Jim Ross, ex commentatore (e non solo) della WWE, ha preso parte all'ultimo episodio del podcast di Busted Open, commentando la vicenda di CM Punk alla luce delle dichiarazioni rese dallo Straight Edge durante le ultime due puntate del podcast di Colt Cabana:

 

 

"Da ex capo per le relazioni con i talenti, non è nulla che non abbia mai sentito. C'era una volta un tizio di nome Stone Cold che, come potreste ricordare, ha lasciato la federazione per otto mesi. Era arrabbiato in merito alle decisioni degli autori e per questioni economiche e per di più, un sacco di cose nella propria vita privata gli stavano andando male e, quindi, aveva bisogno di una pausa. Tuttavia, da un lato, lui non sapeva come prendersi questa pausa e, dall'altro, noi non sapevamo come concedergliela; perciò, a un certo punto, la cosa è scoppiata. Egli se ne andò a casa e ricordo che, una volta, mentre ero seduto nel mio ufficio, gli mandai una cartolina con su scritto "Qualora sentissi mai il bisogno di parlare, io sarò sempre a disposizione". Sapevo che non avrebbe mai contattato la WWE; in ogni caso, chiamò me e, allora, decisi di fissare un appuntamento tra lui e Vince McMahon a Houston. Nonostante entrambi avessero richiesto la mia presenza al loro incontro, rifiutai categoricamente di andarci, perché doveva essere una cosa tra loro due e basta, senza alcun mediatore e con la possibilità di esprimersi in assoluta libertà. Io, insomma, non c'entravo nulla e, infatti, non andai. Ma loro si parlarono a lungo e, in questo modo, l'uno riuscì a cogliere la prospettiva dell'altro; in questo modo, Steve tornò e fece un bel po' di soldi, la WWE stessa fece un bel po' di soldi e tutta questa storia si risolse con un lieto fine, al netto degli infortuni e del fatto che Madre Natura abbia fatto il proprio corso. Ora, tutta la vicenda di CM Punk è intrisa di equivoci che sarebbe stato il caso di risolvere già da qualche tempo. Del resto, non è possibile leggere nella mente dei lottatori e la WWE, di per sé, e già piena di problemi cui far fronte. Non credo sia stata colpa di una sola delle due parti, ma mi sembra doveroso ribadire che la questione andasse risolta prima, piuttosto che lasciarla in sospeso come una ferita aperta. Per quanto mi riguarda, io sono un sostenitore di CM Punk come lottatore e apprezzo Phil Brooks come persona. Non ho mai parlato con lui, ma credo mi consideri un vero e proprio "Wrestling Guy", anche se io credo di essere questo e tanto altro. Che sia chiaro, non voglio stare nè dalla sua parte nè da quella della WWE. E' innegabile che tutta questa situazione sia molto spiacevole, perché entrambi, nel mondo del pro-wrestling, hanno bisogno l'uno dell'altro."

 

Fonte: WrestlingInc.com & ZonaWrestling.net 

Cercatore di notizie nonché, occasionalmente, editorialista, reporter e co-fondatore e co-curatore della rubrica "La Theme Song del giorno". Appassionato di wrestling di lunga data che odia l'ipocrisia e l'apriorismo sterile. Il suo compito è portare avanti l'opera di salvezza intellettuale avviata da Damien Sandow, ora noto come Aron Rex, a costo di passare per grammar nazi. Segue, in un'ottica dialettico-inclusiva, tante federazioni, dalla WWE alla PWG, passando per TNA, ROH, NJPW, NOAH e Lucha Underground. Il Nexus, Christian, CM Punk, Daniel Bryan, Seth Rollins, Bray Wyatt, Undertaker, The Brian Kendrick e, ovviamente, Damien Sandow, ora noto come Aron Rex, sono tra i suoi lottatori preferiti, senza dimenticare AJ Styles, Chris Hero, "Broken" Matt Hardy, il Bullet Club, i War Machine, Pentagon Jr, Minoru Suzuki, Satoshi Kojima, Tomohiro Ishii e Togi Makabe.