“Questa è la ballata della città di notte, del tempo che non passa, del buio che t’inghiotte, dei ladri, di assassini e di altri tipi strani, di angoscia e di paura che non venga più domani”. Mi imbatto in un opera fumettistica che definire opera d’arte è quantomeno relativo, “Dopo Mezzanotte” albo di Dylan Dog scritto da Tiziano Sclavi e parte della raccolta che la Sergio Bonelli Editore ha riportato in scena per celebrare il suo storico scrittore.

Ebbene, questa lunga frase non ha fatto altro che dirigere forzatamente i miei pensieri su quello che è l’argomento di questo editoriale, l’era di Hulk Hogan ed Eric Bischoff in TNA. Ciò che vi andrò a descrivere è un periodo nel quale ogni fan di wrestling aveva hype, dove ogni fan di wrestling non aspettava altro che capire dove sarebbe arrivata la TNA ora che la “linea” era stata varcata. Alte aspettative che però vennero tramutate in un flop colossale con pochi picchi positivi e tanti, davvero tanti affossamenti.

2010
4 gennaio 2010, la TNA va in onda live di lunedì sera due ore prima di Monday Night RAW con un episodio speciale di tre ore dove è giù annunciato il debutto di Hulk Hogan ed Eric Bischoff. Episodio letteralmente stellare che rappresenta ancora oggi il record di ascolti della compagnia che si avvicinò ai tre milioni di spettatori prima della messa in onda del main show WWE. Le prima due ore oltre che al “leggero” sviluppo delle storyline ed i tanti segmenti backstage, vede il ritorno di Jeff Hardy (uno dei wrestler più ricercati del momento dopo il suo addio dalla WWE a SummerSlam 2009) ed il debutto di una leggenda vivente, Ric Flair. Arriviamo quindi alla terza ora con Hulk Hogan finalmente sull’esagono targato TNA, quattro anni dopo quello che doveva essere il suo vero primo debutto nella compagnia per dare vita alla prima edizione di Bound For Glory. Il segmento si conclude in concomitanza con la partenza di RAW e la domanda che Hogan porge hai fan è: “Cosa succederà quando la TNA dominerà il wrestling business divenendo la compagnia numero uno al mondo?”. Signori, l’hype era alle stelle e dopo una sola puntata si era arrivati alla conclusione che il giovedì sera vi era una vera e propria alternativa alla WWE perché la TNA era ormai divenuta a tutti gli effetti una major.

L’anno prosegue con segmenti che vedranno sempre più Hogan protagonista, la sua figura dirigenziale ha accantonato quella di Mick Foley ed il lavoro di “The Hulkster” porta Abyss sotto la sua ala e successivamente ad alterchi con Kurt Angle ed AJ Styles, con ques’tulitmo che nel frattempo vede Ric Flair come suo mentore. AJ Styles era un ottimo campione, stava funzionando alla perfezione così come funzionarono le prime settimane con Flair a corpirgli le spalle. Il primo vero errore però arrivò con una vera e propria “Flairerizzazione” di Styles che da Genesis 2010 entrò addirittura con lo stesso abbigliamento dell’ex leader dei Four Horsemen. Situazione che costò cara al campione dato che nell’episodio successivo Lockdown perse il titolo per mano del neo arrivato Rob Van Dam. AJ Styles fu a tutti gli effetti la prima vittima della gestione Hogan, vittima che però tornerà ad avere ruoli seriamente rilevanti (accantonando per un secondo la vicenda Fortune vs EV 2.0 e Fortune vs Immortals) solo nel 2013.

Sting opererà in modo silenzioso come nel 1997 in WCW. Una volta che “The Icon” tornerà alla parola, lo farà per avvertire tutti sulla presenza di Hulk Hogan e di come questa sia un pericolo per la compagnia dato che, secondo le sue motivazioni on screen, Hogan operi solo per se stesso e per avere il controllo su tutto. Peccato che tali parole corrispondano alla realtà dei fatti anche nel backstage e quindi alla reale figura dell’Hulkster. Morale della favola, Sting turnerà heel e verrà presentato come un disertore che però instaureerà un feud con RVD per poter conquistare nuovamente il titolo di campione TNA. Non riuscendo nell’intento, il lavoro di “The Vigilante” non si conclude di certo al primo intoppo ed ecco che avverte in continuazione il panorama TNA di come i veri LORO vogliano prendere il controllo della compagnia. A chi si riferirà?

Il ritorno delle leggende ECW fu un’altra minestra riscaldata che però riuscì ad intrattenere il pubblico durante il periodo estivo, un periodo spesso morto nel booking ed invece la situazione che contrappose EV 2.0 con i Fortune fu di mio gradimento ed il finale che andò in scena a Bound For Glory 2010 non fu da meno. Fortune che fu un vero fiore all’occhiello con Ric Flair come capitano/coach ed i giovani come suoi allievi pronti a prendere in mano la compagnia. AJ Styles, Beer Money Inc. Daniels e Kazarian, Desmond Wolfe e Matt Morgan erano al centro della stable che poi nelle settimane e nei mesi successivi portò questa ad avere solo i primi cinque come parte fissa. Era nata una nuova armata che avrebbe consacrato definitivamente quelli che poi diverranno noti come TNA Originals.

Nel frattempo continuava l’interessante push per Abyss che massacrò a nome di LORO l’allora campione RVD causando a quest’ultimo un grave infortunio (on screen) e costringendolo a rendere il titolo vacante. Va in scena quindi un torneo che decreterà i prossimi contendenti alla cintura per Bound For Glory e ad affrontarsi al PPV più importante dell’anno saranno Kurt Angle, Jeff Hardy ed un altro debuttante nella compagnia, Mr. Anderson (noto come Mr. Kennedy in WWE ndr). La Tag Team division rimane un fiore all’occhiello grazie ai continui scontri tra Beer Money Inc. Motor City Machine Guns, Team 3D e British Invasion. Ad unirsi a questi team arrivano anche gli Young Bucks che in TNA prenderanno il nome di Generation Me. Un’altra grande stronzata marchiata Hogan perché non interessato a pagare i diritti sul nome Young Bucks. Un team che venne completamente declassato e rovinato in TNA, archiviando i primi due o tre mesi d’attività, Matt e Nick Jackson vennero utilizzati in modo random senza un vero senso.

Ed eccoci arrivati a Bound For Glory, 10.10.10, data unica e PPV difficilmente ripercorribile per la sua bellezza. Abyss ci avverte che LORO, THEY stanno arrivando e che la data citata li avrebbe esposti definitivamente. PPV ottimo con edizione che reputo tutt’oggi la migliore di Bound For Gloyr nella sua storia. Bellissimo opener che vide i Motor City Machine Guns difendere i titoli di coppia dall’assalto dei Generation me. Tara nuova campionessa femminile in uno scenario che la vedrà poi incasinare il suo rapporto con Madison Rayne, nulla di eccezionale, ma accettabile considerando quello che l’altra sponda (La WWE ndr) stava combinando con le Divas di quei tempi. Classico segmento comedy che vide gli Ink Inc. socnfiggere Orlando Jordan ed Eric Young, Jay Lethal che si conferma uno dei migliori X-Divisioner della storia mantenendo il titolo contro Doug Williams e The Band (Sting, Kevin Nash e D’Angelo Dinero) che socnfiggono Samoa Joe e Jeff Jarrett con quest’ultimo che volta le spalle alla “Samoan Submission Machine”.

Arriviamo quindi ai due grandi apici della serata con il team EV 2.0 che sconfigge il team Fortune in un Six SIdes of Steel match ed infine il main event della serata dove inaspettatamente e all’insaputa di tutti, Jeff Jarrett turna heel e vince il titolo TNA su Mr. Anderson e Kurt Angle grazie all’aiuto di Hulk Hogan ed Eric Bischoff. Con questo finale nascono ufficialmente gli Immortals ed il PPV si conclude con la certezza che di rado la TNA è riuscita a concentrare così tanto hype per un evento a pagamento. Un hype che oggi sembra lontano miglia e miglia. Un 2010 che quindi parte con il botto, si affossa con il duello di ratings avuto per un paio di mesi con RAW e per un prodotto discutibile, cerca di riprendersi con il ritorno delle trasmissioni al givoedì sera e con l’avvento degli EV 2.0 e si riprende alla grande con un ottimo finale che lancia definitivamente nel main event anche talenti del calibro di Matt Morgan che tenterà più volte di conquistare il titolo TNA detenuto da Jeff Hardy. Gli Immortal si alleano con la Fortune e per la prima volta abbiamo due grani stable heel a comandare in TNA. Sting ci aveva avvertiti, ma fidatevi, presto arriveranno le meritate rivincite.

A cura di F**kTheRevival