Succede che un giorno ti ritrovi a leggere che Titus O’Neil ha ricevuto una sospensione di 60/90/multiplo di 30 giorni per “condotta non professionale”: in sostanza, Titus avrebbe avuto un momento di esubero non richiesto, arrivando a strattonare (giocosamente) Vince McMahon mentre questi era impegnato a tornare nel backstage in religioso silenzio dopo il saluto a Daniel Bryan

Il tuo primo pensiero è stato ringraziare l’Onnipotente per averti concesso una pausa dalle insipide vittorie di Titus contro jobber a caso (Stardus e Tyler Breeze per citarne solo due) e dalla sua presenza in Six man tag team match (sempre #acaso) in cui il massimo del suo contributo era prendere gente in braccio e lanciarla come immondizia per il ring sfidando gli avversari ad atterrare al suolo senza rompersi qualcosa

Il tuo secondo pensiero è stato un qualcosa del tipo “ma questo è un coglione”, chiedendoti cosa debba esser passato per la testa di quest’uomo per pensare di poter 1) rompere la serenità del momento e 2) strattonare il tuo capo in diretta network, fatto che per prenderti tale libertà devi essere minimo uno Steve Austin o un The Rock (che comunque quando scazza non subisce multe, ma la bile a Vince sale di parecchio)

Però poi pensi “ok, finita qui”, perdi giusto altri due secondi pensando che forse sospenderlo per 90 giorni sia stato eccessivo, ipotizzi che forse The Rock abbia lanciato chissà quale spray dissacrante negli spogliatoi della federazione e che la WWE abbia voluto troncare altri casi analoghi sul nascere, con una punizione esemplare. Questo è il tuo ultimo pensiero al riguardo

E invece no

Il web rumoreggia, si divide tra chi si scervella per indovinare cosa pensasse O’Neil in quel momento, chi accusa Vince di essere un despota permaloso, anche in terra americana le reazioni sono più o meno le stesse, anzi i fan made in USA, tradizionalmente più mark, rimpiangono che O’Neil non abbia sfruttato l’occasione per tirare qualche colpo al vecchio Vince, altri gioiscono nel pensare a quanto McMahon debba aver perso il controllo nel backstage

Ma non basta, nomi importanti si scomodano: Batista lascia intendere di aver detto a Titus di abbandonare la WWE dopo un simile episodio, Teddy Long si affretta ad assicurare che il razzismo non c’entra e che gente come John Cena e Randy Orton non avrebbero mai fatto una cosa del genere, Erick Bishoff invece rimpiange i bei tempi quando negli spogliatoi WWE ci si versava il lassativo negli aminoacidi per gioco mentre adesso pare di lavorare in un ufficio postale, che i giovani d’oggi, che si stava meglio quando si stava peggio, che non ci son più le mezze stagioni e son cose che non son cose signora mia (cit.)

Tanto rumore per nulla? Una vicenda che ha suscitato fin troppo clamore a fronte della sua effettiva importanza?

Un paio di conclusioni io ho provato a trarle

La prima è che, bene o male, a noi utenti piace sempre discutere, anche accanirci più del dovuto alle volte, e va bene così, inoltre difficilmente ci lasciamo sfuggire l’occasione di parlar male un po’ di mamma WWE, quella federazione che tanto amiamo quanto odiamo e quando escono fuori notizie simili è anche bello spenderci quel commento in più

Poi, questa vicenda ha portato alla luce una verità che troppo spesso ci dimentichiamo: la WWE è un’azienda e, come tutte le aziende, ha come fine ultimo il maggior profitto possibile

La WWE sarà pure una federazione in cui alla gente veniva appiccato fuoco e becchini cinquantenni venivano sequestrati da loschi figuri barbuti, senza che nessun rappresentante della legge comparisse all’orizzonte, ma un dipendente WWE deve, purtroppo, imparare quando tutto ciò è permesso e quando, invece, è il momento di prendere il proprio lavoro sul serio. Difficile dire se Vince McMahon in persona si sia sentito offeso, offeso dal fatto che Titus O’Neil, con quel gesto bonario, abbia “desacralizzato” l’autorità che Vince rappresentava in quel momento, difficile dire se sia stata una scelta della WWE di punire con una sanzione esemplare un comportamento che avrebbe potuto creare un precedente

Non voglio neanche credere che sia stata una scelta facile, sono certa che la WWE si sia resa conto del clamore che avrebbe potuto suscitare, di fatto ha quasi immediatamente applicato uno “sconto di pena” ad O’Neil, forse la WWE ha dovuto mediare tra i fan che non avrebbero dato molto peso all’accaduto, anzi ci avrebbero scherzato sopra, e i suoi azionisti, i suoi dirigenti, pronti a scattare sull’attenti appena qualcosa viola le norme e non va per il verso giusto

Noi ce ne staremo qui, a discutere della vicenda per un po’, e poi ci concentreremo sul prossimo piccolo scandalo a casa Stamford

Di una cosa però, sono assolutamente sicura:

Da qualche parte, il giorno del fattaccio, un certo Mr Hulk Bollea si sarà fatto scoppiare il cervello nello scegliere a chi dar ragione.

Ysmsc

Celeste "Ysmsc", infesta ZonaWrestling ormai da sette anni e da cinque si ritiene esperta di wrestling per il semplice fatto di praticarlo lei stessa. Avendo ricoperto quasi ogni ruolo all'interno del sito, attualmente di occupa si NXT e, quando arriva il bonifico su PayPal, partecipa al ZW Radio Show