Non mi sarei mai aspettato di ritrovarmi nel dopo Wrestlemania a dovermi confrontare con un lutto così grande. Non sono mai stato un fan di Ultimate Warrior né nel momento migliore della sua carriera, né nel momento delle esternazioni contro tutto e tutti. Però con lui se ne va un altro pezzetto della mia (e non solo) adolescenza.

Eppure nello scorso fine settimana avevamo potuto assistere ad un Warrior non certo in forma ma sicuramente emozionante. Lunedì a Raw la fatica nel parlare, nel respirare, nel presentarsi al pubblico avevano destato preoccupazione ma se non fosse collassato poche ore dopo, quel momento sarebbe passato in rassegna come uno dei tanti legati alle vecchie superstar.

La morte di Ultimate Warrior offusca un po' una domenica ed un lunedì scoppiettanti dove ogni stop ha rappresentato un nuovo start. Si è attuato nel trentesimo compleanno del ppv più importante della storia del wrestling un passaggio ad una età adulta che risulta un cammino verso una nuova era del wrestling. Esattamente come da Hogan siamo passati a Bret Hart, da Hart a Steve Austin, da Austin a John Cena, oggi passiamo da John Cena a Daniel Bryan. Un modo sempre diverso di essere wrestling, di rappresentare il wrestling e di dare nuova linfa al wrestling. Il promo iniziale con Austin, Hogan e Rocky stava a significare la storia di questo sport che si ritrovava non solo per un compleanno ma per presentare quel che sarebbe successo. Non stupisca quindi che il primo match possa essere Triple H vs Bryan, perché è proprio a Bryan che si rivolgono i tre all'inizio. Ma anche a Triple H: questa nuova era che parte è la sua era, frutto delle sue idee, dei suoi progetti, della sua lungimiranza. Domenica insomma è stato messo da parte anche Vince McMahon.

Bryan vince tra mille citazioni un match molto bello, intenso, curato nella mimica straordinaria di moglie e marito. Vince un match indiscutibilmente simbolo di questa nuova era: Triple H dimostra di non essere più così forte, tenace, potente, incisivo come una volta. Il wrestling è cambiato e ci ha donato atleti abbastanza resistenti, capaci e spettacolari da soppiantare il vecchio. Rispetto al solito HHH ha lottato molto old school, volendo anche vincere per count out come una volta. Ma Triple H perde, e decide che se Bryan vuole il main event se lo deve ancora guadagnare, e così ecco la sediata al braccio. Stronca l'entusiasmo del pubblico ma aumenta la suspance per il main event.

Passaggio di consegne anche nel secondo match. Lo Shield è una forza dirompente, i New Age erano vecchi già dieci anni fa e Kane è sempre stato un jobber di lusso. E' uno squash che non merita neanche il voto, ma è sintomatico di come la nuova era sia eccessivamente inarrivabile per quel wrestling storico ma fuori moda. Anche qui c'è una citazione che capiremo solo il giorno seguente a Raw: Shield e Bryan assieme, uno dopo l'altro. E poi c'è Cesaro: vince con una citazione, ma è anche l'ennesimo indizio. Butta fuori Big Show, non uno qualunque, ma un membro storico della Monday Night War, una figura di rilievo che rappresenta il vecchio da spazzar via. Impressionante il bodyslam per come viene eseguito e ricevuto.

Joh Cena invece vince. Cena è il mediatore in questo passaggio, raggiunge il contentino per la mancata partecipazione al main event senza far sfigurare Wyatt. La Family infatti ne esce benissimo soprattutto per aver tenuto testa ad un vero e proprio Superman della disciplina che mai si sarebbe arreso al nuovo che avanza. Ma anche Cena è il nuovo che avanza per essersi fatto carico di un aggiornamento costante nel moveset e nell'interazione coi giovani. Si avvicina ai quarant'anni, in quella regione della vita dove tutto va più lento e magari si prova qualcosa di nuovo. Ad esempio questa nuova era è il preludio per il tanto sospirato turn heel che avverrà verso da settembre in poi (ma forse poco più avanti). E' il momento giusto per far scaldare la platea con Bryan e consegnargli un regno abbastanza lungo da aprire la strada al ritorno shockante del bostoniano. Esattamente come nel passato accadde a Hogan, ad Hart, ad Austin. Ma badate bene: non si tratta di un ritorno al passato, ma di un presente che avanza in forme nuove e interagisce meglio col futuro in arrivo.

Tralasciando il main event sempre colmo di citazioni, il match femminile riempitivo col risvolto pazzesco del giorno dopo a Raw dove vince Paige da NXT, ovvero la creatura di Triple H, ovvero il nuovo che avanza ma chissà quanto dura. Tralasciando tutto questo si arriva al Wrestlemania moment  della storia. Oggi sappiamo che a seguito di un belly to belly mal eseguito, Undertaker ha lottato in condizioni difficili. Ma da qui a dire che quella sconfitta è frutto del caso ce ne vuole. Semplicemente Taker non ne aveva più, come spiegato ottimamente da KingHunter nella review, non si poteva aspettare la crescita di una nuova stella, che fosse Cesaro o Reigns. Né ci si poteva permettere di opporgli John Cena, questo John Cena. Il flop sarebbe stato giustificato e in caso di vittoria dell'ex marine, il pubblico sarebbe andato a cercare i McMahons a casa. Undertaker ha preferito mollare prima che fosse troppo tardi. Il fisico non regge, le forze sono inferiori al passato, e Brock Lesnar era l'unico là dentro capace di batterlo. Più che all'ex campione UFC, a cui tutti si riferiscono, la fine della streak è un premio a Paul Heyman, che già in passato aveva feudato con il Deadman e che l'anno scorso era andato vicinissimo all'obiettivo con CM Punk.

E' vero che crolla un mito, è vero che nessuno se l'aspettava. Gli sguardi attoniti di migliaia di tifosi sono stati soppiantati dagli occhi fuori dalle orbite del ragazzo di colore, la sua bocca spalancata a dire "non dirmi che è successo veramente. Cioè, ma che cazzo è successo?". Anche questa sconfitta è il simbolo di uno stop verso una nuova era. Fuori tutti: fuori Hogan, fuori Austin, fuori Rock, fuori Taker, fuori HHH. Fuori il passato, dentro il futuro. No, non Brock Lesnar. Ma quello che da Brock Lesnar in poi può scaturire, anche lui il mediatore di lusso verso la nuova stagione del wrestling WWE.

 

NB. piccolo finale che mi ritaglio. Due mesi fa scrissi un blog dove salvai lo Shield dallo split. Spiegai come e perché sarebbero dovuti rimanere uniti. Scrissi che il post-Wrestlemania li avrebbe rilanciati, da face. Con Bryan. Non sono un veggente, ma è vero che i segnali che il wrestling dà non sono tanto difficili da cogliere. Per lo split c'è tempo, ora hanno trovato avversari di peso per continuare ad abbattere. Batista, Kane e Orton sono abbastanza grossi, forti, importanti per giustificare il loro nuovo status. La WWE deve lavorarci finché la mano rimane calda.

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.