La storia gioca sempre grossi scherzi e stranissime coincidenze, come vediamo.

Specie nel Wrestling.

Mentre tutto il mondo di questa nostra amata disciplina, celebrava la scomparsa e la grandezza di Bruno Sammartino (come avrete letto anche dai numerosi articoli che i colleghi di ZW hanno scritto), io stavo scrivendo il mio.

Sammartino, oltre ad essere stato uno degli atleti simboli di questa disciplina, atleta dei Record (suo tuttora il più lungo e riconosciuto regno mondiale – e ribadisco MONDIALE, con difese quasi giornaliere del titolo, roba impensabile oggi – di wrestling della Storia) , Sammartino è anche uno dei pochissimi e reali atleti ITALIANI (nati in Italia) ad aver scritto la loro pagina nel Libro del Wrestling mondiale: e non parlo di Italoamericani o atleti americani con gimmick da italiano emigrato, parlo di autentici figli del Belpaese di cui facciamo parte.

E Sammartino era orgoglioso delle sue origini, aveva mantenuto sempre stretti i rapporti con il suo Paese d’origine (Pizzoferrato, Abruzzo), tanto che il piccolo paesino Teatino aveva sempre orgogliosamente mostrato di essere onorato di aver dato i natali alla “Leggenda Vivente” (basti pensare che una delle uniche due statue tributate a Sammartino, è a Pizzoferrato, l’altra nella WWE Hall Of Fame, giusto per darvi l’idea), da invitarlo anche più volte (e arrivando anche a organizzare, tramite la neonata AWL – che successivamente si trasformerà nell’ASCA – uno Show con lui presente come ospite) nel corso della fase finale della sua esistenza per cerimonie e omaggi.

E l’articolo parlava di questo: Di quanto, nonostante abbiamo avuto un simile atleta, quando è scomparso, a parte alcuni articoli (per carità, anche scritti bene e rispettosi della carriera della Leggenda, persino la Gazzetta ha prodotto un bel ricordo di Sammartino), i Media nazionali, le istituzioni sportive, eccetto le federazioni – tutte – di wrestling, hanno ricordato o tributato il giusto omaggio alla Memoria di Sammartino.

Nessun servizio sui TG (forse qualcosa a livello locale in Abruzzo, immagino), nessun approfondimento per quello che dovrebbe essere un’orgoglio italiano da portare sul piedistallo al pari di un Carnera, ad esempio, per citare un altro grande italiano che ha dominato i ring americani e mondiali (anche se nel campo della Boxe – e in parte anche del Wrestling).

Mentre quando c’è stato da infangare o criticare il Wrestling (penso alle vicende Guerrero, Benoit o alla vicenda Perro Aguayo Jr.), i servizi non mancarono su TG e Giornali nazionali di prim’ordine.

Ma mentre stavo scrivendo questo, è giunta un’altra notizia che ha turbato i fan mondiali.

Cinque giorni dopo Sammartino, dall’altra parte del mondo, in Giappone, si spegneva la vita di Motoko Baba.

 

Motoko è stata la moglie fedele e vicina fino alla fine a Giant Baba, una delle icone, assieme a Inoki e al loro maestro Rikidozan, del Puroresu.

Negli ultimi mesi una cirrosi l’ha portata via, a 78 anni; Sammartino ci ha lasciato a 82 anni.

Motoko ha vissuto, come Sammartino, la maggior parte della sua vita intorno a quel Ring, nel Backstage, è stata a contatto coi lottatori, i Manager, gli addetti ai lavori, è stata l’Ombra dietro Baba in ogni suo passo, l’ha seguito nella nascita della AJPW, ha preso la creatura di suo marito in mano per tenere la barra dritta ogni volta che è servito, come la prima volta dopo la scomparsa di Giant Baba, o come quando, dopo la diaspora degli atleti capitanati da Misawa per fondare la NOAH, sembrava sul punto di soccombere, affidandola a Mutoh, che la risollevò; o come quando, di fronte alla crisi e alla disatrosa gestione di Shiraishi, ci mise nuovamente la faccia e ne riprese momentaneamente le redini.

Motoko, come Baba e come Sammartino, hanno rappresentato la via “storica” del Wrestling nelle loro rispettive scene, non amarono mai molto le innovazioni e le novità che portarono il Wrestling che conoscevano a diventare quello “Sport-Entertainment” che è oggi; loro erano per la tradizione, non è un caso forse che Sammartino, nella sua esperienza in Giappone, abbia trovato da subito la sua “seconda casa” in AJPW, probabile che la similare visione del Wrestling di Baba e la sua abbiano influito in quel sodalizio.

E mi piace immaginare Samamrtino e consorte assieme a Baba e Motoka a colloquiare, parlare, cenare e fare comunella assieme, mi piace pensare che quella collaborazione sportiva sia stata un sodalizio molto più profondo, sia stata un’amicizia e un legame fra persone con una comune passione: la lotta.

E ora mi piace immaginare che Bruno & Carol e Baba & Motoka siano di nuovo tutti insieme, lassù, magari seduti sotto un ciliegio in fiore, assieme a tanti colleghi e ai loro maestri, a riprendere quel discorso interrotto tanto tempo fa, a vedere come la tradizione, nonostante tutto, viene portata avanti dai loro “eredi” innovando il prodotto e portando nuove persone ad amarlo e seguirlo.

 

Grazie Bruno, Grazie Motoka, Grazie al Wrestling e a quello che ci dona.

 

Enrico Bertelli “Taigermen”