Sono certo che Night of Champions vi è piaciuto, e avete tutte le ragioni. Finalmente una sferzata di qualità (anche se non eccelsa, è pur sempre un ppv da 6.5) in mezzo ad un mare di mediocrità, impreziosita dai recenti debutti ad NXT che tanto bene faranno al roster WWE nei prossimi anni.

Nei prossimi anni certo, ma quel che conta ora è il presente, e come detto più volte in passato c'è una distanza non indifferente tra il midcard e il lowcard dal main event. Una distanza tale da essere allungata dall'infortunio di colui che avrebbe dovuto limare le distanze, ovvero Roman Reigns. Ora la palla passa ai suoi ex compari che stanno mettendo tutto il possibile per emergere e credo proprio ce la faranno. Seth Rollins è quello che sta stupendo un po' tutti (non me, dato che lo apprezzavo già in Ring Of Honor): pareva il più acerbo, si è allineato agli altri mostrando sensibili miglioramenti anche nel carisma, segno che il fantasma di Jimmy Jacobs non aleggia più su di lui come una chimera.

Però. Però sin dal primo match abbiamo visto che quel che dovrebbe essere, non è. Pensate al povero Cody Rhodes, chiuso in una assurda gimmick perché "di figli di papà ne abbiamo già uno e quello va nel main event (Randy Orton)". Cody è bravo e porta a casa anche questo personaggio, ma è un atleta che si propone al 50% delle sue capacità, azzoppato da logiche di backstage a fare inutile incetta di titoli di coppia. Con lui The Miz: era un personaggio, è diventato un onesto worker e poi un campione mondiale capace di vincere un main event di Wrestlemania. Siamo sicuri debba essere relegato a queste faide, seppur "interessanti", per un titolo secondario e non annusare l'aria che un tempo dominava? Perché tenerlo a fare le pulci ad un Ziggler qualunque? Lui e Cody no, mentre Kane e Orton sì, ancora, per l'ennesima volta.

E che dire di Rusev, personaggio fuori tempo? A differenza di The Sheik, qui si tratta di un atleta che deve vincere, e non vi sono né Duggan né Slaughter né Luger a scaldare i cuori degli americani. Swagger, seppur buono, è un mostro di non carisma, Mark Henry interessa tanto quanto. Ora provano Big Show e poi John Cena, che tanto Cena ce lo piazzano sempre in questi casi. Ma se Rusev potrebbe essere, probabilmente non sarà. Perché? Perché con Cena bisogna vincere pulito. Bisogna convincere. Guardate Sheamus, altro talento perso nel mare dei titoli secondari: battuto sporco il campione di Boston, da lì non si è mai ripreso. Over come è over Orton, ha vissuto nell'ombra di Bryan che battè in pochi secondi: con due decisioni si affossa la credibilità di un atleta.

E mentre Cesaro lo aspettiamo a braccia aperte nelle indy per la metà del 2015, a questo ppv mancava un tassello. Da onnipresente, la Wyatt Family è "sparita" (si fa per dire). Bray Wyatt è ad un bivio che non avrebbe mai voluto conoscere: senza avversari e senza fantasia. Un anno e mezzo di vittorie e sconfitte, mai un feud vinto senza appelli, e tanti avversari sfidati "ad cazzum". Ora non ce ne sono più. Forse perché il senso della gimmick era anche quella di convincere altri wrestlers ad unirsi, e con Bryan la cosa era quasi riuscita (come era riuscito il feud). Oggi lo vogliono turnare face perché non sanno che fargli fare. E chi sfidano? Orton e Kane? Azzoppano Rollins? O si imbattono in Goldust e Stardust? L'unico motivo per un turn può essere un attacco a Brock Lesnar, o un salvataggio di qualche face in difficoltà. Ma sarebbe credibile? Credo di no, non hanno lo stesso materiale dello Shield davanti. A breve rischiano un ridimensionamento: a che è servito allora questo anno e mezzo?

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.