E’ stato un anno da record per la UFC. Tante storie raccontate dentro e fuori all’ottagono e tanti personaggi che hanno valicato la UFC e si sono imposti sui media internazionali e sui social network, non solo per le proprie prestazioni come fighter, ma anche per le parole spesso fuori dagli schemi e dalle righe.

La Rousey è ormai un’industria, così come Conor McGregor sicuramente colui che ha calamitato l’attenzione col suo marcato accento irlandese, le sue continue provocazioni, la lingua tagliente e le prestazioni dentro l’Octagon decisamente superiori alla media. Tuttavia i vincitori devono essere soli, è vero ci saranno delle particolari menzioni, ma avremmo una medaglia d’oro, nessun ex aequo in questi Awards che riguardano l’annata appena conclusa in casa. I premi genereranno scontenti, opinioni differenti ecc, ma è proprio il bello delle classifiche, generare argomenti di cui parlare.

Fighter Of The Year: Amanda Nunes
Avremmo potuto dire Conor McGregor. Non ci sarebbero state obiezioni, la scelta più liscia, più coerente. Ed invece il mio voto va alla campionessa femminile pesi gallo per la crescita avuta in questo 2016. Prima la vittoria non proprio dirompente, forse un po’ timida, ma comunque efficace contro Valentina Shevchenko, ma soprattutto le due vittorie che le hanno consentito di farsi un nome sono le due successive ovvero la sottomissione di due delle più grandi fighter di questo sport, Miesha Tate e Ronda Rousey. In entrambi i casi nel main event di due eventi stratosferici targati UFC. Ha impiegato 3 minuti per mettere a nudo i limiti di “Cupcake” Tate, sottomessa e diventando la prima campionessa brasiliana pesi gallo della brasiliana e la prima campionessa dichiaratamente lesbica della UFC. Penso di aver ragione quando dico che, anche per questa sconfitta, la bellissima Miesha Tate ha optato per il ritiro in questo 2016. Tuttavia il capolavoro è avvenuto più tardi, anzi pochi giorni fa, il 30 dicembre con la distruzione in 48 secondi della fighter regina fino a qualche tempo fa della UFC ovvero quella Ronda Rousey, amata ed odiata da addetti ai lavori, avversari e pubblico. Settima vittoria per la brasiliana, quinta per knockout. Neanche a dirlo, record di categoria.

Mi sembra corretto menzionare anche altri fighter straordinari che hanno avuto un 2016 eccellente. Cory Garbrandt, nuovo campione pesi gallo, battendo quel fenomeno che è Dominick Cruz proprio lo scorso 30 dicembre a UFC 207. Poi mi sovviene, Stipe Miocic, campione pesi massimi UFC, che ha primeggiato andando a sconfiggere Arlovski, Werdum e Overeem. Rincorsa, titolo, difesa. Eccezionale. Chiudo con due atleti d’Oltre Manica. Michael Bisping, l’underdog in una divisione super come quella pesi medi, che finalmente dopo tante chiacchiere, problemi, sconfitte nel momento decisivo, è arrivato al titolo battendo un avversario tosto come Luke Rockhold e poi ha confermato il suo ottimo 2016 battendo due leggende, Anderson Silva e Dan Henderson (vittoria molto controversa questa…). Il Conte è arrivato finalmente in cima. Infine, come non citare Conor McGregor, il primo campione in due categorie diverse contemporaneamente. Spettacolare con le mani e con la lingua.

Most Improved/Breakout Fighter Of The Year: Cody Garbrandt
Assegnazione molto lineare e semplice. Un 2015 a mettersi sul radar UFC, un 2016 di pura carica agonistica andando a scalare rapidamente il ranking battendo personaggio come Augusto Mendes e soprattutto Thomas Almeida, imbattuto talentissimo UFC prima di passare sotto le grinfie di “No Love”. Poi Mizugaki in meno di un minuto, infine la montagna scalata, la vittoria con annesso titolo pesi gallo contro Dominick Cruz, 25 minuti di intensità pazzesca e qualità senza eguali, l’allievo che supera il maestro. Lo striking ed il footwork di questo ragazzo sono notevoli, credo che anche il 2017 riserverà parecchie soddisfazioni a questo giovane fighter.

Fight Of The Year: Cub Swanson vs. Doo Ho Choi
Che sudata! Scelta molto difficile e complessa come ogni anno anche perchè sono sempre molteplici gli incontri che si vorrebbe premiare, ma alla fine bisogna scegliere e dico Swanson vs Choi. Meravigliosi anche Thompson vs Woodley, McGregor vs Diaz, Condit vs Lawler, ma questo per me è assolutamente inarrivabile e sarà un piccolo classico per anni. Tre round sontuosi, Swanson sconfigge l’imbattuto Choi in una guerra, primo round super tecnico a favore di Choi, poi il ritorno di Cub nel secondo e terzo con colpi di ogni tipo senza che il coreano mollasse. Addirittura Choi ha rischiato di vincere ad un certo punto, quando ha colpito diritto al mento il buon Swanson, ma quest’ultimo ha tenuto duro fino ad arrivare a quella raffica pazzesca, un minuto di colpi senza che Choi volesse farlo chiudere prima del tempo, voleva portarlo ai punti, lo ha fatto, ha perso, ma la sua resistenza è stata leggendaria mentre Swanson ha riaffermato a tutti quanto sia un fighter di altissimo profilo e nell’elite di una divisione iper-competitiva, nonostante pochi se lo filassero e lo dessero per in declino. Infine il pubblico alla fine di quella battaglia, completamente scioccato, in delirio puro, le botte, il sangue, la sofferenza, i cambi repentini di match, tecnica, cuore, coraggio, c’è tutto in quest’incontro. Instant classic 2016 e nella storia della promotion.

Knockout Of The Year: Yoel Romero (Flying Knee)
Knockout senza senso quello di Yoel Romero su Chris Weidman, un flying knee perfetto in tutto e che gli ha consentito di sconfiggere un ex campione e fighter quotatissimo come l’americano. Un terribile vecchietto in grado di mettere knockout un ottimo fighter seppur in un momento di difficoltà e di sperare ancora di arrivare al top di una categoria iper competitiva. Well done, Yoel!

Submission Of The Year: Ben Rothwell (GoGo Choke)
20 anni senza conoscere l’onta della sottomissione per Josh Barnett, poi arriva Ben Rothwell e si inventa per la seconda volta a fila la GoGo Choke, sviluppata da lui stesso. Una manovra pazzesca, una tenaglia al collo che ha completamente fatto perdere la bussola a Josh Barnett. Bravissimi anche Nate Diaz e Miesha Tate nelle loro rispettive Rear Naked Choke, ma questa di Rothwell è stata indubbiamente il colpo di sottomissione più incredibile dell’anno.

Fight Card and Event Of The Year: UFC 205
Battaglia dura, serrata, tanti eventi uno più bello dell’altro, ma il mio voto va a UFC 205. Perché? Il primo evento a New York dopo 20 anni, ascolti da record, il miglior buyrate di sempre per la UFC. Non è solo il contorno, ma anche quello che si è visto nell’ottagono, McGregor che domina Alvarez in poco tempo e diventa il primo campione in due categorie differenti nello stesso momento, Woodley vs Thompson immersi in una battaglia epica, il mio KOTY di Romero su Weidman, infine il suo clinic di grappling da parte di Nurmagomedov.
Tutto perfetto, meglio di altri favolosi eventi come UFC 206 o UFC 196.

È tutto. Siete d’accordo con questi premi? Fatecelo sapere!