Ci siamo, pochi giorni e sarà tempo di Full Gear. Un ppv che si è sempre portato dietro un match particolarmente costruito, che ha saputo regalare momenti di grande emozione. Ma che quest’anno forse risente del momento non più florido vissuto dalla All Elite Wrestling. Tanto che un po’ ovunque sul web ricorre lo stesso commento: per l’edizione 2022 c’è poco interesse. Il problema sarebbe dato dal poco spessore della card e dall’andamento delle storyline, talvolta poco appassionante.
Personalmente mi trovo nel mezzo. E’ vero che non c’è un match o una storia che mi faccia impazzire, che attendo con ansia come è capitato nel passato. Però siamo davanti ad una discreta card, che può regalare qualche momento da ricordare. A partire dal match raffigurato in copertina: lo Steel Cage sarà pure scontato nel risultato (Luchasaurus dovrebbe fermarsi subito dopo il ppv per un infortunio che si porta dietro da tempo), ma è indubbio che possa rappresentare uno spartiacque per Jack Perry e il suo futuro. Un successo gli potrà consentire di riprendere quota e magari presentarsi alla caccia di una cintura.
Il main event porta interesse grazie ai due protagonisti. Ma ho fatto fatica a seguire la storia, che è rimasta tutt’al più in un limbo tra interferenze dei The Firm e l’insana confusione di MJF nel capire da che parte stare. Il terzo elemento è William Regal, ed è il fattore che mi farà vedere il match. Mi aspetto un tradimento ai danni di Moxley, mi aspetto una associazione a Maxwell, come il mentore che finalmente lo porta al top della compagnia. Una figura simile a Heyman con Lesnar o Callis con Omega. Non che il talento AEW abbia necessità di qualcuno al suo fianco, ma in questo momento la storia suggerisce un passaggio di questo genere.
Le donne navigano un po’. Hayter-Storm porta fieno in cascina se la prima vince il titolo. Se deve essere un nuovo +1 per la campionessa, sarà una occasione mancata di sfruttare il momento. Saraya-Baker penso lo attendano tutti, ma è anche vero che la ex WWE non lotta da tempo, non sappiamo quali sono le sue condizioni fisiche, dunque farsi delle attese è profondamente sbagliato. Così come è sbagliato il match Cargill-Rose. Non perché non ci possa essere. Ma perché in un anno, la AEW ha smontato una miniera d’oro, con una gestione al limite della schizofrenia.
Il match per i titoli di coppia si è leggermente trascinato. Giusto rendere campioni gli Acclaimed, ma la sensazione che arriva è che tra i quattro ci sia tanto valore inespresso. E non sarà lo split tra Swerve e Lee a risolvere le cose. La finale del World Title Eliminator è decisamente in tono minore rispetto agli anni scorsi, sia per gli atleti coinvolti (molti dei quali fuori da tempo dalle competizioni) e sia per le prospettive di un +1 per chiunque sarà campione.
Infine il tag team match della nostalgia. I corsi e ricorsi storici tra Jeff Jarrett e Sting sono tanti. Ma per questa storia ci sarebbe voluto più tempo, maggiore narrazione e un indirizzo che vedesse Darby Allin come il principale protagonista. Invece l’ex campione TNT è stato un altro dei talenti “smontati” dalla gestione Khan. L’associazione a Sting non gli ha dato vantaggi nel lungo periodo, dunque vorrei capire se ci sono i margini per un turn heel che gli consenta di superare l’impasse. Intanto però non mi aspetto nulla di che da un incontro che puzza di overbooking “alla Jarrett” lontano un miglio.