La WWE può contare, nel main roster, di innumerevoli wrestler dalle variegate qualità e dagli spessori variabili. In mezzo al mucchio, spulciando per bene, vi è qualcuno che potrebbe raccogliere più di quanto non stia facendo? Più strisciato di Studio Sport, ecco a voi l’editoriale odierno.

Parlare di Cesaro, Dean Ambrose, Ziggler e similari sarebbe sin troppo facile e scontato, se trattiamo di spreco in senso stretto. Il primo, in particolare, oggettivamente riesce a fare sul ring cose che è difficile anche solo visualizzare mentalmente ed è inneggiato dalla folla sempre e comunque: il discorso ha però vita breve, in quanto la ragione del suo ciclo push/depush è facilmente intuibile. Se Vince McMahon sostiene che tu non sia in grado di fare quel passo extra per la tua provenienza da uno dei cantoni svizzeri, puoi anche essere l’incarnazione dei dio del wrestling ma non verrai mai messo in condizione di fare quel passo extra.

Il discorso diventa leggermente più complesso se analizziamo qualche altro personaggio presente nel main roster magari da un bel po’ di tempo, senza un background indy acquisito, che seppur occupando uno spazio (piccolo o grande che sia) potrebbe agevolmente occuparne qualcuno più altisonante. Per dovere di cronaca, parto da uno dei miei wrestler preferiti: Mark Henry.

Quando si parla di questo omaccione mi viene davvero difficile essere oggettivo nelle mie critiche. Certo, Henry non è un worker sopraffino e può vantare l’amaro trofeo di aver portato Kurt Angle ad un match insufficiente nel 2006 alla Rumble, tuttavia credo che l’uomo più forte del mondo sia uno dei big man più completi di sempre. Innanzitutto il suo nickname non è un’iperbole wrestlinghiana alla “il più grande uomo che sia mai esistito”, bensì una considerazione che qualche anno fa poteva effettivamente essere legittima: Henry detiene ancora il record della  World Drug-Free Powerlifting Federation per tutte e tre le categorie di sollevamento pesi, nonché numerosi titoli a livello intercontinentale in vari ambiti. Oltre al suo background da vero badass, Henry nel corso della sua quasi ventennale carriera in WWE ha ricoperto svariati ruoli, andanti dal comedy spinto (Mae Young, Sexual Chocolate e quel mondo li) al main eventing e vanta una promo skill, a mio avviso, tremenda. Il suo promo fatto qualche anno fa dove finse il ritiro, con tanto di lacrima facile e giacca color salmone taglia XXXXXL, resta uno dei momenti più stupefacenti e divertenti non solo della sua carriera ma degli ultimi 5 anni di Raw, almeno per il sottoscritto. Vedere un talento del genere, seppur agli sgoccioli della sua carriera, squashato per due settimane di fila da Rusev…mi fa male al cuore. Per amor del cielo, è giusto e sacrosanto che il mostro Bulgarorusso sia protetto e mandato over, tuttavia vedere Henry sottomesso in 80 secondi è, per me, un enorme spreco di talento.

Le capacità di Henry potrebbero essere sfruttate in numerosi ambiti, dalla categoria tag team (totalmente non cosiderata, eppure qualche anno fa con MVP stava facendo un lavoro discreto) a qualche faida in singolo di buon valore. So bene che Henry non è una categoria “protetta” dal fan smart generico-medio, tuttavia un ultimo stint decente che poi dovrebbe e potrebbe culminare con l’abdicare per qualcun altro non lo vedrei affatto male.

Restando sempre in ambito Big Man, una vera incognita sembra essere Sheamus. Ma come, direte voi, Mr. MITB può essere definito come un talento sprecato? Eppure il lato creativo della WWE, ultimamente, sembra aver preso davvero in antipatia il gemello roscio di Silas: la faida tra lui ed Orton sembra essere quasi una presa in giro del booking team nei confronti dello spettatore, al punto di essere oramai divenuta una parodia di feud. La valigetta che porta baldanzosamente al seguito è totalmente stonata se pensiamo al suo attuale status da midcarder spinto, ed è tanto, troppo tempo che non assistiamo ad un’evoluzione logica del personaggio Sheamus.

Il suo ritorno ha visto sostanzialmente solo un cambio di look (in peggio), lasciando totalmente inalterato il suo personaggio, turnandolo heel ma non conferendogli il minimo spessore. Dunque, più che di passo laterale, qui si potrebbe tranquillamente parlare di passo indietro, ed è un vero peccato perché il performer sul ring ci sa stare ed al microfono non è assolutamente scandaloso. Il vero problema di questo personaggio è che, con la sua perenne stasi, ha anestetizzato lo spettatore al punto dal non aver più la minima presa emotiva. Di questo passo, non mi stupirebbe che la valigetta possa essere ceduta a qualcun altro, o che peggio ancora Sheamus possa fare la figura del tordo fallendo l’incasso, impoverendo ancora di più il suo oramai deficitario status da picchiatore irlandese.

Menzione di merito la meriterebbero Kevin Owens, ridimensionato a mio avviso in modo eccessivo in seguito alla sconfitta contro Cena (troppi pin subiti in modo evitabile), il sempreverde Ziggler e Wade Barrett, che qualche peccato in una vita passato deve aver commesso, non ci sono spiegazioni logiche che reggano. Le ultime righe, tuttavia, le voglio dedicare a The Miz.

Miz è senza ombra di dubbio sfruttato parecchio dalla compagnia. Ospite in talk show, host televisivo, protagonista di film, performer sempre spendibile in qualsiasi momento in faide da midcarding. Questa sua collocazione è quasi ideale, tuttavia…mi verrebbe da fare una considerazione. Miz ha retto un Main Event di Wrestlemania, nonostante le numerose critiche ex post, in modo tutto sommato sufficiente in un periodo in cui i lottatori non-made in WWE (Punk, Bryan e similari) non avevano ancora fatto capolino in zona main event. Bene, ora che il roster è contorniato dai vari Ambrose, Rollins, Cesaro, Bryan (?), Owens, Neville e via discorrendo, credo che un performer come The Miz potrebbe ben proporsi come antitesi heel perfetta ad uno qualsiasi dei sopraelencati nomi: nessun background da “faticatore”, nessuna esperienza di rilievo extra WWE, worker assolutamente lontano dall’essere eccellente, provenienza da un reality show, “favoritismi” veri o presunti ricevuti nel corso della carriera, spocchia naturale ed assolutamente veicolabile verso il pubblico. In questo contesto storico, Miz è l’antiface-indy perfetto: perché non provare a riproporlo qualche gradino in su, anche solo come manager, al fine di massimizzare il suo potenziale da heel di rilievo?

E secondo voi, quali sono altri performer che meriterebbero maggiore spazio, a parte quelli “ovvi”?

“Daddy’s coming home!”

Danilo