L’edizione del 2019 di Super ShowDown è stata un fallimento totale: tra match poco entusiasmanti e scontri disastrosi su tutte le linee, il nuovo Special Event svoltosi in Arabia Saudita si è rivelato un autentico flop. Uno show che, però, non si distanzia molto dagli standard ai quali eravamo abituati per questo tipo di spettacoli: difatti, fin da Greatest Royal Rumble, questi eventi si sono stabilizzati su una linea di totale mediocrità. Detto questo, la soluzione mi pare ovvia: per conferire una nuova linfa vitale a questi eventi, c’è bisogno di una svolta. Per questo, oggi sono qua per proporre cinque idee per migliorare i ppv che si svolgono nello stato arabo. Senza indugiare ulteriormente, possiamo incominciare.
5) Storyline
Come al solito, parto sempre con lo spunto di riflessione più ovvio. Il wrestling è composto in buona parte dalle storyline, fattispecie nel caso della WWE, le quali vanno a porre la base su cui costruire un match. Quindi, senza storytelling un incontro non potrà mai funzionare al 100%. Pertanto, mi spiegate come sia possibile il fatto che ogni volta la maggior parte delle contese siano costruite sul nulla? La trovo una mossa alquanto controproducente. Eppure, tenendo conto del fatto che siano previste cinque ore di programmazione settimanale solo per il Main Roster, il tempo per creare delle storie originali ci sarebbe. In più, dato che ultimamente la compagnia sta cercando disperatamente di rialzare gli ascolti, sono sicuro che un buon lavoro di scrittura proposto a Raw e Smackdown in vista di questi Special Event possa giovare non solo a quest’ultimi, ma pure alle puntate settimanali in termini di ratings. Tirando le somme, la soluzione mi sembra scontata: basta incontri senza logica.
4) “La più grande di sempre”, ma a che scopo?
Siamo passati dalla Royal Rumble a 50 uomini, al torneo della World Cup, fino ad arrivare alla Battle Royal più grande di sempre. Tutto molto divertente… Ma a che scopo? Prendiamo ad esempio il vincitore della rissa reale a 50 uomini: Braun Strowman. Che benefici ne ha tratto dalla vittoria di quell’incontro, se non il “privilegio” di vincere una cintura dedicata alla competizione (per altro orribile) ed un trofeo dalle dimensioni a lui proporzionali? Nessuno. Quindi, la mia domanda è: non sarebbe meglio dare un significato a queste contese? Basterebbe anche solo la garanzia di una chance titolata ad una cintura secondaria in caso di vittoria. In più, sarebbe un ottimo modo per presentare al grande pubblico personaggi come Mansoor, utilizzando il loro successo non solo in chiave patriottica, ma anche per lanciare nuovi atleti provenienti dallo stato arabo, così da poter trasmettere un messaggio positivo al movimento locale.
3) Fattore climatico
Nel corso di Super ShowDown, la WWE ha proposto un elemento di novità: tra un match e l’altro, in un paio di occasioni, è stata mostrata la temperatura percepita all’arena. E diciamo che i dati non è che fossero del tutto confortanti: circa 38°, di sera per altro. Di sicuro, non le condizioni ideali per esibirsi a grandi livelli, soprattutto se teniamo in conto che il Main Event ha visto battagliare due ultracinquantenni. Questa è una questione da risolvere senza troppi dubbi: se per gli show che si tengono in novembre il problema sarà sicuramente relativo, per i ppv estivi andrebbero prese delle contromisure. Che sia svolgere lo spettacolo in delle arene al chiuso, o che sia migliorare gli impianti dotandoli di aria condizionata, va fatto qualcosa. Alla fine, l’Arabia Saudita ha già dimostrato di avere a disposizione ingenti capitali da poter investire nello sport, quindi perché tirarsi in dietro? Poi, andiamo, nessuno pensa al povero Michael Cole che, nonostante la temperatura tropicale, ha dovuto sfoggiare comunque giacca e cravatta?
2) No more Legend vs Legend
Non devo essere io a spiegarvi quanto sia sbagliato concettualmente un match tra Goldberg e The Undertaker nel 2019. In aggiunta, considerando l’imbarazzante spettacolo offerto dai due wrestler, vale davvero la pena andare avanti con incontri del genere? Detto questo, è da escludere completamente l’ipotesi di rimuovere le leggende dagli Special Event arabi: d’altronde, le autorità locali pretendono la presenza di questi grandi nomi. Quindi, perché non proporre dei match tra membri attivi del roster ed atleti del passato? Tutto sommato, può essere un modo efficacie per far conoscere meglio al pubblico arabo pure i performer che si esibiscono attualmente in WWE. Nonostante non siano stati degli scontri memorabili, ho preferito molto di più la contesa tra il becchino e Rusev di Greatest Royal Rumble oppure, per restare nel presente, Roman Reigns vs Shane McMahon di Super ShowDown. Insomma, basta pensare solo ed esclusivamente al passato!
1) Spazi televisivi
Nel guardare lo spettacolo dello scorso 7 giugno, ho avuto la netta sensazione che una buona parte del pubblico pagante avesse comprato il biglietto unicamente per vedere il Main Event ed il match tra Triple H e Randy Orton. Dato questo fatto, l’atmosfera non è stata sicuramente delle migliori, con la maggior parte delle gente che è rimasta indifferente durante buona parte dello spettacolo. Proprio per questo, penso che possa essere una buona idea quella di puntare di più sugli show settimanali, utilizzando il contratto vigente come una base per stipulare nuovi accordi televisivi pure con le più importanti emittenti dell’Arabia Saudita. Alla fine, ne gioverebbero entrambe le parti: se da un lato la WWE aggiungerebbe ulteriori ricavi al già ricco contratto che lega la federazione al popolo mediorientale, nel paese arabo diventerebbe più facile la fruizione della disciplina, andando così a costruire i presupposti giusti per evitare che uno scenario del genere si ripeta.
E voi, cosa ne pensate dei cinque punti da me proposti? Siete d’accordo? Che proposte aggiungereste? Fatemelo sapere nei commenti.
The Notorious