Dopo ogni puntata di Dynamite, il mantra dei fan è sempre lo stesso: si devono fermare. Gli show senza pubblico, i match saltati, il roster ridotto, le location sempre diverse sono dei motivi plausibili per potersi fermare e magari riprendere in futuro quando l’emergenza Coronavirus sarà conclusa, o almeno si sarà attenuata. Ma la All Elite Wrestling non si può fermare, non può farlo ora.

Quanto vale una vita di un Uomo? Quanto vale quella di una federazione? Sicuramente quella di Uomo vale di più, in un momento in cui la pandemia sta uccidendo una marea di persone, anche giovani. Ma un progetto può valere allo stesso nel momento in cui chi ci ha lavorato ha messo tutto se stesso e può interpretare le regole. Perché registrare vari tapings, avere medici presenti ad ogni registrazione sono una assicurazione sulla vita degli show e sulla loro permanenza televisiva. In questo modo il discorso può filare, andare avanti in attesa di tempi migliori.

Ed è questo il motivo principale. Attendere tempi migliori.

La WWE può fermarsi. Il suo ritorno on screen sarebbe straordinaria, un ritorno alle origini, con la possibilità di ricominciare daccapo senza che vi sia alcun problema. La AEW invece no, non può permetterselo. Ha speso tempo, soldi, risorse, fatica per raggiungere una posizione. Esiste da un anno e tre mesi, ha tentato in tanti modi di diventare la seconda compagnia degli Stati Uniti, arrivando a superare in maniera continuativa un programma dei McMahon. Ci sono storyline in ballo, una community fidelizzata ma comunque variabile.

Fermarsi significa perdere l’80% del proprio lavoro. Significa ripartire dall’inizio, rifare tutto buttando al vento un anno e mezzo di lavoro. Ricordate la TNA che passò su Destination America o su Pop? Ecco, comprendete bene come un progetto può crollare nell’interesse nel giro di uno o due mesi se non viene dato in pasto ai telespettatori. Perché tutti questi progetti sono nati negli anni 2000 ed hanno davvero poca storia per poter reggere la propria casa. La WWE ha creato un impero in 45 anni, può pigiare su off e poi su on quando vuole. La AEW no, la TNA a suo tempo no.

Dunque la All Elite accetta anche che gli spettatori calino un po’, che gli show siano fatti in location da indy da 4 soldi con diversi accorgimenti. Ma così facendo riesce ad alimentare giorno dopo giorno la fiammella, riesce a dire al pubblico “in questo periodo di m***a, noi ci siamo, ti teniamo compagnia”. I fan capiscono e capiranno. E quando tutto sarà finito, la posizione di vantaggio sarà utile a ripartire meglio di prima.

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.