“Il samurai avanza giorno dopo giorno: oggi diventa più abile di ieri, domani più abile di oggi. L’addestramento non finisce mai”
Tutti lo usiamo il termine “dream match”, quando torna una leggenda, quando due epoche storiche si scontrano, quando due favoriti del pubblico si combattono. Chi mi segue da un po’ di anni sa la mia predilezione verso un certo stile e alcuni match da sogno che vorrei vedere, altri che sarebbe saggio rimanessero nelle nostre fantasie. Suzuki vs Moxley che cosa è infine?
Abbiamo due lottatori amati, di due epoche diverse, diciassette anni di differenza, due aree geografiche distinte, stili di wrestling con la stessa attitudine, ma con una sostanziale diversità.
È uno dei match di cartello di sabato prossimo che si terrà all’Osaka-jō Hall durante The New Beginning in Osaka, dove ci saranno altri incontri interessanti quali Naito vs Kenta con le cinture in palio, Takahashi vs Ryu Lee per il Jr. Heavyweight e White vs Sanada. Se questi match hanno una perfetta logica e saranno sicuramente all’altezza delle aspettative, in Suzuki vs Moxley c’è qualcosa di più profondo di un semplice match di wrestling.
Naturalmente si tratta di due professionisti ben pagati che attraverso le loro capacità di lottatori intratterranno e divertiranno il pubblico di tutto il mondo, ma vorrei provare a “volare” un po’ più alto oggi e raccontarvi la storia da un altro punto di vista.
Minoru Suzuki è un lottatore che ha vissuto ed è cresciuto nel solco della tradizione, applicando alla lettera i precetti del lottatore nipponico.
Vedi lottare Suzuki e ti rendi conto che quest’uomo applica la stessa dedizione delle arti marziali ad uno spettacolo che è stato vilipeso in gran parte del mondo per il suo essere esteticamente “caotico” e dove invece in Giappone è stato nobilitato ricercando l’ordine e la disciplina nella violenza. Un controsenso per noi occidentali.
Vedi lottare Suzuki e ti rendi conto, come mentre vedi il judo alle Olimpiadi, che quello che vediamo sul ring di un palazzetto, ha un universo alle spalle allo stesso modo di un tatami di un dojo e che non finisce tutto lì. Un po’ come la vita stessa, ma lasciamo perdere la filosofia.
Vedi lottare Moxley e ti rendi conto che quest’uomo ha una passione e un cuore che supera ogni cosa, ti trasmette il suo desiderio di vivere fortemente fino alla fine quella manciata di minuti dentro il ring. E se il Giappone ha una storia monotematica, gli Stati Uniti hanno espresso molte più forme di approcciarsi al wrestling, dove non arriva la tecnica arriva il cuore, che è caos che è voglia di competere e vincere.
Vedi lottare Moxley e ti rendi conto che vuole imporsi, superare l’avversario con il dolore e il rispetto, ma nello spirito a stelle e strisce di primeggiare. La sconfitta non è un’opzione, la vittoria l’unico risultato che ci si pone prima di ogni scontro sportivo.
Vedrai lottare Suzuki vs Moxley e vedrai questi mondi collidere, scontrarsi, graffiarsi, sanguinare e avanzare, uomini che cresceranno e si conosceranno ancora meglio, loro e l’avversario. L’addestramento non finisce mai.