Da sempre ho notato un certo crossover tra fan di wrestling, appassionati di serie tv e lettori di manga/anime. Le intersezioni comuni di questi generi, così diversi tra loro, non mi sono chiare al 100% ma vale la pena andare un po’ più a fondo, provando a fare una breve review di un piccolo capolavoro: Lock Up di Tetsuya Saruwatari, edito in Italia da Panini Comics. Buona lettura!

Come ogni due settimane mi affaccio in fumetteria per fare il mio pieno di letture da treno: metto le mani sull’oramai crepuscolare Bleach, sul simpatico Beelzebub e su qualche arretrato di Capitan Tsubasa (Holly e Benji, per i profani). Due settimane sono lunghe a passare e tre fumetti non bastano nemmeno per la tratta Napoli/Caserta: incuriosito da una copertina che ritrae un nerboruto lottatore pelato intento in una facelock molto stiff, prendo il primo volume di un manga che mi ha letteralmente rapito: Lock Up, appunto.

Personalmente adoro quando due mondi che sento come “miei” si intersecano in modo abbastanza casuale: irrazionalmente ma consciamente mi autoconvinco che quello a cui sto assistendo potrebbe essere stato creato “apposta” per me. Green Arrow che fa capolino a Summerslam, Hulk Hogan che compare in un episodio dell’A-Team (https://www.youtube.com/watch?v=4CIRhYtRLr8), Scorpion di Mortal Kombat come personaggio giocabile in Injustice, Booker T e Scott Steiner che fanno un cameo nella serie TV “Streghe” (https://www.youtube.com/watch?v=EzMu1erwJmc), Ronda Rousey spalla a spalla con The Rock a Wrestlemania, ed infine un manga incentrato sul wrestling, anni dopo la conclusione del celeberrimo Tiger Mask.

L’autore, Tetsuya Saruwatari, lo conoscevo per un’altra sua opera: Tough. Il tratto delle sue tavole è estremamente pulito e di impatto, e riesce ad utilizzare molto sapientemente le vignette “mute”, lasciando trasparire forti emozioni comunicative senza la necessità di spiegarle nel dettaglio. La violenza è senza ombra di dubbio una tematica “prediletta” dall’autore, ma Lock Up riesce ad asservire questo elemento alla storia, rendendo i personaggi forti, potenti ed estremamente umani. Proprio come il wrestling, che riesce in modo elegante ad asservire la violenza di uno scontro su un quadrato alle storyline ed ai personaggi. Passiamo ad analizzare velocemente la trama, senza eccessivi spoiler.

Il protagonista della storia si chiama “Samson” Takaki, è un lottatore di wrestling di mezza età (rarissimo vedere in un manga un protagonista con un’età anagrafica non compresa tra i 15 ed i 25) proprietario di una sgangherata federazione di wrestling indipendente sull’orlo del fallimento: l’Akatsuki Pro-Wrestling (termine che sta per “alba”, già noto ai fan di Naruto). A questo aggiungiamo il dettaglio non trascurabile che il nostro Samson ha un tumore alla prostata, che decide volutamente di non operare per non fermare l’attività della sua federazione, da cui dipendono numerosi giovani lottatori tra cui sua figlia, anch’essa lottatrice.

I primi capitoli sono totalmente incentrati sul nostro protagonista, disegnato volendo riprendere le fattezze del celeberrimo lottatore nipponico Keiji Mutoh. Samson è un maestro nell’arte dell’arrangiarsi, perennemente impegnato nella ricerca di soldi per mantenere a galla la federazione tra sponsor, yakuza (mafia giapponese) ed eventi speciali, capace addirittura di sfruttare la propria malattia per farsi amare dal pubblico. Samson incarna pienamente lo spirito degli antichi samurai incentrato sul bushido: generoso con tutti i meno fortunati, tra cui i bambini del reparto di oncologia, estremamente dedito a far ben figurare chiunque gli sia contrapposto sul ring (non si tira indietro dal ricevere colpi stiff ed effettuare bump molto pericolosi nonostante il precario stato di salute) e follemente innamorato del prowrestling, passione per il quale darebbe la vita senza batter ciglio.

Andando avanti nell’opera, apprendiamo che Samson in passato era una delle stelle nella New Century Pro Wrestling, la federazione maggiormente ricca ed amata del Giappone. Il suo stile di lotta è stato sempre caratterizzato da uno strongstyle che scende molto spesso nello shoot, visto il suo passato come praticante di arti marziali a livello olimpico: proprio un involontario shoot che avrà luogo nel primo volume porterà il nostro eroe a dover lottare in un incontro ultraviolent non sanzionato contro un giovane e cattivissimo heel, Akio Wada, dove a farla da padrone sarà il sangue versato dai due contendenti, entrambi armati di mazze da baseball ricoperte di filo spinato (la celeberrima “Barbie”, arma prediletta da Mick Foley nell’epoca pre-PG). Samson, sua figlia, i fan storici della federazione, personaggi positivi e negativi del suo passato da prowrestler (ha vestito sia i panni del face che dell’heel, non rompendo mai la keyfabe) dipingono una storia appassionante, ben strutturata ed avvincente. Ciò che potrebbe essere apprezzato da un fan “educato” di wrestling, tuttavia, non è tanto l’opera in se.

Ciò che ho amato di più è stato il viaggio compiuto all’interno della mente di questo fantastico personaggio, che poi non fa che ricalcare quella mentalità old school che ha contraddistinto non solo alcuni grandi del passato, ma che ha portato ad esempio Stone Cold a terminare un match con il collo in frantumi, Undertaker a combattere contro una concussione a Wrestlemania nel match contro Lesnar e, più di recente, Sting a completare un incontro di un’intensità da main event a 56 anni suonati e con un pesante infortunio subito verso la fine. Questa mentalità old school, particolarmente radicata in Giappone e gradualmente esportata anche negli States, vede nel wrestler il simbolo maggiormente rappresentativo dei valori che dovrebbero contraddistinguere un uomo vero: generosità, spirito di sacrificio, determinazione, integrità, amore. Si, perché chi decide di mettere la sua vita ed il suo corpo in ballo “soltanto” per il gradimento del pubblico pagante (e non) non lo fa di certo per i quattrini, ma come un Samurai senza padrone, un Ronin, è in grado di restare leale sino alla fine alla propria passione, ai propri fan ed al proprio senso dell’onore. La vera vittoria i Samson non consiste nel sottomettere giovani talenti o schienare vecchie glorie: il suo obiettivo sin da subito è lasciare la sua mentalità come lascito per le generazioni future.

Il leit motiv, già trattato abbastanza bene nel film di Mickey Rourke “The Wrestler”, è quello classico della tragedia greca, efficace e testato oramai da millenni. La storia è raccontata in modo appassionante, e nonostante la bidimensionalità in bianco e nero Samson è un personaggio dai colori vibranti e dallo spessore assoluto, che incarna lo spirito portato avanti da molti dei nostri beniamini.

Morale della favola: se vi piacciono i fumetti e vi piace il wrestling questo manga fa decisamente al caso vostro. Il costo complessivo dell’opera è di 18 euro (4,50 a volume), e vi posso assicurare che li vale davvero tutti!

Danilo