Prendendo in prestito il titolo del romanzo di George Simenon (che si riferiva però all’epilessia) oggi vi parlo di Ranallo e del suo inaspettato ritorno in WWE.

La depressione è uno dei grandi mali di questo secolo. Dando una breve occhiata alle statistiche a oggi ne risultano affetti circa 4,5 milioni nella sola Italia e 322 milioni in generale. Essere depressi non significa solo essere giù di morale, ma è una vera e propria malattia che non ti permette di fare le cose più semplici, dal mangiare, al dormire, al relazionarsi con gli altri. Per questi motivi quando ho letto le prime news che riguardavano Ranallo e le varie motivazioni addotte al suo problema ci sono andato con i piedi di piombo.

La depressione è una situazione esistenziale terribile, quindi bisogna andarci piano prima di lanciare accuse dando retta ai vari rumors che arrivano dall’altra parte dell’oceano.

Per i più distratti provo a riassumere la vicenda, se conoscete già i fatti passate pure al paragrafo successivo. Mauro Ranallo, commentatore con anni di esperienza in vari sport di combattimento (dal muay thai, alla boxe, alle mma ecc…) nel 2015 ha realizzato quello che definiva il suo sogno, siglando un contratto di lavoro con la WWE. Partito con il commento in qualche match nei kick off, Ranallo al tavolo bordo ring di Smackdown è diventato in breve tempo uno dei più apprezzati tra i fan. L’inizio dei problemi giunse il 14 marzo di quest’anno, giorno in cui andò in onda lo show blu in sua assenza, giustificata con una banale influenza. Una decina di giorni dopo la verità iniziò ad uscire fuori, ovvero quella depressione unita a una sindrome bipolare che già in passato gli aveva impedito di lavorare per alcuni periodi. Una voce antipatica si fece però sempre più largo, ovvero che il riacutizzarsi della malattia fosse dovuto ad una persona precisa, John Bradshaw Layfield. Il caro JBL non è nuovo ad accuse di bullismo nei suoi confronti, così tra addetti ai lavori e fan si è alzato un polverone contro il texano chiedendone il licenziamento. Nel frattempo le strade di Mauro e della WWE si separarono, con Ranallo tornato a commentare eventi MMA. Le polemiche contro JBL non si placarono, nonostante un’intervista di Mauro in cui scagionava il collega riguardo i motivi del suo allontanamento. Tra gli accusati fu fatto anche il nome di Vince McMahon, che non trovando di suo gusto lo stile del commentatore avrebbe fatto pressioni perché si uniformasse ai colleghi. Nel frattempo la carriera del canadese riprese a gonfie vele, con l’ingaggio da parte della Bellator e l’aggiudicarsi il prestigioso ruolo di commentatore nel match evento tra Mayweather e McGregor. Quando ormai la vicenda sembrava chiusa ecco il colpo di scena, con il ritorno in WWE nella veste di commentatore di NXT.

Riepilogata la storia faccio alcune considerazioni. Per prima cosa mi viene facile immaginare l’ambientino che si respira in WWE quando le luci dello spettacolo si spengono. JBL non sembra essere un caso isolato, ma soltanto uno dei tanti prepotenti a cui tutto è permesso in un clima con una maturità degna di adolescenziali subnormali. Chiamatelo bullismo, nonnismo o come volete, ma io in questo e in altri episodi vedo una giungla dove se non fai parte del branco dominante non hai vita facile.

Alle prime news proprio per la delicatezza del problema non davo troppo credito alle accuse a Layfield. Uno può essere depresso per mille e più motivi, con la nomea del texano sembrava troppo facile fare uno più uno e dargli tutta la colpa della situazione. Sono però due i motivi che mi portano a credere che un fondo di verità ci sia in quei rumors.
Innanzitutto se la depressione non avesse alcuna relazione con la WWE allora non mi spiego come abbia potuto Ranallo riprendere a lavorare così velocemente in altri ambiti. Se hai dei problemi esistenziali non riesci a lavorare e basta, non è che non puoi farlo da una parte e dall’altra sì. Quindi in un modo o nell’alto l’ambiente della federazione di Stamford c’entra senz’altro.

Il secondo punto che mi fa pensare che il problema nello specifico riguardi JBL è proprio nel ritorno di Ranallo. Come detto infatti andrà a occupare il ruolo di commentatore di NXT. Non credo che la motivazione sia nel concedergli uno show più breve e senza diretta per farlo stare più tranquillo, ma è evidente che nel ruolo precedente c’erano problemi che ne impediscono il reinserimento. E’ non è difficile individuare la fonte di questi guai.

Per come è stata subdola la federazione in certi momenti non mi stupirei se prima o poi la WWE inscenasse una storyline su questa diatriba, anche se vista la delicatezza della malattia mi auguro se ne astengano. Sono comunque contento che Ranallo possa tornare a fare quello che definiva il lavoro dei suoi sogni, e che magari dopo che qualche personaggio sarà allontanato possa avere la possibilità di commentare Raw, Smackdown e gli special event.

Sergedge – EH4L