Dopo il ppv Forbidden Door è ricomparso sui social e sui forum l’annosa questione dello “sfruttamento talento”. Per tanto tempo ci siamo ritrovati a dibattere se la WWE fosse in grado o meno di sfruttare le qualità di un wrestler e di come diversi di quelli sarebbe preferibile vederli altrove. Il discorso, ovviamente, è diventato di maggior rilievo con la firma di Claudio Castagnoli con la AEW.

Anche io ho pensato che l’errore della WWE sia stato quello di uniformare troppo talenti universalmente riconosciuti ad un proprio standard. In modo tale che i Cesaro, i Nakamura, e i tanti ragazzi che sono usciti da NXT si sono ritrovati a non avere le caratteristiche giuste per funzionare nel lungo periodo. Hanno avuto ciascuno delle soddisfazioni, ma probabilmente non abbastanza per rendere completo il proprio stint.

La firma con la AEW non significa che le cose andranno meglio. Però gli atleti dicono di trovarsi “al luna park”, di essere “liberi di esprimersi”. Basta questo? Evidentemente si. Uno dei casi particolari è quello di Shawn Spears, che né in WWE e né in AEW ha ottenuto modo di rendere allettante il proprio palmares. Eppure a Jacksonville il ragazzo si sente più considerato, vede esauditi i propri desideri e sente di avere uno spazio ben definito che prima non aveva.

Credo che il motivo sia dovuto dal lungo raggio delle soddisfazioni. Spears ad esempio è stato l’assoluto protagonista della faida tra MJF e Wardlow. PAC è arrivato ora ad un titolo mondiale è messo in fila diversi match di valore. Stesso discorso per Malakai Black, che può sviluppare il proprio personaggio come vuole, o Miro che ha carta bianca sul proprio percorso. E gli FTR? Ora sono al top della categoria di coppia.

Castagnoli dove può arrivare? Lontano, probabilmente. Ma avere il pubblico al tuo fianco, vincere o combattere match dei tuoi sogni con gli avversari che ammiri, segnare dei “career moment” come quello di Blood & Guts, vedere il tuo personaggio rispettato può essere più importante rispetto a vincere titoli su titoli dei quali rimarrà poca traccia nei ricordi dei fan.

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.