La WWE non è uscita benissimo da Hell In A Cell pur rispettando i pronostici della vigilia e confermando le mie tesi da voi dichiarate disfattiste. Un ppv insufficiente che ha dato ragione a chi ne vorrebbe la soppressione, ma soprattutto a chi vorrebbe la soppressione di questo booking team WWE.

Dopo una serie interminabile di Raw scadenti, abbiamo avuto una puntata pre-ppv esaltante, qualitativamente sorprendente. Lo scorso lunedì la WWE è tornata alla solita paccottiglia inutile di tre ore, dando risposte insoddisfacenti alle domande sorte il giorno prima. La sensazione è che la compagnia sia chiusa in una gabbia da cui non riesce a fuggire, nella quale non trova salvezza. Preferisce gestire le proprie puntante con lo stile di una soap, riproponendo il già visto e tentando ogni tanto una sorpresa.

Ad esempio è stata una sorpresa la sfida tra le Bellas, con buona pace delle fans e commentatrici che potranno dire "io ve lo avevo detto che erano al livello di AJ Lee". La seconda sorpresa è che questo match sia stato di gran lunga migliore di quel AJ vs Paige che è arrivato ad un punto di saturazione e scarsità di idee regolare per un feud che va avanti da molto tempo e con varie vicissitudini accadute. Al contrario non sorprende né la piattezza prevedibile e l'inveosimiglianza narrativa tra Cena e Orton né l'ennesimo turn heel di Henry ai danni di Big Show, segno che gira e rigira si torna sempre al solito punto.

Però il finale del ppv è stato discutibile. Posto che il match tra Rollins e Ambrose sia stato buono, posto che un po' di overbooking serviva, posto che vadano bene le citazioni ma ai due non sono venute benissimo, quel finale…. quel finale mette più amarezza che suspance, più rabbia che eccitazione. E' stato un modo, l'ennesimo, per rovinare un lavoro egregio, cementato in puntate settimanali e minuti nel ppv dove i due avevano saputo dare un modo distinto di intendere la stipula, puntando su un brawling di buona fattura.

Il problema non è il risultato, ci sta. Il problema è come si è arrivati a questo, affossando così due atleti in un colpo solo. Se l'ago della bilancia doveva essere Bray, questo non andava fatto sapere. Molti dicono che è stato un "bel segmento, ma andava fatto dopo la fine del match". Io rilancio: andava fatto a metà. E andava fatto bene.

Va bene che si spenga la luce, e che si accendano i cellulari. Va bene l'ologramma, la paura. Ma basta così. La cosa importante era dover capire chi e perché avesse fatto perdere Ambrose. Chi e perché avesse usato l'oscura forza della pazzia per fermare colui che pazzo, sul ring, lo è stato davvero. E così via l'ologramma, luci spente per 20 secondi e Ambrose è a terra, per l'incredulità di tutti, pure di Rollins che andava a vincere. E giù puntate di Raw dove le risposte arrivano col contagocce e Bray si palesa dopo qualche settimana giocando su una serie di mind games atti a far salire l'hype di una eventuale sfida a TLC. Invece abbiamo avuto tutto subito, compreso un nuovo abituale promo che ripete cose risapute da mesi segno che il personaggio di Wyatt è stato abusato fino alla nausea, come se dalla gabbia non fosse possibile spezzare neanche il lucchetto.

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.