Daniel Garcia ha vinto domenica scorsa il titolo della PWG. Titolo più o titolo meno, probabilmente non fa differenza. Ma da sempre quella cintura ha una sua specialità che non molte altre hanno. Perché di solito va a certificare il lancio verso un futuro certamente d’impatto.
Per quanto nel contesto major sia solo agli inizi, in quello indy Garcia è già piuttosto in alto. È cresciuto velocemente, ha messo in fila tanti match interessanti quanto colleghi che lo stimano. Stupisce la pulizia e l’efficacia del suo moveset, come se fosse già maturo prima di diventarlo veramente. E ha solo poco più di 20 anni, una vita davanti da cavalcare nel migliore dei modi.
Solo che è lì sul ring e gli vedi fare cose che atleti di maggiore esperienza non sanno fare. Si tratta di cose tecniche, di prese di base, di ring positioning, di psicologia dentro un match, di preciso adattamento ad ogni tipo di avversario. Di carisma da heel, che sembra essere cucito addosso sulle sue qualità e su quel viso da picchiatore che si ritrova.
Gli serve però quell’ultimo passaggio in più. Un passaggio che può acquisire col tempo, con l’esperienza, e certamente al fianco di autentici veterani della scena. A quel punto diventerà un gigante. E non ne potremo più fare a meno.