Ritorno dopo un mese di tanto lavoro e poco wrestling al mio consueto spazio della domenica. Cosa è cambiato negli ultimi 31 giorni? Non molto, e male. Però, però, la WWE ha saputo raddrizzare le sorti delle sue storyline trovando un buon espediente per la fine dello Shield.

Che li volessero sciogliere, si sapeva. Bene hanno fatto a continuare il gioco, ma alla fine non ha retto. Perché? Non pensiate che tutto dipenda dalla mancanza di avversari. Il problema principale non sono gli avversari che mancano ma gli "attori" che mancano al roster. Se Batista dovesse andar via presto come si dice, e come sembra dall'ultima puntata di Raw, senza neanche raggiungere un timido pre-main event di Summerlam, allora serve qualcuno che copra lo spazio. Se Bryan si fa male, e non si vuole puntare ancora su Cena, e non si trovano altre certezze, allora bisogna coprire lo spazio. Seth Rollins ha lo status per prenderselo? No, certo che no. Ma Rollins qui rappresenta un diversivo per spostare l'attenzione della gente.

Continuare a spingere sullo Shield a tre contro l'Evolution a tre dopo il match di Payback sarebbe stato un errore. Per questo il turn heel, improvviso ma neanche tanto, è stato un gioco ben gestito. Soprattutto nella forma: sediate, sediate e ancora sediate. Poi Orton conclude ma quel che conta è l'atteggiamento di Rollins che, di fatto, fa ancora parte dello Shield nella mentalità e nella ferocia. Tra i due litiganti, la scelta di un "nuovo Orton" come sussurrano oltreoceano appare ben congeniata.

Triple H deve però evitare di far cadere l'effetto sorpresa: bene fa a strigliare il booking team, questo turn non deve essere il viatico per uno stint da campione intercontinentale per Rollins, non ne ha bisogno. Può essere, invece, un modo per lavorare in coppia con un ex campione mondiale (Orton) e per trovare nuovi avversari da sfidare. Qualcuno parla di Bryan, ma sarebbe come bruciarlo. Io parlerei di Cesaro, perché ho sempre la sensazione che prima o poi Paul Heyman tornerà a feudare con Triple H, strette di mani passate a parte.

La strada è segnata. Per Ambrose il lavoro per un turn heel sarà breve, dopo tutto tenerlo face solo con Reigns non avrebbe molto senso. Roman deve crescere, perché obiettivamente non fa presa totale sul pubblico, e non si può pensare di cambiar anche lui dentro l'anno 2014. Deve poter arrivare a Summerslam conscio di poter sfidare 1 vs 1 Triple H. Poi che Ambrose gli possa voltare le spalle o meno in quell'occasione non importa, importa che faccia la gavetta di cui ha bisogno.  E importa la capacità della WWE di aver saputo trovare la chiave della dissoluzione della stable senza dover ricorrere al "già visto" di nostra memoria.

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.