Dean Ambrose è di gran lunga uno dei personaggi futuribili più “presenti” della WWE. Nel suo domani ci saranno programmi da main event o da Main Event? Più roccioso del Lucento, ecco a voi l’editoriale odierno!

Dallo split dello Shield, i tre mastini della giustizia hanno imboccato strade diverse, nel tentativo di trovare un “personaggio” ben attagliato alle proprie potenzialità ed inclinazioni. Mentre Reigns sta pian piano svestendo i panni di essere umano per vestire quelli ben più scomodi ed indigesti del supereroe, Rollins sta cercando di emergere come heel grazie al sodalizio con l’Authority ed alla vittoria del MITB, mentre Ambrose, grazie alla sua capacità al microfono ed al suo look estremamente riconoscibile, è proposto come babyface atipico, psicotico ed irresistibile.

Una premessa tuttavia pare essere doverosa: lo stint di Ambrose da face è qualcosa sicuramente di temporaneo. Lo è in quanto la sua capacità di “consegna” dei promo, il suo stile in-ring e la sua mimica facciale sono estremamente più funzionali da heel piuttosto che da face: il suo essere dalla parte dei buoni, al momento, è strettamente legato alla faida con Rollins, in cui lo spettatore non può non empatizzare con lui in virtù del tradimento subito. Dunque potremmo dire che Ambrose, al momento, è un face “a scadenza” dove la scadenza segnata sulla busta potrebbe coincidere con la fine della faida con il suo fratello-coltello, Seth Rollins. A proposito…

Quanto avvenuto a Battleground è stato qualcosa al limite del deprimente. Magari il programma era troppo importante per aver luogo in un “PPV” di transizione, magari uno dei due non era al 100% dal punto di vista fisico o magari i piani sono cambiati 1000 volte in corso d’opera: ciò che rileva, ad ogni modo, è che la WWE ha agito molto molto TNA, promettendo qualcosa che poi ha deciso di non presentare, creando non curiosità ulteriore ma solo un montante malcontento. Perché non stiamo di certo parlando di Naomi Vs Cameron o di Fandango Vs Rose, bensì del secondo programma (se si esclude quello valido per il Titolo) per importanza dello show, dunque defraudare chi ha pagato dollari o euro sonanti di uno dei principali motivi di interesse, è stata una mossa davvero poco di classe. Ma mettiamoci una bella croce nera su ed andiamo avanti.

La faida tra i due ha le potenzialità per essere estremamente interessante, vista la nuova dinamica tentativo di incasso/sabotaggio, ed entrambi possono ancora beneficiare della spinta derivante dallo shock dello split di una stable amatissima come lo Shield. Credo che, secondo la naturale evoluzione degli eventi, Rollins dovrebbe poter arrivare a mettere in palio la valigetta, pur di liberarsi del “fastidio” rappresentato dal suo ex tag team partner…ed un ladder match tra i due, magari in quel di Summerslam, potrebbe lavare via almeno in parte quanto di sbagliato fatto a Battleground. La vera domanda è: una volta diradata la nebbia, chi dei due uscirà trionfante e vincitore?

Entrambi avrebbero molto da guadagnare da una vittoria definitiva, e di concerto entrambi avrebbero molto da perdere in caso di sconfitta. Tuttavia credo che ci sia uno dei due, suo malgrado, che potrebbe perdere qualcosa in più…e quel qualcuno è Seth Rollins. Ambrose, come dicevo, avrà in ogni caso nuova linfa quando attuerà il suo turn heel (credo roba di mesi) mentre invece Rollins ha bisogno di mantenersi forte, temibile e risoluto in vista di un incasso su un babyface di rilievo, che potrebbe essere tanto John Cena (improbabile), quanto Reigns (vittoria titolo ed incasso contestuali) oppure un rientrante Bryan. Tutti questi piani prevedono un periodo di tempo medio/lungo per la loro realizzazione, dunque nell’attesa dell’incasso sarebbe bello poter mantenere Seth come una costante minaccia per il Campione Face di turno. E per far si che ciò accada, Ambrose dovrà concedersi di assumere la parte del perdente in questa faida.

Tuttavia ciò potrebbe portare risvolti positivi. Premesso che non ho assolutamente voglia di vedere Ambrose come face da midcarding impegnato contro heel mediocri come Orton, Kane, Del Rio o The Miz, uno scenario ideale potrebbe prevedere un turn derivante dalla montante frustrazione nata in seguito alla sconfitta da questa importante faida, per far si che il proprio psicotico personaggio “esploda” rendendolo ciò che è destinato ad essere, a mio modo di vedere: un maineventer.

Ciò che non mi piace di questo personaggio face è il look alla “Renegade, un osso troppo duro”, in quanto ho visto decisamente pochi jeans nel main event da quando seguo il wrestling (nei match lottati intendo), una theme song assolutamente orrenda e generica (anche qui, molto TNA-ish) ed il fatto che le sue potenzialità sono in qualche modo limitate dall’essere un buono. Psicotico ed imprevedibile può essere sinonimo di face nel lungo termine solo se ti chiami Mick Foley, e nella WWE attuale è molto più facile andare over da heel amato piuttosto che da buono tollerato (chiedete alla Wyatt Family). Con un attire maggiormente da wrestler e meno da indy-brawler, una theme song accattivante ed attagliata al personaggio ed un ragionevole minutaggio settimanale al microfono, non dico che potremmo assistere alla ascesa del vecchio CM Punk, ma di sicuro a quella del nuovo Dean Ambrose.

Un pizzico di Punk, una spruzzatina di Roberts, un assaggio di Foley e molto altro ancora: è inevitabile, quando ci si trova davanti ad un qualcosa di eccellente, il paragone con altre eccellenze passate. Tuttavia sono convinto che qualsiasi main eventer, da sempre, conservi in se qualcosa di assolutamente unico ed intangibile, e questo qualcosa in qualche maniera trasuda da Ambrose, nelle sue movente, nei suoi promo e nelle sue espressioni. Ambrose è ciò che spesso manca al prodotto WWE in generale: molto semplicemente, Ambrose è interessante.

In tre ore di programma, in cui la ripetitività fa parte del normale ciclo di vita di uno show di wrestling, un elemento così fresco e nuovo non può non essere salutato con entusiasmo, ma per far si che questa novità venga massimizzata è necessario che questo patrimonio venga usato nel modo giusto. Le premesse ci sono tutte, ma speriamo che non vi siano troppi incidenti di percorso…

…e, per amor del cielo, cambiategli quella theme song.

Danilo