Fra i membri dello staff di Zona Wrestling credo di essere fra i più “vecchietti” : sono nato negli anni dell’invasione degli Anime in Italia, figlio della Mazinga e Uomo Tigre Generation: fra i miei primissimi match visti in TV, ho ancora scolpiti immagini e commento (del mitico Toni Fusaro) del primo storico match fra Tiger Mask e Black Tiger e i primi match della WWF commentata da Peterson su Italia1.

Quante volte sento dire dai miei coetanei “eh la WWF di un tempo era un’altra cosa” “non ci sono state più federazioni come la WC” o “l’ECW è stata una cosa unica” , quasi a voler ribadire che quei tempi non verranno più o che nessuna federazione d’oggi potrà replicare quel successo.

 

 

E non lo pensano solo i tifosi a volte: lo pensano anche atleti che a quelle federazioni devono il loro momento di gloria migliore, quel “qui mi sento a casa” uguale a quello che ripete il buon Randy “The Ram” Robinson sul ring ai suoi tifosi nel film “The Wrestler”; lo pensano anche promoter che più di una volta hanno provato a resuscitare (con più o meno – spesso meno – successo) federazioni storiche per una notte soltanto o per progetti più o meno duraturi.

Fra i primi a provare a resuscitare una storica sigla è stato Dale Gagner, che prova a riportare in vita l’AWA di Verne Gagne, che aveva chiuso i battenti nel 1991, ma nel 1997 viene “resuscitata” dallo stesso nel Michigan, con il nome però , cambiato successivamente per evitare grane legali, in AWA Superstars Of  Wrestling, stringendo anche collaborazioni internazionali con la ZERO1 in giappone (che portò lo storico AWA HW Title nella federazione giapponese, dove tuttora è rinominato ZERO1 World HW Title); ma i sogni di Gagner finiscono nel 2007, quando la WWE gli fa causa per uso illecito del marchio, acquistato, assieme allo storico archivio video dallo stesso Gagne nei primi anni 2000, causa che ovviamente vedrà vincere la federazione di Stamford e finire l’esperienza di Gagner e della “sua” AWA.

 

 

Finora l’unico che ci è riuscito con un certo successo (almeno per quello che riguarda il lato economico senz’altro) è stato la WWE riportando in vita fra il 2006 e il 2010: spinto dal rinnovato interesse suscitato dal PPV “One Night Stand” del 2005 dedicato al revival della vecchia ECW e forte del detenere i diritti sul marchio e gli archivi Tv della federazione fondata da Gordon nel 1992 e portata al successo globale da Heyman nel 1996, la “nuova” ECW all’inizio sembra basarsi quasi tutta sui vecchi lottatori storici (RVD, Sabu, Dreamer, Rhyno, molti nel frattempo passati alla WWE) e nuovi innesti che in alcuni casi si riveleranno un successo da traghettare nella massima federazione (CM Punk su tutti), rilancio per lottatori (da Christian a John Morrison) e delusioni (Elijah Burke e Bobby Lashley), per diventare semplice un TV show dove impiegare Mid Carder e Low Carder WWE senza possibilità di inserimento negli show principali e snaturandone del tutto il “brand” (con cose come gli Extreme Rules Match con la squalifica (!) o il pietoso PPV Dicember To Dismember).

 

 

 

Un caso invece di totale fallimento a mio giudizio e l’aver tentato più volte di resuscitare l’FMW in Giappone, di cui stiamo assistendo all’ultimo “risorgimento”, per mano ancora una volta del suo atleta più iconico, il “profeta dell’eresia” Onita.

Per il Puroresu, l FMW è stata alla sua nascita, nel 1989, una vera novità assoluta: oltre a basarsi molto sui Jr. Heavyweight, la federazione colpì soprattutto per l’aver portato sul suo ring, assieme alla IWA Japan, l’Hardcore Wrestling alla sua massima espressione con la tipologia dei Deathmatch, anticipando di molti anni l’IWA-MS e la CZW in questo genere.

Onita, Tanaka, Mr. Pogo, The Winger, Hayabusa: nomi che divennero presto autentiche leggende per i loro match che univano inaudite stipulazioni hardcore (le serie di match Exploding Barbwire fra Onita e Hayabusa) match molto tecnici e ricchi di mosse molto spettacolari (prima del tragico infortunio Hayabusa era a detti di molti uno degli atleti più rappresentativi della divisione Junior Heavyweight di quegli anni); il canto del cigno arrivo nel 2002, fra scandali per debiti e affiliazioni alla Yakuza di Arai, nel frattempo succeduto a Onita a guida della federazione, scandali che portarono lo stesso Arai al suicidio.

Da quel momento più volte Onita ha provato a resuscitare l’FMW: da show ONe Night Only a tentativi di creare federazioni più o meno eredi deputata della stessa, dall’Onita Pro a Cho Hanabi, fino ad appunto alla rinascita ufficiale agli inizi di quest’anno, con Onita sempre dietro a questa operazione.

Revival riuscito? Personalmente No a mio parere: alla fine si è trattato nella maggior parte dei casi di show con atleti (molti ex-FMW) già visti in azione negli show Cho Hanabi di Onita assieme a rinforzi della ZERO1, che con Onita ha un rapporto di collaborazione da diverso tempo; alla fine si è semplicemente rivelato un tentativo di monetizzare un marchio e un brand leggendario e con molti fans ancora in Giappone, ma per il momento l’operazione non sembra sortire gli effetti sperati.

Il Giappone non è nuovo a simili operazioni: molte volte si è tentato ad esempio di riportare in vita L’UWF, progetto  di wrestling “ibrido” (cercava di proporre una visione più “Shoot” del wrestling, al progetto e alle sue reincarnazioni ha partecipato anche Satoru Sayama, il primo Tiger Mask) nato una prima volta nel 1984, ritornato attivo nell’88 e resuscitato una terza volta con l’UWF-i nel 1991, chiudendo nel 1996, con diverse federazioni minori che ne hanno più o meno tentato di raccogliere l’eredità e l’appellativo di “figlio dell’UWF”.

 

 

C’è poi chi è il revival di se stesso: è il caso dell’IWA- Mid South o della XPW negli USA: entrambe federazioni caratterizzati da una forte impronta Hardcore, hanno vissuto i loro momenti di gloria nei primi anni 2000: l’IWA – MS, dell’Indiana , fondata dall’Ex ECW  Ian Rotten nel 1996, ha più volte chiuso e riaperto i battenti, fra stop per i divieti di svolgere show hardcore in alcuni stati, problemi di backstage causati o rimandabili a Rotten o il suo staff  e i debiti, ma riappare e scompare con una certa continuità e continua comunque a produrre tornei ormai cardine della scena deathmatch americana e non solo come il King e il Queen Of The Deatmatches.

L’XPW invece fu fondata nel 1999 da Rob Black, lottatore e produttore di film Hard (e sarà questo a portarlo a grossi guai), che per un breve periodo sembrava potesse anche battere la CZW, salvo poi soffocare in grane legali ed economiche; negli anni ci sono stati dei tentativi di riportare in vita la sigla, ma con poco successo e forse anche poca voglia di prendere un marchio così scomodo: fu proprio a causa di uno show XPW che la CZW rischiò di non fare più show per un famoso incidente in un locale dove un lottatore XPW si recò completamente sanguinante nei bagni del locale adibito per i clienti, portando lo stato dove si tenne lo show a proclamare una legge che proibiva show con match hardcore e deathmatch.

 

 

Anche in Europa abbiamo avuto qualche caso di revival, anche se forse sarebbe più corretto parlare di revival “formali”: si tratta di quello della GSW, federazione tedesca nata nel 2001 che dopo aver annunciato la chiusura nel 2001, è stata poco tempo dopo riportata in vita e acquisita dalla wXw, fra le principali federazioni tedesche in europa, che l’ha resuscitata diventandone di fatto la federazione di sviluppo e per tenere attivi i suoi lottatori non impegnati in feud principali nel territorio tedesco, ma che ha permesso alla GSW di continuare ad esistere e vivere in autonomia.

 

Appare comunque come sia evidente che alla fine, dietro una rinascita di una vecchia sigla c’è una questione puramente economica di cercare di risfruttare un marchio famoso e conosciuto per ridargli linfa e attirare vecchi fans e nuovi.

Ancora oggi girano ripetutamente voci che il prossimo “revival” sarà quello della WCW, altra storica federazione, unica capace davvero negli anni 90 di battere e impensierire la WWE, oggi detenuto proprio da Stamford: avverrà? Difficile dirlo, rispetto alla ECW l’operazione non sembra potrebbe avere la stessa presa sul pubblico ed inoltre la WWE ha già numerosi TV show da seguire e gestire (oltre al WWE Network) anche se lottatori Ex WCW della federazioni attivi e papabili da inserire nel progetto non mancherebbero.

 

Come un lungo Deja vù appunto.

Enrico Bertelli “Taigermen”