Sarebbe facile dimenticarsi di chi non fa più parte della WWE, di chi non fa più parte del Wrestling, per poi magari ricordarlo il giorno della sua morte. E’ più difficile invece, trovare interesse per le vite difficili di chi va avanti e combatte con le unghie e con i denti per  sopravvivere. Non mi sono mai arreso, ho sempre guardato dentro gli anfratti della vita e delle situazioni, cercando di capire il perché, la ragione. Non mi sono mai dimenticato di Scott Hall e non mi dimentico di Matt Cappotelli.

 

Non mi dimentico di un ragazzo che non ha fatto a tempo a regalarmi nessuna grande emozione, nessun grande Match, nessuna Storyline, ma si è distinto per voglia di diventare qualcuno o qualcosa. Si è dimostrato e ha dimostrato, agli altri, di essere “duro abbastanza” per il Pro Wrestling. Ha vinto, ha sudato e combattuto ma nel momento migliore, si è fermato.

Non erano niente a confronto, i colpi di Hardcore Holly, quel calcio in faccia è aria fresca sui capelli la mattina. Cosa vuoi che sia un osso rotto dopo quel Suplex dei Dicks, all’epoca Blond Bombers. Niente è abbastanza forte per Matt Cappotelli. Niente. Ha un desiderio, un obbiettivo, vede la meta e non può fermarsi adesso. Ma deve. Deve perché i colpi che vengono da fuori, in un Ring di Wrestling, sono soltanto i portatori delle cicatrici che nel tuo curriculum d’onore scriveranno quanto eri coraggioso, quanto eri bravo, quanto eri invincibile. Quelli che arrivano da dentro però, lasciano cicatrici molto più profonde, possono lasciare radici e cambiare la vita, per sempre.

Il suo nemico più grande Matthew, lo scopre nel Gennaio del 2006, quando ha 27 anni. Non si trattava di John Hennigan, non si trattava nemmeno di Johnny Jeter. Non aveva a che vedere con il titolo, non aveva a che vedere con la Ohio Valley Wrestling né tantomeno con la WWE. Aveva a che vedere col suo corpo, con la sua testa. Comincia qui, con un annuncio al suo pubblico di Louisville, la più difficile rivalità di Matt Cappotelli, il suo avversario sarà il cancro.

In realtà ha un nome più complesso, si chiama Geoblastoma Multiforme, ma non aveva voglia di specificarlo mentre riconsegnava la sua cintura di campione OVW a Danny Davis. Però ci pensava. Un nome cosi articolato, cosi difficile, che lui non aveva mai sentito, era proprio il cane rabbioso che stava cercando di spezzargli le gambe. Doveva lottare, sapeva che doveva farlo, come sempre, come sul Ring. L’avversario stavolta non giocava secondo le regole che aveva imparato, non andava oltre di poco, non provocava ossa rotte o labbra sanguinanti, non dava calci in faccia e colpi al collo. Questo ti trasforma in uno zombie nascondendosi dentro te stesso, lavorando ai fianchi e bruciando neuroni. Questo non è un Jobber, questo è il più cattivo, il più aggressivo, il più Stiff. Altro che Strong Style.

Ma la forza di un uomo può non avere rivali. Quello stesso cervello che era attaccato duramente in quei mesi, grazie alla forza di volontà di Matthew si trasforma nella sua più grande arma. Nel suo cranio la lotta non  è più impari, la folla si infiamma, il Come Back è vicino.

Matt Cappotelli tocca la corda e riesce a rialzarsi. Mette fine al pestaggio e prima che le luci del Main Event si spengano, torna al centro del Ring e colpisce: Aftertaste. Nel 2007 il suo contratto non viene rinnovato, perché Matt deve curarsi per bene, i postumi e i colpi di coda sono sempre dietro l’angolo. La vita va avanti, tranquilla. Nel 2013 torna nella sua Ohio Valley Wrestling, da Danny Davis, che immediatamente lo prende con se è lo trasforma nel mentore dei giovani della compagnia. Matt fa un ottimo lavoro e la vita torna a sorridere. Ma Matt è un Face. Perdona e pian piano dimentica. Dimentica di avere un conto aperto e come nella più classica delle Storyline, dopo la sconfitta, l’infortunio e il recupero, l’Heel di turno viene a chiedere il conto.

Dieci anni dopo, nel Ring di Matthew si ripresenta il Geoblastoma Multiforme. Non ha avuto un Repackage. La Gimmick è sempre la stessa. C’è solo una differenza: è più incazzato di prima.

Nel Luglio del 2017 è sua moglie a dirlo al mondo. Matt dovrà tornare a combattere. Dovrà lasciare i giovani della OVW, chiedere un periodo di pausa a dio, sperando che sia cosi buono da occuparsi della sua famiglia, e salire un’altra volta sul suo personalissimo Ring. Perché la faida è ricominciata. Ma Matthew non si arrende. Matthew lotta. E’ pronto a dare vita al più epico degli scontri, alla più incredibile delle rivincite. Stavolta però, dovrà chiudere il conto, senza dare possibilità di replica, senza lasciare aperta la porta a una nuova contesa. Sarà il protagonista insieme al suo avversario della sua personalissima Wrestlemania. E vincerà. Matthew Lee Cappotelli vincerà ancora, e noi saremo li pronti a riempire il quadrato e mostrargli il nostro affetto e la nostra gratitudine per aver dimostrato al mondo che si può sconfiggere il male. Che si deve sconfiggere il male! Matt Cappotelli ci ha dato e ci darà una lezione, portavoce di milioni di persone nel mondo che affrontano con forza e coraggio il proprio dramma. Come tanti Matt, dimostrerà ancora una volta, la più importante di tutte, di essere “duro abbastanza”, anche per sconfiggere l’oblio.

Direttore di Zona Wrestling. Appassionato di vecchia data, una vita a rincorrere il Pro Wrestling, dal lontano 1990. Studioso della disciplina e della sua storia. Scrive su Zona Wrestling dal 2009, con articoli di ogni genere, storia, Preview, Review, Radio Show, attualità e all'occasione Report e News, dei quali ha fatto incetta nei primi anni su queste pagine. Segue da molti anni Major ed Indy americane e non.