Tutti ne parlano, tutti la vogliono: ovviamente, mi riferisco a Diletta Leotta, la splendida giornalista di SKY che, proprio malgrado, oggi è finita sulla cresta dell’onda non solo per la propria bellezza radiosa (già evidente da tempo), quanto per la fuga di alcune foto private che la ritraggono come mamma l’ha fatta (nuda, se preferite).
Nonostante l’intera popolazione maschile abbia esultato come alla vittoria dei Mondiali del 2006, si tratta di una violazione della riservatezza sulla cui correttezza, per usare un eufemismo, si potrebbe discutere.
Anche il mondo del wrestling non è nuovo a casi di f..uga di immagini private, con riferimento non solo alle donne, ma anche agli uomini.
Molti di voi ricorderanno quanto successo a Seth Rollins all’inizio del 2015; infatti, l’ex WWE World Heavyweight Champion pubblicò una foto di Zahra Schreiber, lottatrice che ha avuto un breve trascorso ad NXT, senza veli, scatenando l’ira dell’allora ragazza dell’Architect, Leighla Schultz, che mise in rete una foto di Rollins con lo small package in bella vista, sapientemente coperto da alcuni siti con la valigetta del Money In The Bank, allora detenuta da Rollins.
Questi, ovviamente, si scusò su Twitter per la divulgazione non voluta del proprio materiale privato ma, come testimoniano altre foto recentemente hackerate, non ha perso il vizio di ritrarsi in autoscatti hot.
Ma passiamo a casi più graditi dal pubblico maschile; infatti, tra le lottatrici le cui foto sono state rubate e diffuse in rete, ricordiamo i casi di Velvet Sky (attuale compagna di Bully Ray), Dana Brooke (con un tatuaggio che non lascia dubbi sulla sua identità) e, soprattutto, Melina, particolarmente apprezzata dal pubblico italiano che ha assistito alla sua ascesa tra il 2005 e il 2006, ai tempi della trasmissione di Smackdown! su Italia 1.
Tuttavia, il caso che più ha fatto scalpore nel mondo del wrestling riguarda Hulk Hogan; nel 2012, il sito Gawker ha pubblicato un video che ritraeva il leader dell’Hulkamania avere un rapporto sessuale con la moglie di un amico dello stesso Hulkster, Bubba The Love Sponge Clem, con il consenso di quest’ultimo che riprese il tutto ad insaputa di Hogan.
Il video risaliva a sei anni prima e, una volta diffuso, Hogan fece causa a sia a Clem che a Gawker, il sito che lo diffuse in rete e, nel marzo 2016, ha ottenuto da una sentenza un maxirisarcimento pari a 140 milioni per i pregiudizi subiti.
Ora, da Diletta Leotta ad Hulk Hogan il passo non è certo breve; in generale, tuttavia, è consigliabile evitare la conservazione di materiale particolarmente sensibile su dispositivi come i cellulari che, dotati di connessione ad internet, potrebbero essere violati da smanettoni con una certa facilità. Per di più, è ancor meno consigliabile l’invio del suddetto materiale ad altri soggetti perché, come testimoniano recenti casi di cronaca, non si possono prevedere le intenzioni altrui e, una volta causato il pregiudizio all’immagine, è difficile riprendersi emotivamente.