Intervistato dal Mirror, l’ex WWE Superstar MVP ha avuto l’occasione di ricordare la sua carriera nella Federazione di Stamford. Ha anche parlato di quanto tempo pensa di poter (e voler) continuare a lottare.
Ecco qui alcune parti dell’intervista:
“Sono ad un punto della mia carriera in cui sono pronto ad una transizione. Ho sempre detto che mi sarei ritirato a 45 anni, e compirò 45 ad ottobre. Ho deciso che sono ancora in forma e mi sento piuttosto bene, quindi penso che sarò in giro per un paio di anni in più, ma so che la mia carriera sul ring si sta avvicinando alla fine. Sono pronto ad andare verso la nuova fase della mia vita, che sarà il discorso motivazionale. So che la mia storia è fonte d’ispirazione e una persona può, si spera, ispirare altri a raggiungere i propri obiettivi nella vita.”
Montel Vontavious Porter ha specificato che è molto fiero del tempo che ha speso in WWE:
“Penso a quel ragazzino che è cresciuto in Florida con una madre single e in povertà, essenzialmente. Ho commesso alcune scelte sbagliate e sono stato in grado di superarle perché Vince McMahon mi ha dato un’opportunità. La società mi ha detto: ‘Sei un ex-detenuto, ti daremo un lavoro da salario minimo’, ma Vince ha detto: ‘Hai talento, ti daremo un’opportunità’. Ho potuto viaggiare per il mondo come uno dei maggiori talenti della WWE. Ho potuto rendere miei pari e miei colleghi gente che guardavo in tv con adorazione, e sono stato due volte United States Champion e una Tag Team Champion! Quindi quando ci ripenso sono tipo: ‘Wow, sono nei libri di storia!'”
C’è qualcosa che MVP rimpiange?
“Beh, non direi rimpianti perché non erano cose che io potessi controllare. Non puoi avere rimpianti su qualcosa che non puoi minimamente controllare. Sarei dovuto essere WWE Champion? Un sacco di persone pare che la pensino così e sicuramente anche io, perché tutte le volte che ti allacci gli stivali lo fai per essere il migliore in assoluto. Ci sono però leggende come Mr. Perfect e Scott Hall – gente che era di primissimo livello, con carriere meravigliose – che però non hanno mai avuto la possibilità di vincere i titoli di punta. Ma è ok, perché, alla fine di tutto, come ho detto, io ripenso al mio lavoro e sono nei libri di storia – e come United States Champion ho avuto uno dei regni più lunghi in assoluto. Mi sarebbe piaciuta la chance di mostrare che potevo essere un top champion, ma non penso che questo tolga qualcosa dalla mia storia complessiva.”
E voi, un discorso motivazionale da MVP ve lo fareste fare?
In ogni caso, bisogna apprezzare l’orgoglio di quest’uomo, per cui i suoi titoli valevano – e valgono – così tanto. Nelle Superstar di oggi è difficile ritrovare un simile atteggiamento, a meno che non si tratti, appunto, delle cinture più importanti.