Come vuole la tradizione da qualche anno a questa parte, anche noi di Zona Wrestling vogliamo darvi il nostro punto di vista sui videogame della WWE e, dopo qualche settimana di prova, eccoci a parlare di 2K20. Quest’anno eviteremo di dare dei voti veri e propri (se date un’occhiata nei siti specializzati non credo ci sarà bisogno anche della nostra valutazione), ma faremo invece la più classica delle classifiche “Top e Flop”. Analizzeremo le cose che abbiamo trovato negative e quelle un po’ più positive e che, con i dovuti accorgimenti, lasciano ben sperare per il futuro del nuovo titolo.

Quando mi dicono “Ho una notizia buona e una cattiva” preferisco sempre partire dalla cattiva, sperando di essere poi risollevato da qualcosa di positivo e così farò anche in questo caso, anche se ben consapevole che le poche cose da salvare non rimediano al gran casino fatto quest’anno dalla 2K. Partiamo allora dalle 5 cose da dimenticare di WWE 2K20.

1) LA GRAFICA
L’enorme passo avanti fatto con 2K14 sembra aver prosciugato le energie degli sviluppatori e il risultato ad oggi è agghiacciante: volti deformi, occhi strabici e capelli che sfidano le leggi della fisica (per info chiedere alla coda di Bianca Belair) sono una costante. Già dal momento della scelta delle superstar si avvertono i primi imbarazzi, glitch e bug fioccano in ogni tipologia di match, con arbitri che si incastrano fra le corde, atleti che si muovono come se non avessero le giunture o che se ne sbattono delle leggi della fisica. Va bene che Yuke’s si è defilata dalla produzione del gioco a pochi mesi dal lancio, va bene che ci sono dei termini da rispettare per l’uscita, ma la patch rilasciata qualche giorno fa ha sistemato solamente gli errori più evidenti, e nemmeno troppo bene.

2) IL GAMEPLAY
La nota dolente che si ripropone costantemente nei titoli di WWE 2K si presenta anche quest’anno. Le superstar si controllano con difficoltà e il sistema di aggancio lascia parecchio a desiderare: non è raro cercare di afferrare senza successo l’avversario per due o tre volte prima di riuscire a mettere a segno una mossa, specialmente quando si utilizzano oggetti come sedie e kendo stick. A tutto questo si unisce una grossa difficoltà a interagire con gli ambienti esterni, ad esempio per piazzare tavoli di legno e scale, o più banalmente per direzionare un Irish Whip. In più i movimenti sono lenti e macchinosi, anche se si selezionano superstar che dovrebbero fare della velocità la loro arma vincente.

3) L’ONLINE
Nonostante sia un videogame che si sviluppa principalmente offline, WWE 2K20 offre anche quest’anno la possibilità di scontrarsi con giocatori online e destreggiarsi fra diverse modalità che sarebbero anche interessanti. Si possono utilizzare superstar originali nella Lobby, creando match a proprio piacimento o partecipando come host, mentre ne “Il mio Giocatore” è ancora presente la Road to Glory, che permette di far crescere il nostro personaggio e guadagnare premi e crediti. Il problema principale risiede però nel fatto di non avere un comparto online efficiente, se si pensa che il nostro gioco è fondato sul tempismo e su un counter istantaneo. Tutto questo è anche accompagnato da frequenti disconnessioni, probabilmente anche a causa di un’affluenza che non può essere paragonabile a un FIFA per esempio, che scoraggia moltissimi giocatori.

4) MODALITA’ SHOWCASE
In WWE 2K20 si potrà ripercorrere la carriera delle Four Horsewomen di NXT, partendo dai loro primi match nel roster giallo per terminare con il main event di WrestleMania 35. Lo inserisco nelle note dolenti più che altro per la scelta della storia da seguire, che personalmente non mi convince. Già lo scorso anno con Daniel Bryan la consideravo meno intrigante di quella con Steve Austin su 2K17, perché la piacevolezza estrema del gioco l’ho trovata nel rivedere la carriera di una superstar appartenente a un’altra epoca. Per quanto sia importante la Women’s Revolution, trovo più interessante far rivivere storie che il giocatore medio magari non ha vissuto, piuttosto che una cosa successa negli ultimi 4 anni. In più trovo un’aggravante nella grafica, essendo questa una delle modalità sulla quale si è puntato di più. La dinamica anomala dei capelli e un’attenzione minore dedicata ai volti delle ragazze tolgono valore ad un esperienza di gioco molto interessante.

5) IL MIO GIOCATORE
Non ho avuto la possibilità di terminare la carriera con il mio giocatore, ma rispetto allo scorso anno mi sembra si sia fatto un passo indietro. Il fatto di dover giocare con un personaggio maschile (di nome Tre) e un personaggio femminile (Red) era anche una buona idea, ma in una modalità di punta, ancora una volta, la grafica fa cascare le braccia. Ho fatto l’errore di fare Red alta 1,85 m e in una scena in macchina la sua testa attraversava il parabrezza, e durante la creazione le sue ciglia erano inspiegabilmente lunghe. Le scene fuori dalle arene sono realizzate con una grafica da console old-gen e in più il personaggio di Tre lo trovo particolarmente irritante. Inoltre, dovendo gestire due superstar, la fase di editor diventa piuttosto complicata e ancora più limitata, dovendo acquistare le varie parti con i pochi crediti messi a disposizione. Anche l’assegnazione delle abilità dovrà essere molto parsimoniosa e l’impressione è che anche quest’anno i match saranno piuttosto piatti.

Dopo la carrettata di lamentele rese ancora più amare dai 70€ spesi, passiamo alle cose che mi sono piaciute fino ad ora. In buona parte sono rappresentate dalle solide basi dalle quali partono gli ultimi titoli della 2K, che però vengono oscurate dalla marea di errori già elencati. Ecco quindi le 5 cose da salvare in WWE 2K20.

1) I COMANDI
Ho visto molti commenti negativi nei confronti delle novità inserite, ma credo sia stata una scelta intelligente. Una componente fondamentale come il contrattacco nelle scorse edizioni era legato al grilletto destro, che impegna maggiormente e non ha un tempo di reazione immediato come i tasti frontali. Il cambio in favore del triangolo mi sembra più facile e rapido, così come il cambio per realizzare la finisher (quadrato + X) e le mosse speciali (triangolo + cerchio) combinando i tasti. Sono comunque mosse che possono mettere fine a un incontro, quindi mi sembra sensato che richiedano una difficoltà maggiore per essere messe a segno.

2) IL ROSTER
Da questo punto di vista c’è davvero l’imbarazzo della scelta. Potremo giocare a una quantità di incontri ampissima con infinite stipulazioni, con l’aggiunta dei match di coppia misti dopo la Mixed Match Challenge degli scorsi anni. Nonostante l’esclusione di alcuni volti illustri del passato, anche quest’anno il roster è ricchissimo e rimpolpato per lo più con superstar di NXT ( finalmente è tornato Tommaso Ciampa e fra gli altri troveremo Keith Lee, Matt Riddle, Io Shirai e Toni Storm). Inoltre verranno rilasciati dei DLC con Mankind, Hollywood Hulk Hogan e Chyna.

3) L’EDITOR
Questa è una delle cose che mi spinge sempre a comprare WWE 2K. Difficile migliorare una modalità che considero completissima già da anni. Magari ogni tanto andrebbe data una rinfrescata soprattutto alle immagini applicabili ai ring attire dei lottatori, ma il fatto di poter modificare anche le superstar originali mi fa sempre divertire. Oltre ai lottatori, ci si può sbizzarrire creando di tutto: arene di ogni tipo, show personalizzati, cinture tamarrissime e tanto altro. Attendo con ansia il giorno in cui si potranno di nuovo creare le finisher.

4) LE TORRI/WWE ORIGINALS
Una delle novità più interessanti dello scorso anno torna anche su WWE 2K20. Se in 2K19 alla lunga poteva risultare un po’ ripetitiva, nel nuovo titolo la vasta gamma di match contro avversari prestabiliti allarga il suo raggio d’azione. Oltre ai match singoli, infatti, sono stati aggiunti anche match di coppia e Triple Threat con diverse stipulazioni. Fra tutti spicca la Torre di Roman Reigns, una sorta di Showcase che ripercorre i passi del Big Dog partendo dai tempi dello Shield (guardandosi bene dal citare Dean Ambrose). Inoltre quest’anno è stato aggiunto WWE Originals, in sostanza dei DLC nei quali dovremo portare a termine degli obbiettivi per andare avanti nell’incontro all’interno di scenari alternativi. Il primo DLC è uscito pochi giorni fa ed è ambientato nella palude di Bray Wyatt, nella quale potremo sbloccare The Fiend e condurre Finn Balor contro una serie di superstar mostruose sbloccabili.

5) WWE UNIVERSE
La modalità che mi ha sempre tenuto più impegnato si conferma ancora ricca e varia. Si potranno gestire i gli show settimanali fissando match, rivalità e promo. Mi sembra migliorata anche nella varietà di dinamiche che coinvolgono le superstar, con nuovi segmenti nei promo e interferenze prima e dopo i match. La grafica del menù risulta più intuitiva ed è stato aumentato il numero di match e di slot rivalità impostabili, in modo da sfruttare a pieno tutti i talenti presenti nel gioco. Inoltre il reparto audio è stato migliorato con commenti più vari e effetti sonori più realistici. Purtroppo i glitch rovinano una bella esperienza di gioco, costringendo alle volte a riavviare la console.

In conclusione, se mi dovessero chiedere un parere, consiglierei di spendere una cifra del genere per altri giochi e aspettare che escano ulteriori patch e aggiornamenti, approfittando delle offerte che arriveranno sugli Store in occasione del Black Friday, per esempio. Si dice già che questo sarà l’ultimo videogame della WWE targato 2K. Peccato, perché le basi ci sono tutte ma con la figura pessima fatta quest’anno dal punto di vista tecnico si rischia di spazientire i giocatori. E a voi cosa è piaciuto di WWE 2K20? O meglio, cosa salvereste?

FONTEzonawrestling.net
Newsboarder e reporter di Raw, NXT e occasionalmente SmackDown. Il lungo tempo passato sul divano lo passo ascoltando musica, guardando wrestling,ogni tanto film e serie tv. Quando lavoro ho la fortuna di dedicarmi alla passione per il vino e la cucina. Cresciuto nel mito di Macho Man e successivamente Edge, aspiro ad una vita alla Ric Flair.