Quando due anni fa Trevor Lee si presentò ad Impact sotto l’egida della Global Force Wrestling, molti esultarono: nonostante fosse molto giovane, il regular della AAW e della PWG era un nome fortissimo delle indipendenti americane. Vinse i titoli di coppia assieme a Brian Myers (oggi Curt Hawkins in WWE), detenne il titolo in una breve faida per poi perderlo e sparire per quattro mesi. Al ritorno, nel gennaio del 2016, la TNA lo aveva scelto come nuovo volto di una X Division che doveva rifarsi il look e chi meglio del campione Omega (la promotion degli Hardy Boyz) poteva rappresentare il ruolo? Soprattutto con la presenza, al suo fianco, di Gregory Helms – main dimenticato campione pesi leggeri sia in WCW che in WWE.

Trevor ha camminato e corso, si è fatto prendere per mano da un veterano della scena che lo ha condotto verso una maturità fisica e scenica che precedentemente non aveva. Il problema per il ragazzo è stato quello di adattarsi ad un prodotto televisivo, con i suoi tempi e le sue richieste, tali dal limitarne l’uso dei voli a causa del suo status da heel. Nel suo carniere però aveva cominciato a metterci dentro un po’ di vittime: Eddie Edwards, Tigre Uno, Mandrews, Dj Z, il fratello in-ring Andrew Everett, Rockstar Spud e ancora Dj Z per un secondo giro titolato. Per quanto avesse un buon catalizzatore al fianco e per quanto venisse inserito nelle storyline con dentro gli Hardys, non riusciva a spiccare il volo però, tanto che nei forum e nei gruppi italiani il suo nome non era di certo tra i più commentati e ricercati. Le prestazioni discrete, avversari ripetitivi e poca concentrazione di energie sulle sue qualità, lo stavano ponendo sul classico binario del campione che nessuno conosce, di cui nessuno si accorge e per il quale serve cliccare sul sito della federazione per farsene una idea. E nel mentre continuava a volare nelle indy, conquistando consensi che in tv difficilmente riusciva riscuotere.

Poi ecco il ritorno di Jeff Jarrett e il rilancio, forte, verso le posizioni rilevanti della X Division. Trevor ha iniziato a parlare, a far parlare di sé, a volare e a colpire con scaltrezza e decisione. Fino a tornare campione nella maniera più vicina alla sua posizione nelle indy: come un selvaggio, un fottuto brawler o un grosso flyer. Tanto che per molti, oggi Lee è uno dei migliori wrestler della storia della X Division, un diamante che a soli 23 anni ha scritto già parecchio di sé nella storia della TNA e della Global Force Wrestling. Un talento unico che è ancora il futuro del pro wrestling e che con Sonjay Dutt ha tirato fuori il meglio di sé. In particolare Sonjay è stato bravo, più di Helms, a renderlo over focalizzando l’attenzione del pubblico su Lee più che su se stesso. L’appoggio di Caleb Konley è funzionale alle storie, ma la sfida più importante per l’attuale X Division Champ è stata vissuta settimana scorsa a Victory Road contro Petey Williams in quello che si può vedere come un ideale passaggio di consegne verso la sommità della categoria. Il tutto accaduto in un match da ricordare, dai tanti avvenimenti e che hanno permesso al buon Lee di rimanere ancora in sella. Ora sa camminare da solo e nel futuro c’è un 2018 che potrebbe portarlo nel main event, magari tra gli Heavyweight: il ruolo di Sabin e Aries potrebbe esser ben coperto dal Carolina Caveman senza subire la pesantezza di tale posizione.

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.