La stella della Ring Of Honor, Jay Lethal, ha parlato di recente ai microfoni di Paste Magazine, dove ha rivelato di essere entrato nel mondo del Pro Wrestling grazie ad un Contest a cui ha preso parte da adolescente:

“No, non ho partecipato a Tough Enough. Sono andato ad uno show indy locale chiamato ‘Jersey All Pro Wrestling’, e durante l’intervallo fecero un  annuncio:’ A noi piace Tough Enough, quindi faremo un Contest del genere’. Ovviamente non avevano i soldi per fare una cosa come quella. Si trattava semplicemente di andare da loro in alcuni giorni per diverse ore, ti avrebbero mostrato tre mosse da eseguire, e i tre partecipanti che le avrebbero eseguite al meglio avrebbero avuto la possibilità di allenarsi gratuitamente. Mio padre riunciò anche a mezza giornata di lavoro per potermi accompagnare li. C’erano circa 30-35 persone al contest. Ti facevano salire sul ring per vedere il modo in cui sapevi cadere e attutire il colpo. Ti facevano andare avanti e indietro sul ring, passando da una corda all’altra. Ad ogni modo ti facevano eseguire 2-3 semplici azioni. Mio padre mi guardò tutto il tempo seduto nel backstage. Ogni volta che salivo sul ring mi giravo verso di lui, per vedere se mi stesse effettivamente guardando. Questo contribuiva a mettermi ancora più pressione, anche perchè aveva rinunciato a mezza giornata di lavoro per me. Ma sfortunatamente non vinsi quel contest. Così, mentre mi avviavo nel backstage, stavo per chiedere a mio padre-‘Hanno anche una scuola di wrestling a pagamente, mi ci posso iscrivere?’- ma prima che potessi aprire bocca, arrivò un annuncio. I vincitori sarebbero stati quattro, e quel quarto vincitore ero proprio io. Non ero stato scelto tra i 3 vincitori sul podio perchè ero troppo giovane (avevo 15 anni), ma avevano deciso comunque di darmi una chance. Che fortuna! Quel contest mi ha permesso di entrare nel mondo del Pro Wrestling. Penso inoltre, che durante la mia carriera io abbia avuto tanti colpi di fortuna. E dopo tutto questo ora sono qui, sono arrivato dove volevo essere.”