Lio Rush è ritornato nelle indy una settimana fa. Lo si attendeva da parecchio e secondo quel che ha raccontato in una intervista, la sua porta per lottare è sempre aperta. Questo, dopo esser stato vicinissimo ad annunciare il ritiro dopo il suo match contro Joey Janela allo show “Homecoming” della GCW.
Quando nel 2017 ha deciso di accettare la corte della WWE non ha capito. Si dirà: no, sono i McMahon a non averlo capito. In realtà l’intenzione di una federazione così grande è quella di plasmare gli atleti a propria immagine e somiglianza. E Rush non aveva capito quale sarebbe stato il suo percorso, sia dentro che fuori dal ring. Ha provato a correggere la strada, ha vinto pure un Cruiserweight Title, ma non è riuscito a spostare abbastanza la barra della sua permanenza.
Lio Rush non ha capito che, per quanto la WWE sia un eldorado economico e sportivo, non era una realtà fatta per le sue qualità. Che sia bravo non v’è dubbio. Ma per svettare bisogna avere caratteristiche attitudinali ben precise, capire che c’è da lavorarsi lo spazio, da combattere match standard che probabilmente non avrebbero valorizzato tutto ciò che sa fare. Basta vedere AR Fox: molto simile caratterialmente e come wrestler a Rush, non ha mai voluto la possibilità di giocarsi uno ruolo importante nel wrestling che conta.
È un wrestler fatto apposta per le indy, che può ben figurare da main eventer soprattutto in questo contesto, avendo anche avversari adatti al suo stile molto spottoso e al limite della surrealità. È bene che riconsideri la sua intenzione di ritirarsi e ritorni a farsi vedere in giro per le varie promotion.