Impact Wrestling sta proseguendo nel lungo processo di riabilitazione dopo l’ennesimo reboot di inizio anno. Don Callis e Scott D’Amore si sono messi al tavolo per un progetto quinquennale durante il quale riportare il programma ad un dato rating vicino al periodo Russo/Jarrett, dunque sull’ 1.2 o 1.3. Al momento quel genere di obiettivo è molto lontano anche perché il network che propone la puntata settimanale non ha né la copertura né la spinta comunicativa adatta per aiutare la compagnia a risalire la china.

 

Il roster è discreto, le ultime aggiunte sono ottime. Pentagon Jr ha vissuto un breve e innocuo regno titolato, Rich Swann sarà un valore aggiunto della X Division, Cage ha attirato facilmente il pubblico, Kevin Kross ha tutte le qualità per sfondare, Jimmy Jacobs ha reso semi interessante Kongo Kong. Ci sarà ancora tanto da dire, e già dagli ultimi tapings si sono accese tante lampadine che attireranno giocoforza l’interesse dei tifosi. La conferma di breve periodo di Eli Drake poi è un bel regalo: non ci saremmo mai sognati di parlare in questi termini di questo ragazzo, eppure oggi è diventato una pedina di cui non si può davvero fare a meno. Se la WWE sta provando a fargli ponti d’oro, è evidente come le sue qualità siano indiscutibili e sia diventato un punto focale dello show.

Però a questo roster manca Jeff Jarrett. Ma anche Kevin Nash, Scott Hall. Diamond Dallas Page e Jerry Lynn, Sean Waltman e il Team 3D, Sting e Raven. Cosa voglio dire? Manca quell’elemento di esperienza che sappia prendersi uno spazio ampio ma importante nello show. Non c’è la superstar catalizzatrice in grado aiutare il prodotto, di prendersi soprattutto gli oneri di uno spettacolo, con le prestazioni sì ma anche col racconto di una storia. Quel tipo di personaggio non può essere Scott Steiner, che torna una tantum con un fisico (e un fiato) imbolsito per dare una mano qua e là, giusto un mese, e poi ha finito il bonus annuale. Serve una figura di raccordo, che riesca ad elevare una storyline con il peso della propria esperienza. Ci sta provando Sami Callihan, ha tutte le carte in regola per essere quel tipo di personalità ma gli mancano: a) l’appeal verso un pubblico più mainstream; b) un personaggio che lo configuri come adatto a tutti, che esca dai meandri dell’hardcore; c) una lunga carriera di successi alle spalle. E per successi si intende una militanza in WWE, WCW o ECW. C’è anche Tommy Dreamer, ma chi darebbe – nel 2018 – uno spazio così importante ad un ex midcarder WWE e uppercarder ECW che ha perso ormai con chiunque?

Ecco perché Impact deve essere in grado di guardarsi attorno. Deve essere in grado di coltivare interesse verso quei lottatori che nel passato hanno scritto, volenti o nolenti, delle pagine di storia. I sogni dicono chiaramente Chris Jericho e CM Punk: il primo potrà dare una mano, ma è impossibile che si permetta di aiutare una presunta competitor WWE, minando la possibilità di essere inserito nella Hall Of Fame. Va bene la NJPW, è lontana e Vince acconsente, ma Impact Wrestling no, Impact Wrestling è fuori discussione; il secondo ha un peso economico certificato dalle borse dell’ultimo show UFC, 500 mila dollari per una magra figura. A meno di accordi televisivi molto forti, è anche questo un arrivo impossibile.

E allora chi, nell’alveo del wrestling business? Christopher Daniels e Kazarian sono utili alla bisogna in ogni parte di uno show. Sono un pezzo di storia fortissimo della TNA e farebbero volentieri da chioccia alle nuove generazioni smarrite della compagnia. Pierre Carl Ouellet ebbe le sue fortune nella WWF degli anni ’90 coi Quebecers ed ha sorpreso un po’ tutti negli ultimi mesi, mettendosi in competizione coi migliori delle indy (Joey Janela, WALTER, Nick Gage, Eddie Kingston, Ethan Page) e ristabilendo il culto di una tecnica old school andata persa, ma sempre efficace. R-Truth potrebbe ritornare come Ron Killings e mettere da parte gli ultimi inutili anni in WWE per dare sostanza ai suoi ultimi anni di carriera.

Eppure Impact, il suo Jeff Jarrett, potrebbe averlo facilmente. Per anni è stato una colonna della TNA, ha vinto svariati titoli e definito un brand sia in coppia che in singolo. James Storm è l’uomo che potrebbe caricarsi sulle spalle la compagnia in attesa di scoprire i nuovi AJ Styles, Abyss, Robert Roode o Ethan Carter. Insomma, in attesa che nascano dei veri main eventer che scrivano una nuova generazione ed una nuova era per una federazione che ha bisogno di essere condotta nella navigazione. Storm ha tutte le caratteristiche per essere quella figura di prestigio, imponente abbastanza da blindare la zona preminente degli spettacoli e veder crescere dei pupilli da lanciare.

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.