore ed anche uno dei migliori dell’evento, regalarci altre pagine prima di chiudere il libro di questa rivalità che ci ha divertito a appassionato per mesi e mesi, è stata una scelta giusta e saggia. E cosa dire del post-match di Jericho? A voi la parola!

 

3. TURN HEEL – CESARO & SHEAMUS

Il mini-draft ha dato una bella mescolata alla carte rivitalizzando il roster per poi dare il via a nuove rivalità. Ma oltre allo shake up, c’è dell’altro, come lo si può notare analizzando la faida partita dopo Wrestlemania, tra i rientranti fratelli Hardy e il duo formato da Cesaro e Sheamus, e in particolare al turn heel degli ex campioni di coppia avvenuto nel momento giusto portando a termine la vendetta architettata da settimane, per poi esplodere nella serata clou. Un plauso al profilo portato avanti negli episodi di RAW dove se gli atteggiamenti friendly dei due atleti europei facevano pensare ad una faida nel segno del rispetto reciproco senza ricorrere a colpi bassi, gli stessi comportamenti del duo poteva essere visto come un primo segno della scissione del tag team riportando in auge quella rivalità partita da un idea di Mick Foley e mai portata a termine. Dare nelle nostre mani molteplici opzioni, ha fatto si che ci fosse della imprevedibilità su quello che sarebbe accaduto, così come aver pianificato l’attacco a tradimento di Cesaro e Sheamus solo dopo la stretta di mano al centro del ring e dopo aver cominciato il percorso che li avrebbe riportati nel backstage. Payback segna quindi un nuovo capitolo del duo Shesaro (come suggerito nel preshow) che dopo aver trovato un punto in comune in un bar di quartiere tra scazzottate alla Bud Spencer & Terence Hill, rafforzano il legame con uno stampo differente e intrigante specie per quanto riguarda lo svizzero. C&S ha funzionato sin dal primo momento ma con il ritorno degli Hardy Boyz, apportare delle modifiche e passare allo stato successivo è stato un risvolto importante che porterà dei cambiamenti da qui a lungo termine.

 

2. ALEXA BLISS – CAMPIONESSA A TUTTO TONDO

Ricordo ancora quando sul web cominciarono a trapelare le prime voci su un presunto malcontento della WWE nei confronti di Alexa e invece, come spesso accade, è stato un bel buco nell’acqua, specie quando ti accorgi di come settimana dopo settimana l’atleta 25enne stia incrementando punti e scalzando velocemente le posizioni portandosi in vetta ed essere riconosciuta come una vera leader. E’ evidente in come in quel piccolo concentrato ci sia del talento, e non a caso la vediamo sempre più spesso prendere il comando del ring dove microfono alla mano appare un gigante di 2metri. Il character della ragazza, con tutte le espressioni facciali del caso, fa immediatamente presa e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. A Smackdown, una volta conquistato il titolo, ha saputo imporsi e navigare a vele spiegate, e la musica non è affatto cambiata passando nel roster di RAW. Probabilmente tra tutte le promozioni da NXT, Alexa era la meno quotata (assieme a Carmella) di fronte a nomi come Sasha Banks, Bayley, Becky Lynch e Charlotte. Ed invece la Bliss ogni qual volta viene chiamata in scena riesce a pungere, riesce a catalizzare l’attenzione su di se facendo in modo che la luce della ribalta non venga condivisa con nessun altra ragazza. La vittoria a Payback fa in modo peraltro di inquadrarla come una atleta che va dritta al punto trovando ogni qual volta un escamotage per centrare l’obiettivo. Essere la prima wrestler a fregiarsi dei due titoli di categoria dimostra quando la WWE le abbia “giustamente” dato una fiducia a tempo pieno, e il segmento andato in onda a RAW dove guardava dall’alto in basso tutte le pretendenti al titolo, in realtà non aveva bisogno di alcun piedistallo in quanto sebbene Alexa sia la più piccola di statura, è nello stesso istante la più alta di tutte.

 

1. BRAUN STROWMAN DETTA LEGGE

Settimane fa mi sono imbattuto in una vecchia foto di Strowman e una pancia ben evidente, che richiamava al primo periodo nella WWE all’interno della Wyatt Family, dove oltre alla potenza fisica non c’era nient’altro, ma dopo diversi mesi la situazione è decisamente cambiata…in meglio. Braun ha preso il testimone lasciato da Kane imponendosi come il nuovo mostro della WWE, con risultati più efficaci che mai. Il match contro Roman Reigns e la vittoria ottenuta è il giusto tocco finale di un disegno che ha aggiunto di volta in volta nuove forme. La battuta d’arresto di FastLane poteva essere vista negativamente in quanto Braun era stato scelto come vittima sacrificale per portare in alto Reigns in vista dello scontro con The Undertaker a Wrestlemania, ma da quel momento in poi c’è stato un risvolto che a Payback ha toccato il suo punto più alto. Il massacro ai danni di Reigns nel precedente episodio di Raw e il post-match del ppv sono azioni che vedono Strowman dettare legge, intimidendo il GM e l’intero backstage nel caso non ottenga ciò che vuole. Un autentico mostro che peraltro sul ring non è da meno. Il Big Man ha dimostrato che l’altezza e la fisicità di cui dispone non è un ostacolo che lo impedisca di muoversi a proprio piacimento durante un match, ma bensì un arma in più. Nel corso degli anni la WWE ha provato e riprovato nel trovare qualcuno che potesse prendere le redini di Kane e Big Show, e proprio parlando di quest’ultimo l’incontro di RAW e la prestazione d Braun racchiudere tutto il mio discorso. La violenza e il modo in cui ha distrutto Reigns lasciandolo al tappeto sanguinante, ci ha regalato delle immagini davvero significative.

La mia più grande passione? Il wrestling! Nata negli anni 90 con la voce di Dan Peterson e le immagini trasmesse in tv dalla emittente Tele+2! Ho avuto la fortuna di assistere Live a show delle federazioni italiane/europee e show della WWE nel nostro paese in più occasioni. Blogger ed editorialista, ho intervistato alcune superstar (passato e presente) ma ciò che mi piace sottolineare è identificarmi, prima di tutto, come FAN