Lo ammetto: 205 Live è un programma che non mi ha mai suscitato interesse. Una trasmissione sicuramente non entusiasmante, senza la quale si può vivere tranquillamente. Questo show dimostra come la WWE abbia fallito in tutto e per tutto con i cruiserweight, perchè, seppur il Cruiserweight Classic sia stata una perla di rara bellezza, non sono state seguite le stesse linee guida che hanno fatto di questa competizione un successo. Personaggi piatti, storyline poco interessanti e, soprattutto, una cintura che è stata vista più come un peso che come un onore. Tutti questi fattori hanno reso della nuova categoria dei pesi leggeri un grosso buco nell’acqua.
Eppure, potrebbe essere arrivato un punto di svolta: infatti, qualche settimana fa, il nuovo GM dello show, ossia Drake Maverick, meglio conosciuto altrove come Rockstar Spud, ha annunciato l’inizio del torneo per riassegnare il titolo reso vacante da Enzo Amore, a seguito degli scandali che l’hanno recentemente coinvolto. Un po’ perchè questa competizione ha avuto inizio proprio quando Triple H ha ereditato lo show dalle mani di Vince McMahon, un po’ perchè la formula ricorda molto la contesa svoltasi qualche anno fa, i pesi leggeri potrebbero trovare in questo torneo un definitivo trampolino di lancio. Dopo mesi e mesi di cattiva gestione, manifestata dal disinteresse generale del pubblico, un cambiamento sembra essere arrivato, ma, se questa competizione non dovesse essere struturata in un certo modo, potrebbe risultare come uno degli ulteriori fallimenti riportati dai wrestler di peso inferiore ai 93 Kg.
Per quanto riguarda la qualità del lottato, è necessario che venga proposta una serie di match spettacolari. Questa categoria di lottatori si è contraddistinta nel corso della storia della disciplina come una divisione composta da wrestler acrobatici, capaci di manovre fuori da comune, che un ordinario Main Eventer non è in grado di proporti, non tanto per la bravura nel ring, ma quanto per la conformazione fisica. E forse questa è stata una delle più grandi mancanze della categoria da quando questa è tornata in auge. Per l’appunto, i match dei pesi leggeri sono stati caratterizzati da manovre troppo statiche, piuttosto che da qualche acrobazia in grado soddisfare il pubblico. In poche parole, lo stile di lotta di questo gruppo di performer si è adattato fin troppo al wrestling main stream proposto dalla federazione di Stamford. Per questo, il torneo appena iniziato deve rappresentare un cambio di rotta con il quale distaccarsi da questi standard, e per riproporre un wrestling appartenente ai canoni della cruiserweight division. Certo, a questo punto della prima fase non è stato ancora fatto quel match che ti fa saltare in piedi dall’emozione, però sicuramente non sono stati proposti incontri da buttare via nella loro interezza. Considero anche come giustificante il fatto che sia ancora in corso il primo turno, per questo preferisco avere pazienza prima di dare un giudizio definitivo. Di sicuro, però, mi aspetto qualcosa di diverso rispetto al passato.
Un’altra cosa che mi piacerebbe vedere in questo torneo è dello storytelling fatto come si deve. Sì, perchè storyline poco avvincenti, nelle quali sono state coinvolte superstar in grado di raccontare poco o niente, sono state un altro grande errore dello spettacolo interamente dedicato ai pesi leggeri. Per questo, l’ideale sarebbe prendere nuovamente il Cruiserweight Classic come esempio e creare una competizione molto simile a quest’ultima, sotto questo punto di vista. Il bello del torneo svolto qualche estate fa stava proprio nel fatto che ogni scontro rappresentasse una battaglia assestante: ogni duello vedeva contrapposti due performer pronti a raccontare una grandissima storia, qualunque fosse l’avversario, e qualunque fosse lo scenario. Però, anche in questo caso, bisogna avere pazienza ed aspettare che le cose si sviluppino con calma, anche perchè alcuni dei primi match della competizione citata precedentemente non furono all’altezza di quelli disputati nelle fasi finali.
Dopo aver presentato qualche linea guida, è giusto fare gli elogi a qualcosa che per me sta funzionando, ossia l’idea di proporre il Main Event della serata con una sorta di ospite a sorpresa. Nella prima puntata è toccato a Tyler Bate, nella seconda a Roderick Strong, e, infine, nella terza a Mark Andrews. Certo, non stiamo parlando di The Rock o Stone Cold Steve Austin, ma sono comunque presenze che fanno piacere e che lasciano intendere come questo non sia un nuovo progetto abbandonato dalla federazione. In più, un match conclusivo arricchito di presenze illustri può solo che aiutare la trasmissione, soprattutto negli ascolti. Detto questo, io, fossi stato nella WWE, sarei andato a pescare direttamente dai partecipanti della Royal Rumble per fare ciò: aggiungere The Hurricane e Rey Misterio al torneo poteva essere la mossa giusta, dal mio punto di vista. L’uragano avrebbe potuto portare quel tocco di divertimento e spensieratezza che non fa mai male, mentre il lottatore mascherato avrebbe potuto ricoprire il ruolo di protagonista dello show, aiutando pure la trasmissione in termini di ascolti, data la grande popolarità del wrestler mascherato.
E se invece dovessi muovere una critica a questo progetto? Beh, in questo caso direi proprio il pubblico. Non partecipe, spento e poco entusiasta. Posso capire che questo spettacolo non sia stato la massima espressione dell’intrattenimento nei mesi scorsi, ma mi sembra che le cose stiano cambiando, o almeno che ci sia un tentativo. Partire prevenuti non fa bene a nessuno, ne alla compagnia, ne per lo spettatore stesso. Comportarsi sempre come un bambino capriccioso che si accontenta solo con i giocattoli più belli è deleterio, e penso che le ultime puntate di questo show siano un ottimo esempio di come la gente tra gli spalti rappresenti almeno il 50% dei problemi.
Dare una seconda chance non costa niente, per questo, proviamo a dare una possibilità a questi atleti. In fondo, dopo un lungo periodo di sofferenza, se lo meritano!
The Notorious