Ormai abbiamo imparato ad apprezzare la New Japan Pro Wrestling, cosa che tempo fa purtroppo la maggior parte non riusciva a fare. Abbiamo imparato ad apprezzare i suoi modi di fare, il suo stile e soprattutto i suoi tornei. Il G1 Climax per esempio. Abbiamo con essa imparato ad apprezzare il Puroresu in generale, che seppur con qualità spesso inferiore confronto alla Major, ha i proprio appuntamenti imperdibili. Compagnie storiche come la All Japan Pro Wrestling, con il suo Champion Carnival, o la Pro Wrestling NOAH, con le sue Global League.
C’è un torneo però che unisce Wrestling indipendente giapponese e New Japan Pro Wrestling. Lo ha fatto in passato e lo torna a fare in questi giorni. Si chiama Super J Cup.
In realtà la Super J Cup la dobbiamo soprattutto  a un uomo, che per anni ha dato spettacolo e masticato Wrestling nei Ring di tutto il mondo, nascosto dietro a una maschera particolare e colorata: Jushin Thunder Liger. Il giapponese, al secolo Keiichi Yamada, diede vita al torneo nel lontano 1994, con l’idea di riunire nella stesa competizione i Junior migliori del pianeta. Non ci sono dubbi che, nel corso degli anni, abbia raggiunto il suo obbiettivo.
Come detto il torneo vide la luce nel 1994, quando, proprio come quest’anno, lo spettacolo fu organizzato in concomitanza con la NJPW, il 16 aprile al Sumo Hall di Tokyo. I partecipanti furono 14. I primi dodici si affrontarono in un primo turno formato da sei Match, e altri due entrarono nel torneo al secondo turno: i due erano Wild Pegasus e Great Sasuke. Si crearono cosi i quarti di finale. Vinse Wild Pegasus, che sconfisse Black Tiger e si catapultò in semifinale dove avrebbe affrontato Gedo, vincitore invece su Super Delfin. E vinse Jushin Thunder LIger, che sconfisse Ricky Fuji, volando in semifinale a combattere contro The Great Sasuke, che eliminò El Samurai. Wild Pegasus e The Great Sasuke finirono in finale, con il primo che vinse il primo storico Super J Cup, preludio di una carriera che lo avrebbe trasformato in uno dei lottatori più tecnici e amati del mondo fino a quel tragico giorno di luglio del 2007. Parteciparono al torneo anche Taka Michinoku, Dean Malenko, Shinjiro Otani, il messicano Negro Casas, Masayoshi Motesi e Hayabusa.
L’anno dopo, nel 1995, la Super J Cup torna, e lo fa, stavolta, in collaborazione con la Wrestle Association R, il 15 dicembre al Sumo Hall di Tokyo. Il sistema è lo stesso dell’anno precedente ma ci sono dei nomi nuovi. I messicani Damian 666 e Dos Caras, il papà di Alberto del Rio, e il canadese Lionheart, altro personaggio che in futuro diventerà uno dei più conosciuti e amati lottatori del mondo: Chris Jericho. Inoltre debuttano Gran Naniwa, Masaaki Mochizuki, Hanzo Nakajima e Ultimo Dragon. Al secondo turno si uniscono Jushin Thunder Liger e Wild Pegasus, il campione uscente. In finale finiscono proprio Jushin Thunder Liger e Gedo, con il primo che conquista la vittoria finale.
La Super J Cup a questo punto va in stand-by e per ben 5 anni non viene organizzata. Torna però nel 2000, quando Liger si accorda con la Michinoku Pro Wrestling per un torneo in due serate al Sendai City Gymnasium di Sendai e al Sumo Hall di Tokyo. Stavolta si parte in sedici e dagli ottavi di finale. I nomi di spicco sono tantissimi, da Curry Man, aka Christopher Daniels, a CIMA, da Tiger Mask IV a The Great Sasuke, da Gran Hamada a Ricky Fuji. La finale se la giocano CIMA e Jushin Thunder Liger, con il secondo che si conferma campione per la seconda edizione consecutiva.
Altri quattro anni di pausa e si torna in pista. E’ il 21 febbraio del 2004 all’Osaka Jo Hall di Osaka, in uno Show organizzato dal solito Liger e dalla Osaka Pro Wrestling. Il torneo è il più piccolo mai organizzato, soltanto otto lottatori, e fra nomi non altisonanti come gli anni passati, si aggiudica la vittoria il fenomenale Naomichi Marufuji.
Altra pausa e altri 5 anni. Il ritorno però è di quelli graditi, visto che si va al Korakuen Hall di Tokyo, il 22 e il 23 dicembre del 2009, in due serate organizzate di nuovo dalla New Japan Pro Wrestling. Tornano i grandi nomi e tornano debutti importantissimi, come quelli di Prince DeVitt, Jado, Kota Ibushi, Taichi, Koji Kanemoto e Ryusuke Taguchi. Si torna ai sedici partecipanti e il torno raddoppia, ma il vincitore non cambia. Naomichi Marufuji vince la seconda Super J Cup consecutiva, proprio come Jushin Thunder Liger.
La Super J Cup conosce il periodo più buio qui, quando si blocca per ben 7 anni. Torna soltanto nel 2016, il 20 luglio e il 21 agosto, rispettivamente al Koruaken Hall di Tokyo e all’Ariake Coliseum, ancora a Tokyo. Quattro grandi debutti su tutti: Bushi, Will Ospreay, Kushida e Matt Sydal. Il torneo è formato ancora una volta da 16 lottatori e Liger e la NJPW questa volta decidono di dare il grande onore di portarsi a casa la coppa proprio a un debuttante: Kushida, che sconfigge in finale Yoshinobu Kanemaru.
La Super J Cup, la storica Super J Cup, è tornata in scena in questi giorni con una mossa storica: lo svolgimento negli Stati Uniti. Una tre giorni che vedrà invase Tacoma, Washington, San Francisco, California e Long Beach, anch’essa in California. I partecipanti sono di nuovo sedici e sono raccolti ancora una volta da Liger e dalla New Japan Pro Wrestling: Will Ospreay, Amazing Red, Sho, Yoh, Taiji Ishimori, Clark Connors, TJP, Robbie Eagles, El Phantasmo, Ryusuke Taguchi, Joanathan Gresham, Dragon Lee, Caristico, Bushi, Rocky Romero e Soberano Jr. Qualcuno ha già passato il turno, qualcuno si è fermato, ma una cosa è sicura come sempre, quello che stiamo vedendo e che vedremo, si conferma un grandissimo spettacolo. Ancora un volta i migliori Junior del mondo si danno battaglia per vincere un prestigioso torneo che, speriamo, diventi un appuntamento fisso della New Japan Pro Wrestling anche dopo che il grandissimo Jushin Thunder Liger, avrà , come annunciato, appeso gli stivali al chiodo.