Il debutto di Satnam Singh in AEW è venuto male. Ci sono diversi vizi di forma, e un sistema ripetitivo che alla lunga stanca. Ha ragione Vince Russo: Tony Khan è entrato in un loop che non gli consente di vedere lucidamente l’andamento degli show. Se dopo Punk e Danielson sei ancora costretto a spegnere le luci o a dire che “next week we will have a major announcement” allora qualche problema c’è.
I problemi con Satnam Singh
La questione non è tanto il debutto per com’è avvenuto. Per quanto il gigante indiano non sia una cima, certamente aveva l’altezza e il fisico per essere impattante. Così non è stato. E ha fatto storcere il naso per la sua posizione in card e per quelle luci che si sono spente, facendo prefigurare chissà che. Tony si è smarcato dicendo che la scelta è stata presa da “una personalità che vive nel wrestling da più di 30 anni”, facendo ricadere la colpa su uno tra Arn Anderson, Dean Malenko, Christopher Daniels e il neo arrivato Pat Buck.
Nonostante ciò, da head booker, ha avvallato la scelta. Proporlo nel main eventi ha poi ammazzato una puntata partita benissimo e andata in calando. Fosse capitato a metà show probabilmente non ci sarebbe rimasto così in mente come è effettivamente stato. Paga lo scotto un neo arrivo e un feud che sembrava essere partita molto bene (Lethal-Joe).
Troppi debutti, adesso basta
Per quanto possa essere interessante avere continui debutti, la sensazione che dà è di un progetto che non prende mai forma veramente, che si rinnova continuamente senza sosta. Non è certo un pregio. Soprattutto se il continuo aggiungere mette presto in soffitta atleti che probabilmente il pubblico attende con molto piacere. Pensiamo a Keith Lee: non è adatto al mondo AEW, lo hanno preso lo stesso, è inserito in un feud che non interessa a nessuno. Idem Strickland.
Il problema poi è il loop in cui si entra: debutto, serie di vittorie, primo feud. Se va bene, si prosegue. Se va male, ci sono Dark e Dark Elevation. Il caso più eclatante è quello di Ruby Soho, subito messa da parte per mesi in attesa di capire cosa farne. Sembra di assistere ad un continuo esperimento dove sono per primi i booker a dover capire come inserire i wrestler. Come se non li conoscessero abbastanza o non si fidino.
Quale soluzione?
Sfoltire il roster. Smettere di prendere wrestler per almeno un anno. Anche perché in giro fenomeni non ce ne sono. E Gargano, se voi state pensando a lui, non è quel tipo di wrestler che fa svoltare la giornata. Bravo sì, ma relegabile facilmente ad una dimensione “Keith Lee”. Dopo di che vanno costruiti quelli che ci sono. E fatti vedere ogni settimana, evitando feud che si vedono una settimana sì e due no, tenendo un filo logico che sta diventando sempre più complicato col passare delle settimane.