E rieccoci qui, dopo due settimane, con l’editoriale più scoppiettante che ci sia. Che parla di una delle realtà più–no, niente. Scusate. Non ce la faccio. Torniamo a parlare di Ring of Honor. Se non fosse che non c’è il Ring e non c’è nemmeno più l’Honor.
In ogni caso. Oggi ci concentreremo sul campione TV della Ring of Honor: Samoe Joe. O, vista la sua attuale gestione, sarebbe il caso di chiamarlo Samoa Boh.
Un ritorno coi fiocchi
Chiaramente, non c’è minimamente bisogno di spiegare chi sia Samoa Joe. Ma ripassiamo comunque. Joe è probabilmente uno degli atleti più dominanti che si siano mai visti nello sports entertainment. Un big man con un’agilità fuori dal comune e una tecnica sopraffina. Campione ROH forse più incredibile della storia, autore di match leggendari contro CM Punk (una trilogia da recuperare per ogni appassionato), contro Kenta Kobashi e molti altri durante un regno davvero lunghissimo.
Poi, nel momento in cui la TNA decide di chiedere l’esclusiva ai suoi atleti, passa, appunto, alla federazione dei Jarrett e anche lì comincia una run fantastica. La Samoan Submission Machine miete vittime ma colpevolmente la TNA decide di non “premere il grilletto” e non gli concede mai quel regno da campione NWA. Dopo un feud leggendario con Angle, alla fine degli anni 2000 è il suo momento come campione.
Dopo la fine del contratto, passa alla WWE dove prima domina a NXT e successivamente arriva nel MR, senza però ottenere quel titolo del mondo che lo avrebbe reso il primo, e unico, lottatore ad aver avuto un regno col titolo massimo delle tre principali federazioni americane, in quel momento.
Un ritorno ambiguo
1 aprile 2022. Supercard of Honor. Primo PPV della nuova gestione Khan. Samoa Joe torna a sorpresa nel post-main event. Bello, direte voi. Torna subito nel Main Event, andrà sicuramente per il titolo. D’altronde, Samoa Joe funziona decisamente più come Monster Heel. E invece no.
Sì, perché Joe arriva subito a vincere il titolo ROH TV e si va impelagare in un feud con Wardlow, dimenticandosi però di avere anche il suo titolo da difendere. Non ci pensa Khan, non ci pensa nessuno? Nessuno. “The King of Television”. Che poi di programmi TV tu ne abbia uno e non due, è un altro paio di maniche. Perché qual è il senso di un ROH TV Championship se tanto non hai un contratto TV? Perché lo dice il nome stesso.
Nel mentre, Joe perde il titolo contro Allin e lo recupera nel giro di poco più di un mese, chiudendo il cerchio dell’assurdità del booking AEW degli ultimi sei mesi. Qual è stato il senso di questo regno di Allin? Che credibilità ha Samoa Joe al momento? Perché è tornato subito Wardlow? La sensazione è che non si abbia davvero più un piano a lungo termine. Che si navighi a vista. Quando sarebbe stato tutto più semplice e più scorrevole, volendo.
Giochiamo un po’. Avventuriamoci nei What if. Perché Samoa Joe che torna nel post-main event finisce dritto dritto nel midcarding dando invece il titolo a Castagnoli? Certo, è un premio alla carriera. Ma qui si parla di rendersi appetibili. Samoa Joe contro Gresham sarebbe stato decisamente entusiasmante. Un gran match tecnico. E Samoa Joe sarebbe tornato campione dominando in lungo e in largo. Si sarebbe affidato il titolo a un uomo di punta, con un passato glorioso e ancora tanto da dire sul ring, nonostante una forma fisica, un’età e una stazza ormai importanti.
Però. Però c’è ancora tempo. A mio avviso, la morte del compianto Jay Briscoe potrebbe portare finalmente Mark nella zona Main Event. La cosa più furba da fare sarebbe costruirci attorno la solita storia di scalata verso il vertice. Sono il primo a dire che sono, di solito, cose di cattivo gusto, ma a volte sono l’unico modo per elevare wrestler che non hanno quelle qualità da main eventer. Nel frattempo, Joe dovrebbe unificare il titolo TV con quello mondiale della ROH e ritirare una cintura che non serve più a nulla, d’altronde la Pure può tranquillamente adeguarsi e riempire quello spot televisivo che, in teoria, sarebbe riservato a una cintura TV.
La cosa più sensata, a questo punto, sarebbe arrivare a Final Battle con un piano a lunghissimo termine con Samoa Joe e Mark Briscoe uno contro l’altro, per il titolo del mondo.
Sarebbe ora di smetterla con questo booking assurdo dei titoli secondari. Sarebbe il caso di cominciare a costruire “solide realtà” (semicit.) e dedicarsi anima e corpo a una gestione ponderata di una federazione di wrestling. Perché in AEW ci sono troppi galli nel pollaio. Troppi main eventer parcheggiati nel midcarding o anche più sotto. E i veri fan della ROH si sono stufati di questo surrogato di federazione, con campioni che appaiono a caso e che ha prodotto soltanto tre PPV e uno show commemorativo quasi un anno dopo la rinascita.