Ho conosciuto persone che mi hanno insegnato l’arte del wrestling, che mi hanno aperto un mondo fatto di concetti meravigliosi, come quello che ci lasciò il fu El Generico quando tenne un seminario qui in Italia: il wrestling è quello che succede tra una mossa e l’altra
Ho mosso i miei primi passi sul ring, ho cominciato imparando come si fa una capriola in avanti e ho terminato il mio primo allenamento tutta contenta perché mi avevano fatto provare una Bodyslam
Ho imparato come si tirano i colpi più generici: calci, pugni, che veri pugni non sono mai, gomitate, quelle sì fanno abbastanza male, pedate in faccia. Mi è stato insegnato come colpire pensando all’incolumità del mio avversario, ma contemporaneamente a rendere il più spettacolare possibile il mio colpo. In fondo è un aspetto importante del wrestling giusto? Fare il meno male possibile all’avversario e far credere al pubblico che vi siete ammazzati
Ho conosciuto persone che mi hanno rassicurato sul fatto che potessi far male al mio avversario, mi hanno spiegato che un colpo dato bene non fa poi così male, solo lì per lì, poi passa tutto, perciò quello che devi imparare sin da subito è avere il controllo della situazione, non perdere mai il controllo del tuo corpo, non distrarti, non fare le cose superficialmente. Non è sempre facile, specialmente per una persona come me, che ha il bacino pieno di lividi perché sbatte periodicamente contro gli spigoli dei mobili
Ho conosciuto persone che avevano paura di farmi male, perché ero una ragazza, così ci andavano decisamente troppo piano, perciò giù a spiegare che un colpo dato bene non fa male e che in fondo anch’io che subivo quei colpi dovevo pensare a salvaguardare me stessa, essere nella posizione giusta per incassare, non tirarmi indietro prima del tempo, non fare movimenti bruschi; io aiuto te e tu aiuti me e tutti e due ce ne torniamo a casa tutti interi
Ho conosciuto persone che i colpi li tiravano forte per davvero, anche quando non era necessario, perché volevano sembrare forti, perché volevano intrattenere il pubblico, perché “io i colpi te li tiro davvero perché ho paura che poi sembrino finti e alla gente facciano schifo”, e allora pensavo che punto primo sei un po’ uno stronzo, punto secondo se non sai far sembrare credibile un pugno senza tirarlo davvero ti consiglio di cambiare sport
Ho conosciuto persone che andavano in paranoia, sono stata una di quelle, a volte si riesce a salvare il salvabile, altre volte capita che la paura e l’agitazione prendano il sopravvento; salire su un ring agitati o impauriti è quanto di peggio possa succedere, perché non pensi lucidamente a quello che stai facendo, vuoi solo finire il prima possibile e la fretta è un altro grande nemico dell’incolumità fisica
Ho conosciuto persone che si ostinavano a voler eseguire una determinata mossa anche se ancora non ne erano capaci, perché gli piaceva visivamente, o anche se era eccessivamente pericolosa e non ne valeva la pena, perché tanto il collo non lo rischiavano mica loro; ho pensato che fossero un po’ stronzi pure loro, perché una mossa la si esegue se ha un senso, non solo perché ti piace l’idea di te che fai quella mossa. E non parlo di cose come la Canadian destroyer, ma anche di mosse più banali: che senso ha prendere un avversario e lanciarlo da una parte all’altra del ring senza che questi abbia modo di controllare la caduta? Magari non succede niente, una caduta di lato piuttosto che di schiena non è detto che abbia chissà quali conseguenze, ma è proprio necessario? Non hai un modo migliore di dimostrare la tua superiorità fisica rispetto all’avversario? Devi proprio scegliere una mossa anche brutta da vedere e non proprio una passeggiata di salute per lui? Sei un po’ stronzo
Ho conosciuto persone che dopo aver subito un brutto colpo si sono infuriate col loro avversario dicendo che era un idiota e che non sarebbe mai dovuto salire sul ring, come ho conosciuto chi liquidava il tutto con una risata e la proposta di una bevuta in amicizia. Come dall’altra parte ho conosciuto chi, dopo aver infortunato qualcuno, è corso a scusarsi, ha chiesto di aiutarlo a capire dove avesse sbagliato, chi invece è andato dall’infortunato dicendogli che era tutta colpa sua, che lui non aveva sbagliato nulla e anzi aveva pure rischiato di farsi male. Quelli, mio modesto parere, sono i più stronzi di tutti, assieme a quelli che non capiscono quando il loro avversario non ha ben chiaro cosa andrete a fare ma il colpo te lo tira lo stesso, se lo sai parare bene, altrimenti fatti tuoi, perché loro a te non vogliono pensare, quando in realtà è fondamentale che in un match ci si preoccupi del proprio avversario, forse più di se stessi
Ho conosciuto persone che tirando un colpo pensavano solo a renderlo il più credibile possibile e persone che prima di metterci quel minimo di forza in più volevano essere sicure di colpire perfettamente l’avversario; persone che credono che un colpo tirato un po’ male non sia niente di che, perché in fondo non stiamo a pettinare le bambole e chi invece non riusciva a sopportare l’idea di aver provocato un solo livido di troppo al suo partner
Ogni wrestler vive il wrestling a modo suo. Nia Jax lunedì a Raw ha rotto il naso a Becky Lynch e il fatto è che è impossibile per noi stabilire a quale categoria appartenga Nia Jax: è una stronza che colpisce male volontariamente? Tira i colpi fregandosene di come l’altro li incasserà? Va eccessivamente in paranoia negli incontri? Non ha controllo del suo corpo? E nello specifico caso incriminato com’è andata? Non lo possiamo sapere, è inutile che ci ragioniamo sopra o litighiamo fra di noi. Sarebbe bello sapere con certezza che l’ha fatto apposta o che è stato un tragico errore, sarebbe bello poter stabilire cosa è andato storto in quel colpo, ma non è possibile saperlo con certezza, così come non possiamo sapere con certezza cosa passi per la mente di Nia Jax. Alle volte non sanno stabilirlo neanche le persone direttamente coinvolte: una volta eseguendo una Headscissor mi sono beccata una punta di gomito dritta in mezzo al naso, né io né la persona che ha subito la mossa ancora ci spieghiamo come diavolo sia successo. Misteri della fede
Non so che tipo di persona sia Nia Jax. Non so se si sia trattato solo di un fatale incidente. Non so se Nia è una di quelli che spesso va in confusione e perde la concentrazione su come si sta muovendo e cosa sta facendo; se così fosse sarebbe necessario un periodo di formazione, magari lontano da Raw al Performance Center, la storia di scriverebbe da sé: Stephanie McMahon, infuriata per l’accaduto, sospende Nia per un periodo di tempo indeterminato e così lei ha tempo di tornarsene al PC per lavorare su dei limiti sul ring che sono stati trascurati per troppo tempo. Oppure Nia è una persona a cui frega molto poco della sua avversaria, troppo presa a pensare a se stessa; anche in questo caso sarebbe necessario intervenire, anche se cambiare la mentalità di qualcuno è molto più difficile che correggere qualche lacuna sul ring, tuttavia è impensabile che Nia Jax possa continuare ad essere inserita nelle faide femminili principali avendo così poca cura delle avversarie che andrà ad affrontare.
Vi chiedo un piccolo sforzo: di non prendervela troppo. Come ho scritto, la certezza della colpa non è alla nostra portata; fermo restando ciò, non me la sentirei di rivolgere a un altro lottatore delle accuse di cui non sono sicura al 100%. E poi Nia sarà già stata sgridata più e più volte da chi di dovere, non ha bisogno anche dei miei rimproveri e di sicuro non ha bisogno del mio odio, né lo merita
Ho conosciuto tante persone grazie al wrestling, ho imparato poco, ma ho anche scoperto che alla fine quello che conta è una cosa sola
Non essere uno stronzo.