Nell’ultimo evento WWE a cui ho partecipato con il collega Danilo, tra i tanti commenti gridati durante le entrate dei lottatori, ci chiedevamo come uno come Ziggler non fosse riuscito a diventare main eventer. Una vecchia storia che si trascina da anni, centinaia di righe spese a difendere la bontà e l’evoluzione qualitativa che ha avuto da qualche anno a questa parte. Statistiche impressionanti che dimostrano l’affidabilità e addirittura qualche premio di tanto in tanto da qualche esperto (o meno) del settore. Oggi, dopo la storyline di Summerslam, che alla fine dei conti si è dimostrata come la necessità di dare un avversario a Dean Ambrose, più che il puntare su Dolph, recuperare la situazione è praticamente impossibile. La faida attuale si sta rivelando inutile per entrambi, era il nome sbagliato per Miz e subire ancora sconfitte non porterà Ziggler da nessuna parte. Possibile che questa scelte siano parte di un exit strategy tra le due parti WWE e Ziggler stesso? Queste e altre questioni sono tenute sotto traccia e possiamo solamente dedurne le cause, dagli effetti. Questa domenica a No Mercy ci sarà quasi sicuramente un match fotocopia e il risultato pende totalmente dal protagonista del poster dello special event stesso. E non è questione di allineamento errato, anche da heel, attualmente, riscuoterebbe lo stesso trattamento. È chiaro a chiunque che Ziggler abbia perso il treno della vita molti anni fa e che in questa nuova era, potrebbe rimanere a vagare nel cimitero degli elefanti in WWE a tempo indefinito. Questo dispiace, a me personalmente moltissimo, e vedere una carriera così mal gestita, non fa bene a nessuno. E allora forse è arrivato il momento di darsi una bella stretta di mano, non necessariamente amichevole, e pensare a fare altro. Ma ovviamente scatta la componente psicologica, quella che taglia fuori le scelte di convenienza e magari viene fraintesa dai fan. In fin dei conti tra il rimanere in WWE a fare il mid carder a Smackdown e andare a cercare gloria in Giappone o nelle indie, la scelta a 36 anni a meno che non venga imposta dall’alto, è tutt’altro che scontata. Opportunità di rilancio e rinascita, non ce ne saranno, anche alla luce del lavoro sprecato nel mese di agosto e per nulla valorizzato dopo la sconfitta per il titolo mondiale. Spazi per ricostruirlo ce ne sarebbero, basti vedere i recenti tentavi con Cesaro e Sheamus, ma probabilmente non c’è la volontà e la voglia di farlo. E allora, anche se la WWE, nel recente passato non ha mai applicato una stipulazione così netta, che sa più di wrestling di altri tempi, non mi stupirei che l’esito del match porti a renderlo l’ultimo di Ziggler. Risultato che visto dall’esterno renderebbe libero di esprimersi, come forse mai prima, un talento che ha le capacità per ottenere successi ovunque voglia. Io che negli ultimi tempi attendevo i match di Ziggler sempre con fiducia e anche per il piacere di vederlo lottare, dovrò guardarmi intorno per cercare un altro performer che mi coinvolga come il buon Dolph in WWE, con quel pizzico old school che a me piace tanto, ma spero di consolarmi rivedendolo felice e motivato nel fare il lavoro che ama ovunque verrà valorizzato.