Anche Summer Slam va agli archivi col suo carico di commenti positivi e negativi. La redazione di Zona Wrestling ha ragionato, si è divisa sui voti ma su un punto è stata irremovibile: l'insostenibile leggerezza portata dalla WWE nello scrivere il ppv. Che tra scelte sbagliate e match da Smackdown più che da ppv, ha rovinato la media del più grande spettacolo di wrestling dell'estate. 

Occorre un premessa: sono uno scrittore e giornalista. Ho fatto da booker per alcuni show di wrestling. So quindi cosa vuol dire e quali difficoltà si incontrino nello scrivere una storia. Non solo: so bene quanto sia complicato scrivere un finale sensato, coerente e decente. Che possa soddisfare il pubblico e possa far proseguire gli show. Che possa tener fede ai personaggi e lanciare nuove prospettive. Non è facile, davvero. Solo che la gestione di questo ppv appena passato mi è sembrata tanto una verifica di matematica che un mio compagno di liceo fece: tutte risposte a crocette, 50 e 50 di possibilità tra errore e affermazione. Lui sbagliò 38 risposte su 40 e prese 2. La WWE ha fatto lo stesso. 

Bei match ma booking scadente: ecco come possiamo riassumere Summer Slam. Un ppv che già alla vigilia non prometteva tanto visto lo scarso hype prodotto, e che ha preso una piega via via insopportabile. Metteteci poi che il giorno prima vi è stato Takeover dove le donne e il main event hanno dato una lezione di wrestling non da poco. Questo dovrebbe essere un ppv: uno show di wrestling senza troppi orpelli. Occorre essere essenziali, mentre durante la settimana puoi rendere la fanfara più divertente tanto sono poche le puntate che la gente ricorda con precisione per i match proposti. Il ppv è fatto per il wrestling e le scelte devono essere cotte a puntino. La WWE ha dimostrato da anni la vocazione al "famolo strano" pur di salvaguardare se stessa e alcuni dei suoi atleti. 

Partiamo da un dato di fatto: la card è stata impostata male. Partire con un match standard come quello tra Sheamus e Orton è una mazzata che si sarebbero potuti risparmiare. Però, al di là dell'essere un incontro di Smackdown più che da ppv, questo è stato l'ultimo dei problemi (anche perché, per le loro possibilità tecniche, hanno fatto un onesto e buon lavoro). E non rappresenta un problema nemmeno la vittoria del New Day, dato che lì sono l'unico team decente a scapito dell'essere anonimo di tutti gli altri. Per questo il pubblico saluta con boati di giubilo i Dudley Boyz: finalmente un team di veterani che può far crescere i nuovi, e finalmente un team che viene riconosciuto e può dar qualcosa alla categoria. Cosa che avrebbero dovuto dare i Lucha Dragons ma credo che il loro tempo sia ampiamente scaduto e quando i Matadores verranno licenziati, loro prenderanno quel posto. 

Si allunga il brodo di Ziggler e Rusev, col bulgaro svegliatosi russo e poi ritrovatosi di nuovo bulgaro sempre più pronto a cadere nell'oblio più assoluto. La scelta del doppio count out potrebbe apparir sensata, eppur non lo è. Poiché non stiamo parlando di un ppv qualunque, una vittoria per count out di uno dei due sarebbe stato il minimo. Se non fosse però per il finale, dove l'arbitro conta con una velocità impressionante una situazione che generalmente viene gestita con maggiore lentezza. E lo fa con altrettanta velocità quando Ziggler sta per entrare sul ring, quasi a voler scongiurare la vittoria del biondo. Se il wrestling è anche uno spettacolo "teatrale" dove tutto è predeterminato, gli attori sul ring hanno fatto una magra figura. 

Le scelte sono importanti poi. Come mettere Owens e Cesaro nel pre-main, farli lottare bene ma frenandoli perché presentati tra due fuochi. La scelta sarebbe dovuta essere duplice: o collegare il ME con il Winner Takes All, o tenere direttamente l'Elimination Match delle divas. Peraltro la loro rivoluzione sarebbe nell'ampio spazio che la WWE le sta concedendo, ma di fatto non c'è altro. Stiamo assistendo ad una storyline vuota. Possiamo abbozzare che la rivoluzione di cui Stephanie andava parlando fosse mostrare la superiorità del circuito NXT su quello del main roster rappresentato dal Team Bella. Volendo prendere per buona questa ragione, il primo round sarebbe dovuto andare alle Bellas, per stoppare nel ppv più grande ogni velleità delle pivelline. Vince invece il team PCP che viene poi affossato la notte dopo. Ha ragione chi pensa che questa storia non porti a nulla, vuota così com'è permette alla WWE di creare le 4 stagioni di Vivaldi attraverso le innumerevoli variazioni dei match che i tre team possono dare. Un modo per allungare il regno di Nikki (che non difende il titolo da parecchio) e spazzare via il nome di AJ Lee dal novero delle campionesse più longeve. 

Ryback non è il prototipo sognato dalla WWE per il titolo intercontinentale rispetto a Bryan. E nemmeno un buon attore – se contiamo che il wrestling è spettacolo e ogni fase deve avere un senso – ma non è nemmeno colpa sua. Altre volte è andato giù a causa del KO Punch. E per andare giù intendo proprio questo: stare giù per minuti prima di riprendersi barcollando. Ryback crolla 12 secondi di orologio, che valgono due schienamenti. Poi si sposta, si alza, manda fuori Big Show e vince di rapina. Finale inverosimile perché tecnicamente il KO Punch è sempre stato venduto per essere letale. Invece Ryback si riprende con velocità estrema e chiude. Peraltro il nonsense prende corpo anche a Raw: ci sta che Owens e Rusev possano attaccare il gigante dopo una sconfitta (nuovo turn in vista?), ci sta meno che i face tornino sul ring per attaccarlo uscendo dal loro status e bullizzando un uomo già provato da altri colpi, inerme davanti a quattro avversari. Una scena fuori luogo doppiamente dato che se fosse stata giustificata da un periodo off screen di Show si sarebbe anche lasciata passare, ma così non è dato che ritorna a Smackdown come se nulla fosse accaduto. 

Passi il match tra Shield e Wyatt, anche se il debutto del nuovo membro della Famiglia sarebbe stato più d'impatto in ppv che a Raw. Non passa l'ennesimo finale sporco che permette a Rollins di vincere. Bene la motivazione addotta da Stewart, ma era necessario? Non dite che Cena non perde mai pulito perché così non è e la storia del wrestling recente ha i suoi esempi. Oggi però Rollins è un campione debole, il cui regno non si farà ricordare facilmente se non per l'accostamento all'Authority e per match straordinari come questi. Ma manca completamente nella costruzione diretta di un personaggio che si discosti dal solito cliché di campione cagasotto durante le puntate di Raw. E allora vedrei di buon occhio una sconfitta con Sting a Night Of Champions: sarebbe un contentino per l'Icon, una nuova vittoria sull'autorità e l'occasione di ripartenza per Rollins. L'occasione per dire che, dopo tanti aiuti, è giunta l'ora di rimboccarsi le maniche e far da soli. L'attuale campione potrà riprendersi la cintura a Raw la sera dopo, oppure dopo due settimane, esattamente come accadeva un tempo. Può farlo concludendo la faida ad Hell In a Cell facendo da solo il match e mandando Sting a casa prima di tornare per Wrestlemania. 

Finale di ppv poi inapprezzabile. Match tra Taker e Lesnar carino, molto più giocato, più ostico, meno a senso unico. Però quel finale…. quel finale è da bestemmie di prima classe da Pechino a Buenos Aires. Va bene salvare il nome dei due contendenti in gara, ma quel finale è come una canzone di Zucchero: attenta all'intelligenza delle persone. Il timekeeper che suona da par suo senza aspettare l'indicazione dell'arbitro è una grande idiozia. Sia chiaro: poteva farlo. Ma è una cosa così inusuale che appare stupida se utilizzata in WWE e peraltro nel main event con un senior referee che è nel business da vent'anni (e ne ha viste di ogni). Patetica la decisione di chiudere il ppv con Heyman che proclama Lesnar campione morale. Patetico vedere Taker ridotto come un American Badass di vecchia memoria ad usare colpi proibiti per poter vincere. Stanno cercando di umanizzare un personaggio che è stato fatto apposta per essere il meno umano possibile. Stanno cercando di far capire che questo Taker non può affatto batterlo. E allora sarebbe stato più semplice chiudere con una nuova sconfitta per una superstar che non regge più il peso degli anni che passano. Una scelta di booking coerente con la storia raccontata finora ma già la storia in sé partiva da un presupposto sbagliato e continua ad avere errori nella sua costruzione. Una controversia di cui non c'era alcun bisogno: in caso di 1-1 di Taker, a questo punto l'interferenza di chiunque, Kane compreso, sarebbe stata più sensata di questa via di mezzo fatta proprio male. 

Si chiude così un ppv che verrà dimenticato in fretta per colpa di un booking ballerino che voleva far grandi le stelle ed invece le ha fatte cadere ad una ad una. Così non ci resta che aspettare la prossima puntata (Night Of Champions) per capire se i diavoli vorranno perseverare oppure capiranno quanto sia maggiormente producente dare un senso logico alle storie e i match. Non è facile, è vero. Ma c'è un distacco enorme tra quanto proposto nel ppv e quanto nella puntata successiva di Raw. Segno che, quando non servono le forzature, il booking team lavora per il verso giusto. 

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.