Marsupilami ci parla di Alexander Rusev e del ruolo classico del cattivo straniero.

Uno degli aspetti che contraddistingue il wrestling moderno da quello che era il wrestling primordiale(parliamo per capirci degli anni 30, dove era molto spesso contorno a attività come i circhi e i baracconi ambulanti) è la capacità di raccontare storie, di attirare lo spettatore attraverso le vicende di personaggi che combattono tra di loro o per arrivare alle cinture di campione o per rivalità personali.

Per avere queste storie è necessario avere dei personaggi su cui costruirli e molto spesso si utilizzano, per comodità di scrittura e per dare dei riferimenti certi al pubblico, gli stereotipi, figure archetipe chiare e note a tutti. Quante volte, per esempio, abbiamo visto l'eroe puro e perfetto, o il subdolo cattivo imbroglione, o il motociclista rozzo o il modello vanesio.

Uno degli stereotipi che è più utilizzato è senza dubbio alcuno quello dello straniero brutto e cattivo. La mentalità americana, infatti, porta ad avere un forte spirito nazionalistico e a vedere come cattivo e ostile tutto ciò che non è a stelle e strisce, dando quindi la possibilità di costruire storie in cui l'eroe delle folle può arrivare e difendere l'onore nazionale dal marrano straniero.

Proprio nell'ultima edizione della Royal Rumble, abbiamo visto debuttare direttamente da NXT l'ultimo esempio di questo genere di lottatore, con la presentazione al grande pubblico di Alexander Rusev, il bruto bulgaro che ha fatto una più che discreta figura, restando sul ring per diversi minuti.

Per capire chi è questo nuovo personaggio, e su cosa si differenzia dagli stereotipi simili già visti in WWE, viaggiamo un pò nel tempo e vediamo come questa tipologia di personaggio si è evoluta nel corso degli anni.

Negli anni 80, la figura del cattivo di oltre frontiera andava pari passo con quelli che erano i problemi geopolitici dell'epoca. Cattivi come Nikolai Volkov e il leggendario Iron Sheik si nutrivano dell'odio che intercorreva tra Iran e Usa, o URSS e USA per essere fischiati a ogni piè sospinto, cantando i rispettivi inni nazionali e alimentando l'odio che il pubblico doveva provare nei loro confronti e allo stesso tempo innalzando il tifo a favore di coloro che andavano a opporsi a costoro.

La massima espressione di questo tipo di atteggiamento si è avuto nel 1991 quando, con la guerra del Golfo in pieno corso, Vince McMahon, scaltro come sempre nel cavalcare le onde, con una mossa a sorpresa fece "disertare" Sgt. Slaughter, uno dei più fieri difensioni di tutto ciò che vien da oltreoceano, facendolo passare nelle fila Irachene e di conseguenza passando nelle file dei cattivi, creando quindi uno scontro naturale con Hogan che generò grande interesse per la compagnia, scopo finale di un business come la WWE:

Gli anni Novanta vedono il tramonto di queste gimmick così politicizzate e una nuova presentazione di personaggi stranieri che basano la loro ricerca di dominio non su una ideologia diversa ma sulla forza e la potenza. Esempio su tutti il mai troppo compianto Yokozuna, atleta impressionante per come riusciva a dominare sul ring grazia alla sua massa fisica senza mai risultare impacciato e incutendo timore sugli avversari sfruttando i suoi sguardi intimidenti. Sul finire del millennio l'avvento dell'era Attitude e l'utilizzo di storyline più mature hanno fatto accantonare questa tipologia di lottatore; difatti gli unici tentativi di personaggi di questo tipo vennero fatti dagli Un Americans di Lance Storm a metà 2002, in una stable che diede pochi risultati ma diversi segmenti molto divertenti che vi consiglio di andare a recuperare.

Negli ultimi anni abbiamo visto come sono stati alternati entrambi i modi di presentare i cattivi stranieri nella federazione di Stamford: a personaggi dal taglio più classico come Vladimir Kozlov o quelli della Résistance sono stati affiancati mostri di potenza come il grande Khali( che, nonostante sia una pippa, resta uno specimen umano di tutto rispetto) e soprattutto come il disgraziatamente già scomparso Umaga che hanno invece cercato di dare un taglio diverso a questa maschera caratteristica.

E proprio il gigante samoano è la cosa più somigliante al buon Rusev, in almeno tre campi fondamentali.

Il primo è lo stile di lotta: tutti e due i lottatori hanno uno stile di lotta non convenzionale, diverso da quanto vediamo normalmente; nel caso di Rusev abbiamo una chiara base di pancrazio e di lotta classica, unita a una buona conoscenza degli attacchi con calci e una agilità generale notevole per un omone di quella stazza, che rendono subito l'idea sul quadrato di un lottatore con una idea di strategia ben precisa e delineata ogni volta che scende dal quadrato.

Il secondo è il look: cosi come era distintivo il modo di Umaga di farsi notare appena entrava in scena, con l'enorme tatuaggio sull'addome e il suo abito caratteristico, allo stesso modo a NXT Rusev si è fatto notare per il suo abbigliamento molto particolare, in pelle marrone che gli dava uno stile rude, duro, grave e proprio di chi era pronto alla guerra. Va detto che alla Rumble gli hanno dato un anonimo pantalone corto e nero, ma spero che ci si ripensi e gli rivenga dato al più presto anche al piano superiore.

Il terzo punto in comune è una spalla: gran parte dell'heat che Umaga riusciva a generare nel pubblico era causa, o meglio ancora merito, di quella figura fastidiosa, irritante e allo stesso tempo fantastica di Armando Alejandro Estrada. Allo stesso modo al fianco di Rusev è stata messa una accompagnatrice che fa al posto del lottatore il lavoro al microfono e allo stesso tempo ne esalta l'esser cattivo. In questo Lana è perfetta, la parlata sempre in russo e il portamento altezzoso la rendono una figura odiabile fin dal primo istante in cui appare sullo schermo e questo sentimento è facilmente trasmesso anche al suo protetto. Inoltre, il Limania(a NXT ribattezzato simpaticamente Li magna..) è un attacco perfetto che può diventare un marchio di fabbrica per la bionda fanciulla, cosi come l'Excuse me lo è diventato per Vickie Guerrero.

Quali sono dunque le prospettive future per il nostro bruto bulgaro, dato anche il fatto che è apparso in una vignetta a Smackdown che ci fa presumere un suo imminente passaggio al piano superiore. Di sicuro, il ragazzone dell'est deve assolutamente migliorare la sua continuità sul ring, in quanto a NXT ha alternato belle prestazioni ad altre decisamente più lacunose, con errori e incertezze che non devono esser ripetute negli show principali. Se sistema queste cose, sicuramente per lui ci sarà spazio negli Show settimanali, specie nel caso debutasse ufficialmente nel periodo subito dopo Wrestlemania; in questo caso, per lui non vedo assolutamente preclusi i titoli di secondo livello, che tanto necessitano di un regno deciso con un heel dominante.

 

Reporter ufficiale di NXT, improvvisatore. non digerisce i peperoni, fan appassionato di Deadpool, fine umorista, fedele alla chiesa di Santo Stefano Curry e delle sue caviglie di cristallo da prima che molti di voi lo conoscessero.