C’è chi pensa che la All Elite Wrestling possieda un roster molto scarno. Abituati come siamo ai tantissimi atleti presenti in WWE, ci dimentichiamo che questa federazione ha uno show solo (al massimo due, ma è comunque poco) e lo spazio non è abbastanza grande per tutti. Uno degli errori grossi che una compagnia può fare sarebbe quella di emulare la WCW, che nel 2000 contava più sessanta wrestler a libro paga, con un esborso economico pesante soprattutto con le superstar di maggior rilievo (Hogan, Nash, Goldberg, Savage, Flair, Vicious, DDP, ecc ecc). Per funzionare, uno show deve avere quei 25/26 wrestler specifici, più qualche altro da utilizzare in alternativa. Il resto è tutta sperimentazione.

Ecco, la All Elite ha sperimentato fin troppo. E con l’arrivo di altri atleti (Brodie Lee, Revival, Matt Hardy, Chris Bey, Austin Gunn) ci sarà da ragionare su quale conformazione dovrà prendere questo roster. Non si possono volere tutti e abbiamo visto come certi atleti siano spesso comparsi e scomparsi senza un filo logico, passando da un match all’altro o da un feud all’altro portando solo che confusione nel pubblico e nelle storyline. C’è da mettere un punto ben preciso in molti settori, anzi in tutti, in modo da capire cosa funziona e cosa no.

SINGLES.

Sicuramente la categoria che ha bisogno di qualche innesto di maggiore starpower da affiancare a Moxley, Jericho, Cody e Omega. Almeno uno. Però non c’è quasi nulla in giro e il buon Brodie Lee potrà solo essere buon materiale da mid-uppercard. Il 2020 magari potrà regalare qualche buon nome, e Brian Cage sembra essere uno di questi: non è conosciuto come un ex WWE ma è abbastanza grosso, abbastanza bravo e abbastanza funzionale da essere la scelta adatta. Da capire come ricollocare i jobber: forse Cutler va nei Dark Order e via, ma Peter Avalon? Potrebbe pure essere liberato, ma sarebbe un peccato vista la buona capacità di interagire col pubblico e saper farsi odiare. Probabilmente saluterà Jimmy Havoc, mentre per Kip Sabian occorre capire cosa fargli fare e l’associazione con la fidanzata Penelope Ford non pare lo possa elevare più di tanto. In bilico deve andarci anche PAC, che è sembrato fin qui un pesce fuor d’acqua pur non mancando mai di presentare le sue qualità. Il problema è lo stesso che aveva la WWE: cosa gli fai fare?

TAG TEAM.

Sono tanti, sono troppi, e alcuni non vengono neanche utilizzati a dovere. Pensiamo a Jack Evans e Angelico e al loro apparire e scomparire senza mai riuscire ad incidere, nemmeno quando hanno ottenuto una serie di vittorie. Poi c’è il caso Lucha Brothers: portati ad un livello più alto, non hanno entusiasmato. Si vede come vogliano tornare a tempo pieno in Messico, non amano più di tanto l’allargamento degli orizzonti, e hanno lottato fin qui con le ciabatte ai piedi. In particolare Pentagon sembra il più scazzato dei due, col suo ripetersi di taunt, mosse con poco ritmo e diversi errori. Errori che fa anche Fenix, ma almeno qua si vede qualche volo degno di nota. Se la AEW decidesse di lasciarli andare, non perderebbe nulla. Con l’aggiunta dei Revival ci sarà tutta un’altra musica.

WOMENS.

Si tratta della categoria che ha subìto maggiormente la voglia di sperimentazione dei booker. La sensazione è che si sia andati un po’ a tentoni più che altro per far conoscere le ragazze. Solo ora sembra stia nascendo qualcosa, ma in mancanza di una superstar di livello (che avrebbero voluto fosse Sasha Banks) occorre costruire e mostrare, mostrare e costruire. Prima cosa da fare: liberarsi delle joshi. Riho e Shida hanno funzionato col pubblico americano, ma sono le uniche che possono continuare a dire la loro. Poi bisogna capire chi sono le altre. Sicuramente la Baker, poi la Rose, Big Swole, Sonny Kiss per la quota LGBT, il Collective Nightmare, la Statlander e presumibilmente Jamie Hayter. Sono già tante, e questo apre la questione sfoltimento: via la Priestley che non può essere una regular; via la Sakura che ormai ha sparato tutte le cartucce; via Leva Bates che è risultata tanto scarsa sul ring quanto banale nei promo. Da capire la posizione di Shanna, vittima di questo entrare e uscire dalle storyline che dovrà finire prima o poi.

Dunque ci sono almeno 6/7 atleti che andrebbero lasciati andare. Il resto c’è, ci sono le combinazioni e dunque sarebbe ora di mettere a posto tutti i tasselli. Con un roster ben definito, saranno ben definiti anche i feud e il percorso da compiere da qui a fine anno.

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.