Ci siamo quasi, oggi è l’antivigilia della serata più attesa dell’anno per noi nerdacci di wrestling. Il main event di RAW, in teoria, dovrebbe chiudere lo show quest’anno…com’è stata la sua costruzione? Ed in generale, che livello qualitativo porta lo show rosso nei suoi tre match di punta? Più atteso di un enzeguri di Albiol ai danni di Higuain, ecco a voi l’editoriale odierno!

Golberg contro Brock Lesnar, titolo o meno, sarebbe stato il match più importante di questa Wrestlemania, alla luce dello starpower accecante di questi due personaggi ampiamente definibili come “larger than life”. Diciamo che è stato un insieme perfettamente porzionati di numerosi fattori a portare questo match a compimento, nonostante il passato tutt’altro che illustre che lega questi due atleti all’Ultimate Thrillride (dell’aborto di WM20 abbiamo ampiamente discusso la scorsa settimana): innanzitutto in molti si aspettavano che Golberg sarebbe stato over…ma non a questi livelli stratosferici. Accolto come il classico figliol prodigo, il WWE Universe non ha esitato ad ammazzare la più grassa delle sue vacche per far sedere Bill al banchetto riconciliatore, iniziato con un match che avrebbe dovuto essere “one and off”, proseguito con una partecipazione alla Rumble, coronato con una vittoria dell’alloro massimo e che vedrà la sua fisiologica risoluzione nel Main Event della serata più importante dell’anno. In questo contesto favorevole, si sono unite le sventure di Lesnar.

Dopo la partecipazione straordinaria nel main event de facto di UFC200 contro Mark Hunt (nel main event hanno combattuto Miesha Tate ed Amanda Nunes, anche se in pochi lo ricordano), il futuro di Lesnar pareva incerto. Essendo una delle pochissime special attraction in giro nelle MMA (GSP ricicciato, McGregor guadagnera 100 milioni di paperdollari contro Mayweather, Ronda Rousey semi ritirata e Jones perennemente sotto arresto/squalifica), la UFC avrebbe sferrato di certo un’offerta monstre per garantirsi i suoi servigi una volta scaduto il contratto con la WWE…e quest’ultima un po’ temeva questa eventualità. Tuttavia accade l’impensabile, e nonostante la convincente vittoria di Lesnar, tramutata poi in un no contest, lo stesso non riesce a capitalizzare al massimo il suo stock, venendo beccato (e squalificato per lungo tempo) per l’utilizzo di sostanze non consentite. In questo contesto, paradossalmente, a guadagnarci è stata la WWE, nonostante la botta di “immagine” durata di fatto poco più di un mesetto a voler essere larghi di manica.

Lesnar rimane strapagato, intendiamoci, ma non ha più quella forza contrattuale derivante dalla presenza di un colosso come la UFC affacciata alla finestra delle opportunità perdute. In questo contesto, la WWE non solo ha Lesnar maggiormente disponibile per più date, ma ha anche la possibilità di pianificare a medio/lungo termine su di lui: da qui la possibilità di renderlo vulnerabile (forse un po’ troppo) contro Goldberg, in attesa della vittoria finale che la Bestia dovrebbe portarsi a casa domenica sera. Lesnar Campione accrescerebbe in modo sensibile la percezione della Cintura stessa, ed aprirebbe la porta a numerose faida di assoluto interesse, ad esempio contro Bàlor, contro Owens, contro AJ Styles (verrà draftato a RAW, ne sono quasi certo), Roman Reigns e, perché no, anche contro Strowman.

L’incontro di per se dovrà essere necessariamente breve, intenso, stiff, violento e possibilmente sanguinoso, in modo da mascherare i palesi limiti di Goldberg e da fornire la giusta “vendetta” ad un personaggio come Lesnar, spinto da uno spirito di rivalsa figlio di numerose umiliazioni subite per mano del rivale. Ma questo match è solo uno dei tre di “cartello” dello show rosso.

Altro piatto forte è costituito dalla battaglia tra il Big Dog ed il Becchino. Roman Reigns ha nelle sue corde un heel da main event, ed Undertaker sta pian pianino diventando tenero nei suoi sforzi di mostrarsi temibile nonostante panza, parrucche, trucchi, abbronzature finte e via discorrendo. Dunque perché non capitalizzare questi ultimi sprazzi di grandezza di una Leggenda, donando una vittoria ad un performer futuribile attirandogli un heat che nemmeno mefistofele al centro della fornace infernale? In questo modo, e magari affiancando un domani Paul Heyman al SuperSamoano, si potrebbe ottenere un heel dominante, odiato, fisico, giovane ed imponente. Mica male, no?

Ultimo match, per ordine di importanza, HHH contro Rollins. La strada è spianata per far si che Seth, nonostante gli sforzi profusi, debba capitolare contro le scorrettezze del King of Kings, magari inserendo (anzi, sicuramente inserendo) un certo Samoa Joe come fattore esterno in grado di far pendere la bilancia in modo forte dal lato del cattivone. Seth avrà modo di potersi riabilitare sia fisicamente che come status, con i tempi dovuti.

Messo un punto, ciò che rimane è WRESTLEMANIA cribbio. Un evento emozionante, festoso, colorato, in grado di sugellare questo anno accademico di wrestling. Passano gli anni, passano le edizioni con alti e bassi, ma l’emozione rimane sempre la stessa.

Danilo