Un’altra annata è giunta al termine. Come ogni anno, ci troviamo nelle settimane successive allo svolgimento di Wrestlemania, show che rappresenta un po’ il culmine di tutto il lavoro portato avanti durante l’anno. Concluso lo Showcase Of Immortals, si apre un nuovo ciclo, che si concluderà un anno dopo, sempre al Grandaddy Of Them All. Un nuovo ciclo che esordisce sempre con molte emozioni, soprattutto grazie all’imprevedibilità delle puntate di Raw e Smackdown post-Wrestlemania e di quelle dedicate allo Shake Up, che sono capaci di ribaltare completamente gli equilibri. Senza considerare poi tutti i nuovi campioni che vengono incoronati nella sera più importante dell’anno, che trovano in questi episodi l’inizio del loro regno. Insomma, il periodo che stiamo attraversando adesso gode di una freschezza che pochi altri momenti potranno avere nel corso dell’anno. Così come ci apprestiamo a vivere un’altra annata, ci lasciamo circa 365 giorni di programmi WWE alle spalle. Per questo, oggi sono qua per analizzare l’operato di Raw e Smackdown nel corso degli ultimi 12 mesi, cercando di mettere in luce punti positivi e negativi delle due compagini.
Devo dire che, nel corso del 2017/2018, entrambi gli show non hanno mostrato uno spettacolo imperdibile, presentando molti aspetti negativi. Ovviamente, vi sono anche degli aspetti positivi che emergono da quest’annata, ma, probabilmente, non passano di numero i punti a sfavore.
Durante questi 12 mesi sono state sicuramente sprecate molte occasioni: i casi che mi vengono subito in mente sono quelli di Shinsuke Nakamura e Bobby Roode. Entrambi sono due lottatori che hanno fatto vedere cose fantastiche ad NXT, non replicate una volta raggiunto Smackdown. Reputo che la responsabilità di tale fallimento non stia tanto nei lottatori e nelle loro abilità, ma più nella capacità della compagnia di inserirli nel contesto giusto al momento giusto. Nessuno dei due ha avuto modo per esprimersi a pieno, e da questo ne deriva il fatto che tutti e due escano da questo periodo come due delle delusioni più cocenti. Un’altra opportunità sprecata è sicuramente la storyline nella quale Ziggler ha abbandonato il titolo degli Stati Uniti: si poteva e si doveva fare di più con la gestione di una storia che avrebbe potuto rilanciare lo Show-Off. Infine, ci tengo a sottolineare che pure la reunion dello Shield sia una di queste, riformato più per motivi economici che per creare storyline avvincenti. In definitiva, si sono presentate molte opportunità nel corso dell’anno, ma poche volte la WWE è stata in grado di sfruttarle.
Un’altro punto a sfavore è stata la questione dei titoli mondiali: infatti, in entrambi i roster, la gestione dei titoli massimi ha avuto molti problemi. Da una parte abbiamo Brock Lesnar: nonostante si sapesse da tempo, dato che era già stato campione mondiale dal suo ritorno avvenuto nel 2012, la sua assenza ripetuta ha danneggiato molto sia la cintura, sia la zona Main Event di Raw, che molto spesso ha sentito la mancanza dello Universal Title. Dall’altra Jinder Mahal: per gran parte dell’anno, il campione mondiale di Smackdown è stato un lottatore che si è ritrovato nelle zone nobili della card quasi per caso, trascinandosi dietro a se diversi problemi dovuti a questo cambiamento troppo repentino. Quindi, anche sotto questo punto di vista, le cose non sono andate per il meglio.
Quest’annata è stata pure caratterizzata da diverse scelte azzardate, che non hanno aiutato lo sviluppo degli show: sto pensando soprattutto alla valigetta del Money In The Bank data a Baron Corbin, sprecata inutilmente nel fallimento dell’incasso del Lone Wolfe, tutto per creare un match a Summerslam tra il soggetto preso in questione e John Cena, vinto, ovviamente, da quest’ultimo. Come scelte azzardate ritengo anche l’aver lasciato due wrestler talentuosi come Neville e Austin Aries abbandonare la compagnia, tutto per dare spazio ad un wrestler licenziato a causa di una cattiva condotta, ossia Enzo Amore. Per concludere, anche il dare la cintura WWE a Jinder Mahal è stato un bell’azzardo, cosa che ha portato molti effetti collaterali. Si dice che chi risica non rosica, ma stavolta la federazione ha azzardato troppo.
Infine, il periodo tra Wrestlemania 33 e 34 è stato troppo spesso afflitto da disinteresse generale: quante volte vi è capitato di leggere su questo sito delle news che parlavano di arene mezze vuote, soprattutto a Smackdown? Datevi una risposta da soli. E capisco perchè sia successo tutto ciò: molto spesso, le storie messe in piedi sono state ripetitive e poco interessanti, cosa che non ha che alimentato l’indifferenza del pubblico in diverse occasioni.
Però, non è stato sicuramente un anno di sole delusioni: in questo determinato periodo vi sono state pure cose positive.
Prima di tutto, sono stati proposti personaggi davvero interessanti in alcuni casi: basti pensare al turn heel di Sami Zayn, che ha scongelato il canadese dalla situazione di stallo nella quale viveva. Oppure, un altro wrestler che si è affermato ancora di più in questi mesi è stato Braun Strowman, nonostante avesse fatto buone cose pure nella scorsa annata. In più, anche un performer come Elias, tralasciato ad NXT, si è ritagliato uno spazio importante a Raw tramite le sue prestazioni canore sempre divertenti. Infine, non posso che citare Rusev con il suo “Rusev Day”, che, nelle ultime settimane, ha fatto breccia nei cuori dei fan, grazie anche all’aiuto di Aiden English.
In aggiunta, la categoria Tag Team ha vissuto davvero un anno di grazia: vi sono stati diversi match da ricordare per quanto riguarda la categoria di coppia, che probabilmente lasceranno un segno indelebile su questa divisione. In particolare, ad alimentare il successo della divisione ci hanno pensato il New Day e The Usos, i quali hanno creato più di un match formidabile. Due esempi lampanti sono il match di Summerslam, che, purtroppo, è stato relegato al pre-show, oppure quello di Hell In A Cell, disputatosi all’omonimo pay-per-view. Non è da tralasciare poi il tag team composto da Sheamus & Cesaro, che è stata una presenza fissa nel giro titolato della categoria di Raw, presentando molte buone prove.
Infine, gli ultimi 12 mesi si sono distinti soprattutto da un punto di vista emotivo: ci sono stati molti momenti capaci di trasmettere emozioni forti, che, probabilmente, verranno ricordati per sempre. Si possono elencare momenti indimenticabili di tutti i generi: per quanto riguarda i ritorni, abbiamo vissuto quello di Kurt Angle, assente dai ring della compagnia da diverso tempo, oppure quello dello Shield; parlando di debutti, invece, quello di Ronda Rousey è stato uno dei più gradevoli, nonostante la storia che ci ha portati a ciò non sia stata ottimale; e, poi, da non dimenticare la vittoria del titolo di AJ Styles, il volo dalla gabbia di Shane, l’introduzione della gimmick di “Woken” Matt Hardy e molti altri momenti, che resteranno a lungo impressi nelle nostre menti. Ma, su tutti, spunta il ritorno di Daniel Bryan sul ring, cosa che ha riacceso la fiamma nei cuori di molti appassionati.
Tirando le somme, la stagione che si è appena conclusa è stata abbastanza sotto tono, considerando sia i pregi e i difetti da me elencati, con nessuno dei due show settimanali che è stato in grado di prevalere sull’altro spettacolo, a mio avviso. La speranza è quella di vedere la WWE imparare dai propri errori, e di vederla ripartire dagli aspetti positivi di quest’anno, in modo tale da creare un periodo pieno di soddisfazioni e gioie per i mesi che verranno.
The Notorious