Parliamo oggi degli Elimination Chamber match, una stipulazione a dir poco in crisi come dimostra il prossimo special event.
L’Elimination Chamber match è sempre stata una delle tra le mie stipulazioni preferite. La casualità delle entrate, le possibili alleanza, lo sfruttamento della struttura danno imprevedibilità a un incontro che si presta ad essere violento e spettacolare. Purtroppo la scelta di personalizzare ogni special event ha fatto perdere genuinità al tutto, dato che indipendentemente dal feud sappiamo già che certi incontri avverranno solo in determinati periodi dell’anno. Nell’edizione di questa domenica penso però si toccherà il fondo. Non sarebbe la prima volta, ma salvo sorprese né il titolo WWE né quello Universale saranno contesi nella struttura d’acciaio, non ci sarà in palio neanche il posto come sfidante ai titoli citati.
I motivi sono presto detti. Lesnar contro McIntyre è deciso dalla Rumble, inutile organizzare il match per vedere Brock asfaltare tutti, ci è già bastato il siparietto insulso contro Ricochet. Goldberg regge match di pochi minuti, sarebbe stato davvero difficile il booking in quelle circostanze. Si poteva allora forse organizzare il match con in premio la possibilità di divenire lo sfidante per il titolo di Smackdown, ma tutti avremmo dato per scontata la vittoria di Reigns, che così si è guadagnato la chance semplicemente presentandosi e dicendo “I’m next”.
La scelta di certi campioni e il collocare il ppv così vicino a Wrestlemania ha di fatto ucciso la stipulazione, rendendo la gestione difficoltosa per la WWE. Già nel 2015 c’era stata un’edizione con in palio solo il titolo Intercontinentale e quello per i tag team, ma almeno il titolo WWE era stato difeso singolarmente. Negli anni successivi c’è sempre stato un match nella struttura legato al titolo mondiale, ripensiamo anche solo a dodici mesi fa quando la gran prestazione di Kingston ha rappresentato uno dei suoi primi passi verso il suo primo regno da campione.
A oggi nella card attuale avremo un Elimination chamber mach tra tag team e uno per determinare la prima sfidante della Lynch. Nel primo caso per quanto possa uscir fuori un bell’incontro sa proprio di riempitivo, il secondo salvo sorprese mi dà l’impressione di essere superfluo. L’attacco vampiresco della Baszler è stato un grosso indizio, difficile immaginare che dopo di esso verrà messo da parte e non ci sarà uno scontro a Wrestlemania tra lei e Becky. Un po’ come dicevo sull’ipotesi del primo sfidante di Goldberg, se in quel caso sarebbe stato scontato il trionfo di Reigns in questo mi sembra facile pronosticare l’atleta di NXT. L’obiettivo è legittimarla come sfidante agli occhi del pubblico che non segue lo show in giallo, ma la sua quota vittoria nelle scommesse me la immaggino piuttosto bassa.
Guardando il resto della card c’è da mettersi comunque le mani nei capelli. Il tre contro uno che coinvolge Strowman & company sa di incontro overbookato da Smackdown, così come sembrano da show settimanale i match per il titolo di coppia e quello degli Stati Uniti. L’unico incontro potenzialmente interessante è quello tra Styles e Black, con possibile (o dovremmo dire probabile) intrusione del Becchino.
In sintesi, nello scorso editoriale ho espresso il mio pensiero riguardo al fatto che Super ShowDown non fosse altro che un impiccio per la WWE, in questo caso la sensazione è la medesima. Ha ancora senso far svolgere in queste condizioni una delle stipulazioni più affascinanti? A mio parere no.
Sergedge – EH4L