THE NEW DAY
Tra i fatti e i personaggi che hanno fatto la storia nel 2016, è impossibile non citare l’unico indissolubile tag team, il trio composto da Xavier Woods, Big E e Kofi Kingston, che lunedì scorso è diventato il tag team con il regno più longevo di tutti i tempi. Un regno iniziato nel 2015 e che si è plasmato nell’anno corrente. Un risultato eccellente se pensiamo all’insuccesso del primo periodo quando il trio prese vita, un esordio da heel poco convincente per poi ribaltare l’intera situazione a proprio favore. Consegnare nelle loro mani i titoli e il destino dell’intera divisione si è rivelata una scelta saggia, funzionale e vincente. Riportare in auge la regola Freebirds ha consentito ad ognuno di loro di mostrare il proprio potenziale. Kofi, Xavier e Big E hanno stili differenti quando si parla di wrestling lottato, ma la loro diversità si incastra perfettamente andando a creare una miscela esplosiva. Questi tre ragazzi dalle qualità sopraffine sono sempre sul pezzo apparendo credibili, esilaranti e spettacolari in qualsiasi cosa sono chiamati a dover fare, che si tratti di un match, di un intervista o di un entrata atipica. Essere semplice comparse non fa per loro, il New Day è il protagonista principale. Il rendere interessante ogni rivalità ha notevolmente messo in luce le loro qualità, e le faide contro la Wyatt Family, il Club, i Vaudevillains e la League of Nations sono dati effettivi. La potenza della positività è stata contagiosa più di quanto si potesse immaginare, come dimostra l’affetto nei confronti del trio che si può percepire ad ogni show e dal merchandising che va totalmente a ruba. Date loro un microfono e vi faranno ridere, date loro un ring e daranno spettacolo. Che sia fuori o dentro il quadrato, il New Day detta legge e quanto un tag team riesce a convincere ogni qual volta viene inquadrato, vuol dire che siamo di fronte a degli autentici fuoriclasse. Lunga vita al New Day.
DRAFT
Oltre al ritorno del titolo dei pesi leggeri, il 2016 ci ha riconsegnati la divisione dei roster. Uno scenario richiesto in più occasioni durante l’ultimo decennio, specialmente per dare spazio a tutte quelle superstar che non riuscivano ad esibirsi durante Raw e/o Smackdown. I licenziamenti e le poche idee per rivitalizzare alcuni atleti erano dei problemi che si presentavano di tanto in tanto in quanto non c’era un urgenza di collocazione. Il roster doveva essere sfoltito e a pagarne le conseguenze erano i cosiddetti midcarder. Tutto ciò portò ai titoli secondari a periodi poco esaltanti. Il draft poteva essere la soluzione ideale ma in passato abbiamo potuto constatare come avere due roster equivali ad avere più ppv monobrand e quindi ad una maggiore preoccupazione per la qualità dei suddetti eventi. La WWE ha deciso di prendere una posizione netta e di correre il rischio riportando in auge il Draft prendendo tutto il pacchetto, pregi e difetti. Sei mesi dopo la situazione si presenta come si era presentata 10 anni fa. Abbiamo faide più longeve e con maggiore spazio televisivo per arricchirle di contributi, ogni titolo viene reso importante con difese e rivalità ben strutturate, i ppv presentano card di valore, ma allo stesso tempo alcuni atleti, specie quelli arrivati da NXT per portare nuova linfa, non riescono ad emergere rimanendo in ombra e al di fuori dei main show. Oppure titoli secondari con campioni che vengono inseriti in feud per cinture più prestigiose, oscurando il titolo che detengono e per cui hanno lottano per conquistarlo. This is the Draft. Pregi e difetti. C’è la sempre la possibilità di migliorare e nonostante per ogni show ci sono meno superstar da gestire, il lavoro non è così semplice come sembra, visto che Draft o non Draft, non ci sarà mai spazio per tutti, come è giusto che sia. La divisione dei roster ha tangibilmente segnato la seconda parte dell’anno portando più titoli, rivalità più accese e incontri di qualità superiore. Potendo scegliere, è giusto optare per la parte positiva, così come avere due coppie a capo dei roster, avere delle figure carismatiche ed entrate nei cuori dei fan come Foley & Daniel Bryan, così come la famiglia McMahon, con Shane da un lato e Stephanie dall’altra. Chi mai poteva immaginare un ritorno di Shane dopo anni di assenza, o un ritorno di Bryan dopo l’addio al wrestling lottato? Inoltre si può contare su due show totalmente diversi, e mantenere le 3 ore contro le 2, è un ferro su sui continuare a battere. Rivedere il brand rosso vs il brand blu per poi esplodere uno contro l’altro a Survivor Series è molto probabilmente per i nostri occhi la cosa migliore che potesse nuovamente accadere. Pollice su o pollice giù? Thumbs up!
EPIC MATCH
Grazie all’arrivo di superstar a livello internazionale, il 2016 ha avuto l’occasione di portare in scena match che non avremo mai pensato di potere assistere su un ring WWE. L’epicità di far collidere due o più atleti A+ (come HHH afferma) ha avuto un exploit difficilmente ripetibile in quanto il tempo per organizzare sfide utopiche non dura per sempre. A salire sul trono per la suddetta categoria sono, per diversi motivi, due match. Il primo riguarda il faccia a faccia tra AJ Styles e John Cena. Un incontro da fantawrestling che da sempre ha percosso le nostre menti, specialmente nel periodo in cui AJ Styles era il volto della TNA che si contrapponeva a John Cena, volto indiscutibile della WWE. Con il passare degli anni la storia ha preso binari diversi portando AJ in Giappone e Cena ad un ruolo sempre più verso il part-time. Delle deviazioni che potevano far presagire ad un addio definitivo per l’epic match ed invece allo scoccare del 1° Gennaio qualcosa è cambiato e con il voltare della pagina che ci ha portati dal 2015 al 2016, ci siamo ritrovati senza neanche accorgercene con AJ Styles e John Cena sullo stesso ring face to face.
Il secondo match memorabile va inquadrato in Goldberg vs. Brock Lesnar. Come ben sappiamo la storia non si può cancellare, però si può cercare di riscriverla imparando dai propri errori stupendo e scioccando il mondo intero. L’intento della WWE era ben chiaro e questa volta nessun coro di disapprovazione, ma solo e soltanto un episodio devastante da lasciare a bocca aperta e ritrovarsi piacevolmente spiazzati. Nessuno credo che voleva un rematch tra Goldber e Lesnar dopo quello che è accaduto a WMXX e invece la WWE ha voluto ripetersi per migliorare e regalare al fan un evento da memorizzare e ricordate con piacere negli anni successivi. Grazie ad una sceneggiatura ben strutturata e usufruendo dell’uscita del nuovo videogame, la fantasia si è tramutata in realtà, riportando non solo Da Man in un ring WWE, ma portarlo ad affrontare nuovamente Brock Lesnar con un epilogo che tutti noi non dimenticheremo.
WOMEN’S DIVISION
La rivitalizzazione della divisione femminile è iniziata l’anno scorso quando Charlotte, Sasha Banks e Becky Lynch sono state promosse nel main roster (e non caso tutte e tre sono diventate campionesse) ma il vero punto di arrivo è da inquadrare in questo anno. L’evento clou è da assegnare al 3 Aprile in quel di Wrestlamania 32 quando è stato introdotto il titolo femminile che ha portato tutte le ragazze della WWE ad essere riconosciute come “superstar” eliminando per sempre l’appellativo di Divas. Questo è ciò che le donne volevano ed è ciò che la fed ha fatto. Da quel momento in poi tutto è stato più semplice ed assolutamente efficace. La divisione femminile doveva avere le stesse priorità degli uomini e così è stato. Il piano è scattato da questo concetto proponendo in primis un triple threat a WM tra le tre perle di NXT. L’evoluzione non ha conosciuto intoppi proseguendo a gran ritmo su un unica linea ben precisa. Successivamente è arrivato il momento di aggiudicarsi il main event di RAW, incontri a stipulazione speciale utilizzando oggetti contundenti, spingendosi fino nella gabbia infernale organizzando un Hell In A Cell Match, un ipotesi che qualche anno fa al sol pensiero avrebbe portato molta gente ad essere rinchiusa in un manicomio. Le faide sono state portate a livelli mai raggiunti prima, si è cominciato a proporre più incontri tra ragazze durante uno show e/o un ppv fino alla presenza di ben due titoli, uno per roster. Passare in breve tempo da 0 women’s title a 2 non è stato un passo in avanti, ma bensì un salto in lungo da record del mondo. Un contesto di pura fantasia che si è tramutato in una solida realtà tendente a crescere e a sviluppare nuove realtà come un torneo in stile CWC dedicato esclusivamente al wrestling femminile e alla possibilità di avere nuovi rinforzi da prelevare da NXT come dimostrano Alexa Bliss, Carmella, Bayley e via dicendo. L’espansione avrà un continuo ed il 2016 segna il via al nuovo ordine.
CWC
Da quando Triple H indossa quotidianamente giacca e cravatta, la WWE ha guadagnato molti punti sul piano della qualità e della creatività. Ciò che ad oggi NXT è diventato, è una prova lampante e quanto ripetuto successivamente con il CruiserweightClassic è stato un ulteriore passo in avanti, un ulteriore mattone al proprio castello aggiungendo quei pezzi mancanti che nel corso degli anni erano andati perduti e per dare una nuova impronta rendendo la WWE la federazione in cui c’è spazio per tutto e per tutti. Probabilmente oltre a Chris Jericho, anche HHH avrà una lista e finalmente dopo 9 lunghi anni la spunta sulla casella Cruiserweight Division può essere messa. L’addio del 2007 con Hornwoggle come campione dei pesi leggeri è stata un immagine che tutti noi vorremmo cancellare dalla storia, e riesumare il titolo per dar vita ad una nuova era è stato uno degli eventi principali che hanno caratterizzato il 2016. Ben 32 partecipanti da tutto il mondo con l’atmosfera che si respira ad NXT. Talenti di prima fascia che hanno garantito un numero elevato di match di alto spessore, tant’è che sceglierne uno in particolare diventa un impresa quasi impossibile. Il trofeo della competizione, il titolo mostrato prima della finale, il design, l’introduzione della categoria a RAW e il nuovo show 205, fanno parte di una sbalorditiva sequenza partita da tre semplici lettere, che volevano dire niente e allo stesso tempo volevano dire tutto. Il CWC rimarrà scolpito negli annali e sapere che diventerà a tutti gli effetti una competizione annuale, non può far altro che stampare un sorriso infinito su ogni singolo fan.