Così come una volta all’anno la Marvel ci allieta con un crossover delle sue testate supereroistiche, così l’ASCA ogni 6 mesi decide di regalarci l’evento italiano dell’anno.

Ogni volta si ritorna all’ASCAdome convinti di assistere a qualcosa di unico nel panorama italiano. Ogni volta si parte da Torino (nel mio caso) e ci si fa quelle quasi tre ore di macchina per raggiungere la lontanissima Almenno. No a parte tutto, tanta stima per chi viene dal sud e deve arrivare in provincia di Bergamo. Ma a parte questo piccolo limite degli show ASCA possiamo sicuramente perdonargli la location in cambio dello spettacolo che ci viene offerto. Ogni volta (no, non è una ripetizione da rincoglionimento, si chiama anafora) il conto degli atleti stranieri eguaglia quasi quello degli italiani.

Non starò qui a dirvi di quanto l’ambiente sia ormai bello, non è una marchetta per invogliarvi ad andare a Dicembre (o forse si?). Voglio soltanto raccontarvi delle impressioni a caldo visto che è passato davvero poco tempo. Il preshow ha visto dei match che non avrebbero sfigurato nella main card di nessuno show europeo. La menzione d’onore se la meritano Josh Bodom e Red Devil che han tirato su un match davvero bello, in cui Red Devil si riconferma come uno dei talenti più puri che il wrestling italiano abbia mai visto. Invece l’opener è stato un piacevole inizio di uno show che è andato in crescendo fino alla fine, Mark Fit e Paul Robinson hanno regalato un antipasto di quello che sarebbe stato “This Means War”. Menzione d’onore per Jux che ha chiesto di sputare a Robinson ma ha fatto insalivare il povero Jacopo di fianco a lui. APPLAUSI.

Peccato che neanche il tempo di rilassarsi ed ecco andare in scena i due “pick your poison match”. Se non capite il significato andate a nascondervi. Tommy End vs Iceman è stato un po’ sotto le mie aspettative mentre Scurll vs Seven entra di diritto nella top 10 dei migliori match ASCA “EVAH”!

Dopo una bella mezz’oretta di pausa, in cui il caldo si è fatto sentire e per cui il mio portafogli ancora piange, si torna in azione con il primo match dello show principale. Un match davvero hardcore tra Brutus e Graves che ci regalano delle vette di violenza inaudite. Brutus si becca tre sediate in faccia che avrebbero steso anche Wolverine e il suo cranio di adamantio.

Il match successivo è la rivincita della Super 8 in cui TG e Gibson bissano la prestazione precedente regalandoci un match davvero divertente e combattuto. Stavolta a prevalere è stato Gibson. Ma il colpo di scena arriva dopo questo match. L’ASCA istituisce i primi titoli della sua storia, l’ASCA Tag Team Championship e a contenderselo sono 4 storici wrestler della promotion: Kyo & Horus da una parte, Seven e Iceman dall’altra. Incredibilmente i due top face della promotion perdono e Kyo Kazama vince, per il gaudio dei suoi fan, un titolo. Era ora e se lo meritava. Match rapido e snello che non fa perdere momentum allo show. E’ il turno di Excellent ed il suo allievo Hydra che salgono sul ring mettendo in scena IL match diverso. Un match che tanti si aspettavano vista l’attitudine tecnica del patron ICW. Peccato per la posizione in card che ha penalizzato il match. Non è stato un match brutto, anzi ben studiato e che ha raccontato una buona storia sul quadrato. Il problema è che era già tardi e il pubblico era stanco dal caldo e dalla mole dei match. Ho visto qualche sbadiglio, ma ci sta se come me sei sveglio dalle 6 e stai pezzando come un muratore che, a torso nudo, trapana alle 3 del pomeriggio in un’estate afosa. E tranquilli che il clima dell’ASCAdome era quello.

Arriviamo ora ai quattro match TOP, non per forza per bellezza, della serata. Cominciamo dall’incredibile Lupo vs Charlie Kid che ci ha regalato uno dei match italiani più belli di sempre. Storytelling incredibile ed energie inesauribili da parte dei due. A vincere è Lupo, una sconfitta che porta Charlie Kid a turnare ed attaccare Kobra che non se le fa mandare a dire ma si becca una spear che lo tramortisce. Che sia arrivato il momento del ritorno sul ring? MA ORA PARLIAMO DEL MOMENTO PIU’ IGNORANTE DELLA SERATA. IL NON PLUS ULTRA. PROBABILMENTE CALCIATORI BRUTTI LO INSERIRA’ NEL SUO FANTAIGNORANTE NONOSTANTE LO SPORT SIA DIVERSO. Ovviamente chi era ad Almenno avrà capito di che parlo. No, non parlo di Marco Piva in versione camionista color limoncello. Parlo di Davey Boy vs Doblone che raggiunge vette di epicità incredibili. Prima si parte dalla gara di shottini per arrivare alle chop sul pubblico totalmente random. Probabilmente rimarrà nella storia del wrestling italiano e potremmo farlo vedere alla Chikara per fargli capire che anche noi possiamo essere ai loro livelli. VIA DI GALLERY SOLO PER QUESTO MATCH!

Pre Main Event decisamente strano. Kyo Kazama vs Chris Renfrew verrà ricordato e cantato dai bardi come: “il giorno in cui qualcuno tirò una chop più forte di Trent”. Perchè il colore del petto di Kyo si avvicinava paurosamente a quello di alcuni video hard in cui compaiono tutine di pelle e gatti a nove code, Kyo sa di cosa parlo tranquilli (non fate finta di non capire). Le sedie di Almenno ancora adesso giacciono demolite per non parlare dello specchio della palestra. In ogni caso Renfrew riceve un pop mica male e ci sta. Lode a Kyo per la resistenza.

E a mezzanotte è tempo di Main Event. Marty Scurll vs Tommy End. Match che arriva tardissimo e che, nonostante tutto, riesce a tenerci incollati all’azione. Scurll ed End si conoscono e si vede. Alcuni automatismi funzionano alla perfezione e ci danno davvero dentro. Il match non è lunghissimo ma è decisamente funzionale a chiudere lo show. La maratona si conclude dopo 6 ore e mezzo. End prende il microfono e ci fa capire che probabilmente cambierà continente, non prima di aver ringraziato il pubblico italiano. Tommy ti meriti sicuramente un posto in quel di Orlando.

Tirando le conclusioni non si può che rimanere soddisfatti dalla serata. I costi rimangono un tantino elevati per un fan e probabilmente dovrebbero essere leggermente abbassati. L’ASCA ha una fanbase chiara e precisa ormai, di bocca buona, e non sarà facile accontentare sempre tutti. Ogni show alza l’asticella di quel po’ che ti fa pensare alla volta successiva e a quanto sarà difficile superarsi. Lo show è stato lungo, forse troppo e qualche match di meno avrebbe, forse giovato un po’ all’attenzione dei fan. Una sola pausa in 6 ore è troppo poco. This Means War rimane sui livelli della Super 8 e si conferma l’ennesimo ottimo show dell’ASCA. Una federazione che, nel panorama italiano, sta facendo un qualcosa di impensabile. Un qualcosa che riesce a mettere d’accordo tutti. La dimostrazione che i nostri wrestler possono tranquillamente condividere il ring con gli inglesi, gli scozzesi, gli olandesi e magari, molto presto, gli americani.